Pensioni, ipotesi ritorno alla legge Fornero: gli scenari

I soldi per ampie manovre non ci sono e il governo continua a rimandare il tavolo delle pensioni, con il ritorno alla legge Fornero che sembra essere sempre più plausibile

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Il sempre attuale tema delle pensioni in Italia non deve far fare sogni tranquilli ai partiti di governo che, contrariamente a quanto avevano detto in campagna elettorale, potrebbero optare per un ritorno alla tanto bistrattata legge Fornero. Secondo quanto detto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, fino al 2070 il sistema pensionistico italiano potrà solo peggiorare per mancanza di fondi. Cerchiamo di capire, dunque, quali potrebbero essere gli scenari delle pensioni da qui ai prossimi anni.

Pensioni, il possibile ritorno alla legge Fornero

L’attuale sistema pensionistico italiano ruota intorno alla cosiddetta legge Fornero introdotta nel 2011 con un serio inasprimento delle regole previste per poter cessare l’attività lavorativa. In deroga a questa normativa, nel corso degli anni sono stati previsti molti interventi che hanno permesso ai lavoratori con determinate caratteristiche di andare prima in pensione, rinunciando però a parte della loro remunerazione.

Sulla cancellazione della legge Fornero molti partiti, soprattutto la Lega di Matteo Salvini, hanno costruito parte del loro successo elettorale alle ultime Politiche, ma ora la situazione sembrerebbe essere cambiata. La mancanza di fondi adeguati per le pensioni, descritta però dal ministro (leghista) Giancarlo Giorgetti, potrebbe portare al mancato rinnovo delle misura in scadenza Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, così come al non innalzamento della pensioni minime.

Cosa spinge al ritorno della legge Fornero

Malgrado Salvini continui a sostenere che il meccanismo delle Quote troverà un modo di essere confermato anche il prossimo anno, sono molti i segnali che lasciano presagire altro. Tra tutti c’è il fatto che nel 2024 il tavolo delle pensioni non è mai stato convocato perché, come sostiene Repubblica, non ci sono i soldi per fare quanto promesso in campagna elettorale dai partiti.

La composizione della prossima Manovra, inoltre, parte già con alcuni pesanti fardelli, vale a dire:

  • oltre 15 miliardi di euro necessari per il taglio del cuneo fiscale e la riforma Irpef;
  • circa 10 miliardi di euro per la procedura di eccessivo deficit.

Cosa accadrà sulle pensioni

Venendo meno Opzione donna, l’Ape Sociale e, soprattutto, Quota 103, dal prossimo ottobre non sarebbe da escludere, come detto, un ritorno alla legge Fornero. Questa, si ricorda, prevede che i lavoratori possano andare in pensione al compimento dei 67 anni di età e dopo aver maturato almeno 20 anni di contributi minimi.

Lo scenario economico dell’Italia, descritto direttamente dal ministro dell’Economia, sembrerebbe spingere a nuovi tagli sul sistema pensionistico, con molto che dipenderà anche dall’andamento dell’inflazione e dal ritorno, o meno, del sistema di indicizzazione più favorevole accantonato dall’Italia negli ultimi due anni.

In attesa di capire con maggiore certezza come il governo di Giorgia Meloni proverà a risolvere questa intricata matassa, in tema di pensioni l’esecutivo continua nelle sue politiche di incentivazione della permanenza sul proprio luogo di lavoro. Tale pratica interessa in particolar modo le professioni sanitarie dove, tra l’altro, il mancato ricambio generazionale sta mettendo in serio rischio la tenuta dell’intero sistema ospedaliero nazionale.

Ci sono poi i dati che possono essere utilizzati come bussola per orientarsi sugli sviluppi futuri del sistema delle pensioni. Con il governo Meloni le nuove pensioni sono già state tagliate di 40mila unità lo scorso anno e di 27mila nell’anno precedente.