Anche nel 2025 The Economist ha elaborato una classifica comparativa delle performance economiche di 36 Paesi, basata su cinque indicatori chiave: inflazione di fondo, ampiezza dell’inflazione, crescita del Pil, andamento dell’occupazione e performance dei mercati azionari. Il risultato finale è un indice sintetico che consente di confrontare modelli economici molto diversi tra loro. L’economia dell’anno 2025 è il Portogallo, mentre l’Italia è relegata a metà classifica, sedicesima.
Indice
I criteri della classifica
L’analisi prende in esame 36 Paesi, prevalentemente economie avanzate, assegnando un punteggio a ciascun indicatore. L’inflazione di fondo misura la distanza dal target del 2%, escludendo energia e alimentari. L’ampiezza dell’inflazione valuta invece la quota di beni e servizi del paniere che registra aumenti superiori al 2%, offrendo una visione più diffusa delle pressioni sui prezzi. La crescita del Pil e dell’occupazione rappresenta la capacità dell’economia di generare reddito e lavoro, mentre l’andamento dei mercati azionari riflette aspettative, profittabilità e attrattività per gli investitori.
La classifica delle economie 2025
Secondo i dati disponibili, le prime posizioni della graduatoria vedono una forte presenza dell’Europa meridionale, segnale di un riequilibrio rispetto alle difficoltà vissute nel decennio scorso. Questa la classifica completa:
| Posizione | Paese |
|---|---|
| 1 | Portogallo |
| 2 | Irlanda |
| 3 | Israele |
| 4 | Colombia |
| 4 | Spagna |
| 6 | Repubblica Ceca |
| 6 | Grecia |
| 8 | Canada |
| 9 | Slovenia |
| 10 | Polonia |
| 11 | Francia |
| 12 | Giappone |
| 13 | Belgio |
| 13 | Corea del Sud |
| 15 | Lussemburgo |
| 16 | Italia |
| 17 | Stati Uniti |
| 18 | Australia |
| 19 | Turchia |
| 20 | Germania |
| 21 | Danimarca |
Il Portogallo come caso di studio
Il Portogallo emerge come economia con le migliori performance complessive del 2025. Il Paese combina una crescita del Pil intorno al 2,4%, un’inflazione contenuta e un mercato azionario in rialzo di oltre il 20%. A sostenere questi risultati contribuiscono il forte sviluppo del turismo e l’afflusso di residenti stranieri ad alto reddito, attratti da un sistema fiscale competitivo. Il dato occupazionale resta solido e rafforza il posizionamento complessivo.
Un elemento centrale dell’analisi è l’andamento dei prezzi. In alcuni Paesi l’inflazione di fondo resta elevata, come in Turchia, dove politiche monetarie non convenzionali hanno prodotto forti squilibri. In altri casi, come Svezia e Svizzera, l’inflazione è invece molto bassa, alimentando timori di deflazione. L’ampiezza dell’inflazione mostra come, in economie come Stati Uniti e Australia, gli aumenti di prezzo siano ancora molto diffusi, nonostante il rallentamento dei tassi ufficiali.
Vincitori e ritardatari
Sul fronte della crescita reale, il Portogallo e alcuni Paesi dell’Europa orientale mostrano un buon equilibrio tra Pil e occupazione. La Repubblica Ceca registra un’espansione moderata ma stabile, mentre la Grecia conferma il percorso di recupero iniziato negli anni precedenti. Al contrario, economie fortemente dipendenti dal commercio globale o dalle materie prime, come la Corea del Sud o alcune economie nordiche, mostrano segnali di rallentamento sul mercato del lavoro.
L’Italia nella classifica delle economia 2025
L’Italia si colloca al 16° posto nella classifica complessiva. Non rientra tra le prime dieci economie per performance, ma ottiene risultati migliori rispetto ad altri grandi Paesi avanzati, inclusi gli Stati Uniti e la Germania. L’inflazione di fondo risulta relativamente vicina al target, mentre l’ampiezza dell’inflazione segnala una diffusione dei rincari ancora significativa. La crescita del Pil rimane contenuta, intorno allo 0,6%, e l’occupazione cresce a un ritmo moderato. Dal punto di vista dei mercati finanziari, l’andamento azionario italiano è positivo ma meno dinamico rispetto ai Paesi in testa alla classifica. Nel complesso, il posizionamento riflette un’economia che mostra segnali di tenuta, senza però accelerazioni marcate.