Piazza Affari apre a -2%: i titoli che stanno crollando in Borsa

La giornata di giovedì 25 luglio 2024 si è aperta con un forte calo per Piazza Affari. Ma come mai le borse vanno male?

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

La giornata di giovedì 25 luglio 2024 si è aperta con un forte calo per le principali borse europee, segnando un avvio negativo che rispecchia un clima di incertezza e preoccupazione nei mercati finanziari globali. Piazza Affari, il principale indice azionario italiano, ha visto il Ftse Mib iniziare le contrattazioni in ribasso del 2%, attestandosi intorno ai 33.760 punti.

Questo brusco calo è stato guidato in gran parte dalle performance deludenti di alcuni titoli chiave, che hanno subito forti perdite in seguito alla pubblicazione dei dati trimestrali.

Piazza Affari al ribasso, i titoli in forte calo

Tra i titoli più colpiti figurano Stm e Stellantis, che hanno registrato rispettivamente un crollo del 10,8% e del 10,3%. Questi cali significativi riflettono le preoccupazioni degli investitori circa le prospettive future di queste aziende, in particolare in un contesto di incertezza economica globale.

Stm, operante nel settore tecnologico, potrebbe essere stata influenzata negativamente dal calo dei titoli tecnologici a livello globale, come dimostrato dal recente andamento del Nasdaq. Allo stesso modo, Stellantis, uno dei maggiori gruppi automobilistici mondiali, affronta sfide legate a un mercato automobilistico in evoluzione e alla transizione verso tecnologie più sostenibili.

Anche Interpump, altro importante player del mercato, ha subito una perdita significativa del 5,3%. Nonostante la volatilità generale, Saipem ha mostrato una certa resilienza, registrando un leggero aumento dello 0,5%, grazie a risultati migliori delle attese. Questo suggerisce che la performance aziendale può ancora giocare un ruolo cruciale nell’influenzare il sentiment degli investitori, anche in un mercato ribassista.

Contesto globale e mercato azionario

Il ribasso a Piazza Affari è parte di una tendenza più ampia che ha visto una sessione negativa anche per Wall Street e i listini asiatici, influenzati dal crollo dei titoli tecnologici. Il Nasdaq ha subito la peggiore caduta giornaliera dal 2022, mentre l’S&P 500 ha perso oltre il 2%, evento che non si verificava da un anno. Ancora una volta, quindi, movimenti non fanno altro che indicare un potenziale indebolimento della fiducia degli investitori, alimentato da timori per l’economia globale e le prospettive future delle politiche monetarie.

Sul fronte obbligazionario, lo spread Btp-Bund si mantiene sopra i 135 punti base, con il decennale italiano al 3,8% e il benchmark tedesco al 2,44%. Questa situazione riflette una certa tensione nei mercati del debito, con un divario significativo tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e tedeschi.

Nel mercato delle materie prime, invece, il petrolio Brent è risalito a quota 81 dollari al barile, sostenuto da un calo delle scorte negli Stati Uniti più forte del previsto. L’oro, considerato un bene rifugio, ha visto una leggera flessione, attestandosi a 2.367 dollari l’oncia.

Infine, nel mercato valutario, il cambio euro/dollaro si è stabilizzato a 1,083, mentre il dollaro/yen ha continuato a indebolirsi, scendendo a 152,8. C’è quindi un movimento che riflette il rafforzamento dello yen giapponese, probabilmente in vista della prossima riunione della Banca del Giappone.

Come mai le Borse vanno male?

Le Borse possono attraversare fasi negative per una serie di ragioni che spesso si intrecciano tra loro. Ci sono diversi fattori che stanno contribuendo al calo dei mercati. L’economia globale sta affrontando una serie di sfide, tra cui la possibilità di una recessione in alcune regioni, l’inflazione elevata e l’incertezza sulle future politiche monetarie.

Per questo i recenti dati trimestrali di molte aziende non hanno soddisfatto le aspettative del mercato, portando a vendite significative di azioni. I casi di Stm e Stellantis, con cali rispettivamente del 10,8% e del 10,3%, mostrano come risultati aziendali inferiori alle previsioni possano impattare negativamente il sentiment degli investitori.

Anche le aspettative su possibili variazioni nei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali, come la Federal Reserve negli Stati Uniti, influenzano il mercato. E non semplificano certo le cose le tensioni geopolitiche, come la guerra in Ucraina e la situazione del Medio Oriente, che possono influenzare le catene di approvvigionamento.