La BCE sospende il ciclo di rialzo dei tassi: cosa aspettarsi in futuro

La BCE ha mantenuto i tassi invariati nella riunione di ottobre, facendo una pausa dopo dieci aumenti consecutivi dei tassi di interesse, ma l'attuale decisione non garantisce che si sia giunti al capolinea

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Redazione

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Come ampiamente previsto, la BCE ha mantenuto i tassi invariati nella riunione di ottobre, facendo una pausa dopo dieci aumenti consecutivi dei tassi di interesse. La decisione unanime di mantenere i tassi invariati non è stata appunto una sorpresa e l’attenzione questa settimana si è concentrata sulla retorica del Comitato Direttivo e del Presidente Lagarde. La dichiarazione dopo la riunione di politica monetaria è stata di poco modificata rispetto a settembre.

La decisione

Il Consiglio direttivo della BCE, riunitosi ad Atene, ospite della banca centrale greca, ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4%.

Inflazione sotto controllo ma resta elevata

“Le nuove informazioni – si sottolinea nel documento che accompagna la decisione – hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. Ci si attende tuttora che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”. “Perdurano forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l’inflazione ha registrato un netto calo a settembre” e “l’inflazione di fondo ha continuato a diminuire”.
“I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo – si spiega – continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell’inflazione”.

Board deciso a combattere la crescita dei prezzi

“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

Lagarde: “Pausa tassi non indica che non li alzeremo più”

L’economia dell’Area Euro resterà debole almeno sino a tutto il 2024, mentre l’inflazione è attesta rimanere alta troppo a lungo, sebbene di recente abbia mostrato segnali di decelerazione. Per questo il Consiglio direttivo della BCE, pur annunciando una pausa nel percorso di aumento dei tassi di interesse, ha confermato una impostazione della politica monetaria restrittiva e confermato che resta determinato a riportare l’inflazione in linea con target del 2% nel medio termine. Lo ha confermato la Presidente dell’Eurotower Christine Lagarde, nella conferenza stampa tenuta da Atene.
I passati rialzi dei tassi continuano a trasmettersi, determinando la direzione della politica monetaria e la “trasmissione appropriata” in tutti i Paesi dell’Area Euro – ha detto Lagarde – aggiungendo che le decisioni future resteranno legate ai dati macroeconomici in arrivo. Il fatto che la BCE abbia deciso di “mantenere fermi i tassi di interesse” – ha chiarito – non indica che non li alzeremo più”.

Piano pandemico

Le indicazioni sul reinvestimento del PEPP non sono cambiate nel comunicato stampa, segnalando la continuazione dello strumento di policy fino alla fine del 2024. Inoltre, Lagarde ha menzionato che la fine del PEPP o qualsiasi discussione sulle riserve non sono state discusse durante la riunione, nonostante alcuni membri della BCE siano stati più critici.

Quando il taglio dei tassi?

Nessuna risposta alla domanda se e quando si potrà parlare di futuri tagli dei tassi, che Lagarde definisce una ipotesi “totalmente prematura”. La governatrice della banca di Francoforte ha confermato che la BCE si attende che l’economia “resti debole per il resto del 2024”, ma è previsto un “rafforzamento nei prossimi anni”, grazie “al calo dell’inflazione ed al recupero del potere d’acquisto delle famiglie”. I rischi sulla crescita – ha spiegato – restano “orientati al ribasso”.

Cosa dicono gli analisti

“Sebbene la BCE voglia mantenere aperta la possibilità di un ulteriore rialzo dei tassi di interesse, riteniamo che la prossima mossa dei tassi sia molto più probabile al ribasso che al rialzo. I dati sull’attività dell’Eurozona indicano condizioni di recessione. Tuttavia, l’incertezza geopolitica potrebbe causare un’impennata dei prezzi dell’energia e quindi rallentare il percorso di ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo. A nostro avviso sarebbe necessario uno shock inflazionistico molto forte per indurre la BCE a un ulteriore inasprimento”, commenta Luke Bartholomew, Senior Economist di Abrdn.

“Restiamo dell’idea che la BCE abbia concluso con la politica di aumento dei tassi e ci aspettiamo che i primi tagli dei tassi nel 2024 avvengano nel terzo trimestre. Rimaniamo inoltre del parere che la fine del reinvestimento del PEPP sarà annunciata nel giugno 2024, con l’avvio del processo nel terzo trimestre del 2024. Per l’Italia, la dichiarazione e la conferenza stampa della BCE sono positivi. Al momento siamo neutrali e ci aspettiamo un ulteriore inasprimento, poiché riteniamo che non ci sarà alcun cambiamento di rating da parte di Moody’s il 17 novembre. Tuttavia, il nostro orientamento rimane negativo e sfrutteremmo tale inasprimento come un’opportunità per aprire posizioni short su dicembre”, afferma Mohit Kumar, Chief European Economist di Jefferies.

“C’è un senso di sollievo per la discesa dell’inflazione, ma si riconosce che le prospettive di crescita sono deboli, che la situazione geopolitica è un rischio per l’outlook e che la restrizione delle condizioni finanziarie legata all’aumento dei rendimenti a lungo termine, in parte importata dagli USA, può ancora pesare sull’economia. Prendere in considerazione tagli dei tassi è prematuro e la propensione ad alzarli ancora è bassa, lasciando i tassi d’interesse stabili agli attuali livelli per un periodo prolungato, a meno di nuovi shock”, commenta Dario Angelino, Responsabile Advisory di Symphonia SGR.