BCE: rialzo tassi slitta a dicembre, nel 2024 il taglio?

Il Board della BCE oggi in trasferta ad Atene. Non sono attese decisioni sui tassi che probabilmente slitteranno a dicembre

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Redazione

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Il Consiglio del direttivo della BCE torna a riunirsi per le decisioni di politica monetaria, stavolta in trasferta ad Atene (rispetto alla tradizionale Francoforte) ospitato dalla Banca centrale di Grecia.

Gli analisti non si aspettano un rialzo dei tassi di interesse, dopo vari ritocchi all’insù consecutivi ed una economia che rischia di scivolare in recessione. Stavolta, dunque, l’aspettativa è di uno status quo e di un rinvio delle decisioni al meeting di dicembre quando saranno pubblicate le stime degli esperti della BCE su inflazione, disoccupazione e PIL.

Inflazione in Eurozona in calo al 4,3%

A settembre il tasso di inflazione in area Euro è sceso al 4,3% su base annua, rispetto al 5,2% di agosto: un calo in linea con le attese del mercato, che porta l’Indice dei Prezzi al Consumo al livello più basso degli ultimi due anni. Secondo gli addetti ai lavori, questo rallentamento potrebbe indicare il raggiungimento del picco inflattivo in Eurozona, confermando il successo della politica monetaria restrittiva messa in campo dalla Banca Centrale Europea e spingendola a optare per una pausa nel ciclo di rialzi dei tassi.

Soffre l’industria manifatturiera

Inoltre, le ultime indagini sull’attività delle imprese nell’area euro hanno confermato la dinamica di debolezza, che a ottobre è ulteriormente peggiorata e complessivamente ha visto l’indice PMI segnare i livelli più bassi da ben 35 mesi. A soffrire resta soprattutto l’industria manifatturiera, ma anche il terziario si è sempre più portato a valori recessivi. Fino ad oggi la BCE escludeva nelle sue previsioni economiche di base una recessione vera e propria per l’eurozona.

Prossima fermata a dicembre

Nessun aumento dei tassi o cambio di rotta in vista. “Prevediamo che il Consiglio resterà aperto a possibili ulteriori rialzi, se le prospettive di inflazione dovessero peggiorare, pur sottolineando l’adeguatezza dell’attuale livello dei tassi”, spiega Nadia Gharbi, Senior Economist di Pictet Wealth Management.

“Crediamo che la decisione di prendere una pausa nel ciclo di rialzi dei tassi di intesse sia legata alle pressioni inflazionistiche in calo a settembre, ai deboli dati sul PIL delle economie della Zona Euro, al forte rialzo dei rendimenti dei bond (governativi e corporate) e alle condizioni inasprite nel mercato del credito ben oltre le attese nel terzo trimestre (come riportato dalla bank lending survey)” – rilancia Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia -. Questi elementi saranno usati come efficaci argomentazioni dai banchieri più “dovish” del Consiglio per convincere anche i membri più falchi dell’istituto di Francoforte a fermare il processo di rialzi del costo del denaro in Europa.

Possibili tagli nel 2024

“Ci aspettiamo che la BCE lasci i tassi invariati nel suo meeting di ottobre, per darsi il tempo di valutare l’impatto dell’inasprimento delle condizioni monetarie. A nostro avviso, la pausa non sarà indicativa di un cambio di direzione, perché crediamo che la BCE non abbia ancora raggiunto il livello più alto nel suo ciclo di rialzi dei tassi”, afferma Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors.

“In questa riunione non ci aspettiamo novità significative sulle prospettive di reinvestimento del Pepp. Rimaniamo convinti che la BCE non interverrà sui tassi prima della seconda metà del 2024“, dichiara Shaan Raithatha, Senior Investment Strategist di Vanguard.

Stessa indicazione giunge da  Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price: “Riteniamo che il primo taglio dei tassi di interesse della BCE avverrà verso la metà del 2024 e prevediamo almeno due tagli di 25 punti base ciascuno per il prossimo anno. Se l’inflazione si mantiene su un andamento basso, non saranno necessari ulteriori rialzi e i rendimenti dei titoli di Stato, che sono saliti parecchio, potrebbero iniziare a scendere”.