Ad oggi, conviene il mercato libero o quello tutelato? La risposta secca arriva da Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente: sul fronte della convenienza vince la maggior tutela. È quanto emerge dalla relazione annuale dell’Autorità presentata a Parlamento e Governo. “Le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti”, ha affermato il presidente Stefano Besseghini.
Costo per kilowattora
“Da sempre – ha aggiunto Besseghini – il prezzo medio per i clienti in maggior tutela è stato stabilmente inferiore a quello del mercato libero con la sola eccezione della fase più acuta dell’emergenza prezzi”.
Andando in dettaglio, i clienti che hanno scelto una fornitura in maggior tutela hanno sostenuto un costo unitario lordo di 0,22 euro per kilowattora, mentre chi ha scelto un’offerta fissa dal mercato libero ha pagato 0,33 euro per kilowattora e chi ha puntato sull’offerta variabile ha pagato 0,32 euro per kilowattora”.
3,6 milioni di clienti non vulnerabili sono transitati nel servizio a tutele graduali nel periodo considerato mentre 14,7 milioni sono stati quelli nel mercato libero. Per il presidente di Arera “le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti“.
Secondo Besseghini, in assenza dell’incentivo che ha caratterizzato le aste a tutele graduali (cioè la possibilità di trattenere il cliente nel mercato libero al termine del servizio) “è facile prevedere che le valutazioni degli operatori in termini di valore del servizio saranno certamente meno premianti per i consumatori, per lo meno nel breve termine”. Traduzione: i prezzi sono destinati a restare alti ancora per alcuni mesi.
Il bonus energetico
Il presidente di Arera ha poi fatto il punto sull’ammontare dei bonus energetici elargiti nel corso del 2023: sono stati riconosciuti oltre 7,5 milioni di bonus alle famiglie in condizioni di disagio: 4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni di bonus gas. L’ammontare complessivo ha superato quota 2,1 miliardi di euro. Si tratta di un risultato superiore rispetto a quello dell’anno precedente, dovuto alla scelta di fissare a 15.000 euro la soglia Isee, limite inferiore rispetto al 2022.
Il numero uno di Arera ha espresso la difficoltà di andare incontro a quei consumatori che non possono essere considerati poveri, ma che a causa dell’inflazione galoppante e della crisi hanno assistito negli ultimi mesi a una riduzione del proprio potere d’acquisto con l’impennarsi del costo dell’energia.
Ridurre gli oneri di sistema
Stefano Besseghini ha sottolineato l’urgenza di valutare “una significativa copertura degli oneri di sistema per il tramite della fiscalità generale”. Negli ultimi 13 anni gli oneri di sistema hanno pesato significativamente sulle bollette degli italiani: 162 miliardi in totale, dei quali circa 142 miliardi a copertura degli incentivi oggi operativi per le energie rinnovabili. Nonostante la riduzione di tale voce prevista nei prossimi anni, Besseghini ritiene che “determineranno ancora un costo rilevante”.