Ridurre l’impatto ambientale dell’intera struttura aziendale e dare un contributo concreto al contrasto al cambiamento climatico”. Sono gli obiettivi che si è prefissata la compagnia telefonica Iliad , giunta in Italia nel 2018, con un piano volontario di ottimizzazione energetica. Si tratta di una soluzione di switch-off notturno di alcune frequenze sulla rete mobile che consente di ottenere delle riduzioni dal 5 a quasi il 10% del consumo energetico diretto di ogni sito radio coinvolto senza alterare il servizio offerto agli utenti.
Il test francese
Il piano è già stato sperimentato in Francia. La telco ha infatti annunciato una serie di iniziative per rispondere alle esigenze di un momento reso estremamente delicato dalla crisi energetica legata alla guerra in Ucraina, con l’interruzione delle forniture di gas da parte della Russia. Il primo punto, in particolare, riguarda proprio il night switch-off di alcune frequenze: durante gli orari notturni, quando il traffico telefonico diminuisce, le antenne metteranno in stand-by una parte delle frequenze.
Il traffico di rete però, ha assicurato a suo tempo la compagnia telefonica in Francia e lo farà evidentemente anche nella Penisola, sarà monitorato costantemente. Se il traffico all’improvviso dovesse aumentare, le antenne di pari passo riprenderebbero a usare tutte le frequenze. Si inizierà con una parte di rete con l’obiettivo di arrivare a tutte le circa 10mila antenne attive dell’operatore, in Italia dal 2018.
Efficienza energetica anche nei punti vendita
Il piano di Iliad però si articola anche in ulteriori punti. Ad esempio sarà ridotto il tempo di accensione dell’illuminazione esterna e interna dei punti vendita al di fuori degli orari di apertura. In più le Simbox negli stores Iliad (per semplificare: i totem che gestiscono le sim dei clienti presenti e futuri) saranno programmate per rimanere inattive durante la notte. In questo modo la stima di Iliad è di ridurre il consumo di oltre il 40%. Questo si traduce in una minore necessità di approvvigionamento per una telco che, come i competitor, opera in un settore energivoro, anche se non incasellato dalle normative attuali come tale, e che teme di essere interessato da eventuali razionamenti.
Il timore dei razionamenti
L’allarme sui danni che un eventuale razionamento dell’energia potrebbe portare all’infrastruttura è stato lanciato da Asstel. Secondo l’associazione che, nelle scorse settimane, ha già inviato al Governo Draghi un avvertimento sulla possibilità che si verifichino dei black-out, si tratterebbe di una beffa alla luce degli “investimenti messi in campo dagli operatori delle comunicazioni elettroniche per l’efficienza energetica” attestati a “circa 230 milioni di euro nel 2021 con una previsione di crescita a doppia cifra per gli anni a venire”. Con questi investimenti – ha sottolineato -il 33% delle imprese ha visto migliorare le proprie prestazioni energetiche di oltre il 20% dal 2019 ad oggi, ed un ulteriore 50% delle imprese ha dichiarato miglioramenti compresi tra il 5 ed il 10%.