Buyback Intesa Sanpaolo per 1,7 miliardi: cosa significa per clienti e investitori

Operazioni di riacquisto, ovvero buyback, per circa 1,7 miliardi per Intesa Sanpaolo, col processo che avverrà tra giugno e ottobre 2024 seguendo criteri precisi

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 28 Maggio 2024 14:50

Via libera al buyback di Intesa Sanpaolo, col gruppo bancario che ha avviato il programma di acquisto di azioni proprie finalizzate all’annullamento. Un’operazione, fa sapere l’istituto guidato da Carlo Messina, che vedrà impegnato un esborso stimato di 1,7 miliardi e che prenderà il via da giugno 2024 per completarsi presumibilmente entro ottobre dello stesso anno. Ma cos’è e come si traduce per i clienti investitori o azionisti di Intesa Sanpaolo?

Via al buyback di Intesa Sanpaolo

Il buyback delle azioni di Intesa Sanpaolo, come comunicato dallo stesso gruppo bancario, prenderà il via il prossimo 3 giugno e si concluderà, si stima, entro fine ottobre 2024, con data fissata al 25 del mese. Il programma di acquisto, anzi riacquisto, delle azioni proprie è finalizzato all’annullamento e prevede un esborso massimo di 1,7 miliardi.

Nello specifico, riferisce l’istituto, il minimo e massimo d’acquisto sarà individuato seguendo alcuni criteri, col corrispettivo minimo di acquisto che non dovrà essere inferiore al prezzo di riferimento che il titolo avrà registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente di ogni singola operazione di acquisto, diminuito del 10%. Lo stesso vale per il corrispettivo massimo, che non dovrà essere superiore al prezzo di riferimento che il titolo avrà registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente di ogni singola operazione di acquisto, aumentato del 10%.

Il programma di buyback verrà eseguito in piena indipendenza da un intermediario terzo e il numero massimo di azioni acquistate ogni giorno non dovrà superare il 25% del volume medio giornaliero di azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo negoziato nello scorso mese di aprile, che è stato pari a 80,3 milioni di titoli.

Il buyback, va specificato, era stato autorizzato dalla Bce con comunicazione dell’11 marzo 2024 e approvato dall’assemblea della banca del 24 aprile 2024.

Cos’è il buyback e cosa cambia per clienti e investitori

Ma cos’è il buyback e perché le aziende sono spesso protagoniste di questa operazione? Come detto si tratta di un’operazione di acquisto di azioni proprie da parte di una società per azioni che si impegna ad acquistare le quote in mano ai propri clienti o investitori. Per questi può essere un aspetto positivo, ma anche negativo in base a quello che sarà il valore con cui la società quotata riacquisterà le azioni.

Dato che si tratta di un processo intrapreso per restituire agli azionisti i fondi in eccesso di cui la società non ha bisogno per le proprie attività operative o per investire, il buyback può essere vantaggioso e allo stesso tempo sconveniente. Tutto dipende dalla società e dal suo andamento in borsa, in base alla liquidità che ha a disposizione e il valore delle sue azioni.

Se la società sta andando bene, ha disponibilità di liquidità e le azioni sono sottostimate, col valore di riacquisto inferiore a quello intrinseco, il buyback è un ottimo investimento perché si traduce in un apprezzamento del valore societario e dunque è conveniente.

Il caso contrario, invece, potrebbe essere uno svantaggio per l’investitore. Se la società riacquista le azioni e rinuncia a investire, o sopravvaluta le stesse, il buyback potrebbe comportare in futuro alcuni costi per i suoi azionisti.