Meta, multa Antitrust da 3,5 mln: dati degli utenti su Instagram e Facebook usati senza informare

L’Agcm contesta la mancanza di informazioni per gli utenti dei social riguardo l’uso dei dati e la possibilità di contestare la sospensione dell’account

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 5 Giugno 2024 11:51

L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha inflitto una multa di 3,5 milioni di euro a Meta per pratiche commerciali scorrette. Tale decisione è stata annunciata dall’Antitrust, che ha dichiarato che durante la procedura di registrazione su Instagram, agli utenti non sono state fornite informazioni sufficientemente chiare riguardo alla raccolta e all’utilizzo dei propri dati per scopi commerciali.

La cifra per un gigante come Meta forse non è significativa, ma si tratta di un campanello d’allarme europeo sull’utilizzo dei dati personali da parte delle Big Tech.

Le motivazioni dell’Antitrust

Secondo una nota dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Meta Platforms Ireland Ltd. e la sua capogruppo, Meta Platforms Inc., sono state multate per un totale di 3,5 milioni di euro a causa di due comportamenti scorretti relativi alla gestione degli account sui social network Facebook e Instagram. L’Autorità ha rilevato che Meta non ha informato immediatamente gli utenti di Instagram via web sull’utilizzo dei loro dati personali a fini commerciali, violando gli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo.

Inoltre, l’Autorità “ha appurato che, in violazione dell’articolo 20 del Codice del consumo, Meta non ha gestito con precisione la sospensione degli account Facebook e Instagram dei propri utenti. In particolare, Meta non ha indicato come decida di sospendere gli account Facebook (se a seguito di un controllo automatizzato o “umano”) e non ha fornito agli utenti di Facebook e Instagram informazioni sulla possibilità di contestare la sospensione dei loro account (si possono rivolgere a un organo di risoluzione stragiudiziale delle controversie o a un giudice)£.

Infine “ha previsto un termine breve (30 giorni) per la contestazione della sospensione da parte del consumatore”. Queste due pratiche, ha sottolineato l’Agcm, “sono state cessate da Meta nel corso del procedimento”.

La risposta di Meta

La risposta del colosso di Mark Zuckerberg non si è fatta attendere e hanno affermato di essere in disaccordo con la decisione e e sta valutando “le possibili azioni da intraprendere”. Quindi arriverà, probabilmente, un ricorso.

Meta ha ricordato che già dallo scorso agosto ha “apportato delle modifiche per gli utenti italiani che indirizzano i temi sollevati dall’Agcm. Abbiamo reso ancora più chiaro il modo in cui utilizziamo i dati per mostrare annunci personalizzati su Instagram e fornito agli utenti informazioni e opzioni aggiuntive per fare ricorso in caso di sospensione dell’account. Accogliamo con favore, invece, il riconoscimento da parte dell’Agcm dell’efficacia delle nostre soluzioni per aiutare le persone a tornare in possesso del proprio account”.

Unc: “Bene Antitrust, ottimo che pratiche siano già cessate

“Bene l’azione dell’Antitrust ed è un’ottima notizia che le due pratiche siano già cessate. In particolare, è importante che il consumatore sia informato della possibilità di contestare la sospensione dell’account. Va potenziata l’assistenza e la trasparenza, soprattutto nei confronti di chi ci lavora con i social media, per evitare di lasciarlo in un situazione di precarietà e incertezza, senza avere una risposta” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Non si può restare sotto la spada di Damocle di poter rimanere senza account senza capire come poter reagire. Questa incertezza penalizza anche la creator economy che invece può dare tanto valore, anche sul piano informativo e culturale, come dimostra il nostro progetto Sprint” conclude Dona.