Ponte sullo Stretto troppo basso, la conferma: grandi navi bloccate

La maxi opera tanto agognata dal ministro Matteo Salvini potrebbe creare enormi danni economici: le grandi imbarcazioni dovrebbero trovare una soluzione alternativa e i porti locali ne saranno danneggiati

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Matteo Salvini è il principale promotore del ponte sullo Stretto di Messina. Una promessa elettorale della destra italiana che ha fatto il proprio ritorno. Su di essa il leader della Lega si gioca gran parte della propria credibilità.

Dovesse precipitare questo progetto, infatti, sarebbe difficile pensare a un mancato cambio al vertice, di cui si parla già in alcuni ambienti. Il ministro fa un gran parlare delle opportunità garantite dalla maxi opera, mentre si getta ombra su alcuni aspetti cruciali. Se uno è quello degli espropri, l’altro è quello delle dimensioni del ponte, che taglierà fuori un certo tipo di imbarcazioni.

Ponte sullo Stretto: addio navi grandi

Quella relativa all’altezza massima supportata delle navi in transito non è una polemica recente. Il tema è stato già discusso nel corso dei mesi precedenti ma ora giunge un’amara conferma istituzionale.

Repubblica fornisce un dato molto interessante: 5 navi da crociera e 15 portacontainer di altezza superiore ai 65 metri hanno attraversato lo Stretto di Messina nel corso del 2023. Fosse stato già presente il ponte tanto voluto da Matteo Salvini, ciò non sarebbe stato possibile.

Si tratta di dati che provengono direttamente dal Ministero dei Trasporti, che ha dovuto fronteggiare l’istanza di accesso civico presentata dal circolo Pd di Villa San Giovanni. Il risultato non fa che confermare quanto denunciato mesi fa dal presidente di Federlogistica, Luigi Merlo. Il ponte rappresenterebbe un rischio molto serio per il futuro del porto di Gioia Tauro.

Parole cui erano seguite quelle di Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina. Nel tentativo di smentire le parole di Merlo, in una nota stampa aveva precisato come lo spazio navigabile in sicurezza fosse di 72 metri, per una lunghezza di 600 metri. La riduzione a 65 metri avverrebbe soltanto “in presenza di condizioni eccezionali di traffico pesante stradale e ferroviario”.

In questo quadro generale, però, occorre prendere in considerazione anche un altro elemento variabile: il mare. Vento e moto ondoso possono provocare anche onde di diversi metri nello Stretto, principalmente in presenza di scirocco. Il risultato? Non è da escludere la possibilità di oscillazioni di 5-10 metri.

L’impatto del ponte sul traffico navale

L’Autorità portuale sarebbe al lavoro su una relazione inerente l’impatto del ponte sullo Stretto di Messina sul traffico navale degli scali siciliani e calabresi. Nel mirino c’è soprattutto il porto di Gioia Tauro, uno dei porti di transhipment più importanti del Mediterraneo.

Più della metà delle grandi imbarcazioni in costruzione presenta un’altezza non compatibile con la maxi opera. Una vera e propria condanna per Gioia Tauro e per l’intero indotto. Ecco le parole di denuncia del Pd di Villa San Giovanni:

“Non si sta costruendo un ponte ma si sta alzando un muro sullo Stretto. Una sospensione di tutto l’iter non è più rinviabile. Occorre bloccare tutto e aprire un tavolo di approfondimento, coinvolgendo il governo, le commissioni parlamentari competenti e i presidenti delle Regioni del Sud, così come gli amministratori dei territori coinvolti, i corpi intermedi, i partiti e la società civile”.