Gas, il vero problema non è questo inverno, ma il prossimo. Ecco perché

Le stime dicono che a febbraio 2023 gli stoccaggi saranno passati dal 90 al 25-20%. Come agirà l'Europa nel 2023 per riempirli nuovamente fino all'80-90% in modo da poter affrontare l'inverno 2023-2024?

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Redazione

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La cronaca di questi tempi ci ha abituato a ragionare su stoccaggi di gas e probabili razionamenti energetici per l’inverno: secondo il ministro uscente Cingolani, con gli stoccaggi oltre il 90%, l’inverno in arrivo dovrebbe essere coperto, secondo altri autorevoli osservatori, a febbraio rischiamo il razionamento. Quel che sembra certo è che, in assenza di una decisa accelerazione sul fronte di acquisti alternativi al gas russo, il vero problema si presenterà nell’inverno 2023/2024, quando le riservde potrebbero essere parecchio inferiori.

Stoccaggi

“I Paesi europei affronteranno l’inverno senza importanti interruzioni di rifornimenti e senza blackout, perché gli stoccaggi di gas hanno raggiunto circa il 90%. Quindi, in assenza di una significativa, e al momento inattesa, interruzione delle forniture, si dovrebbe arrivare a febbraio o marzo usando le scorte”. Lo afferma il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia Fatih Birol in una intervista a ‘la Repubblica’ alla vigilia del vertice a Bruxelles tra i ministri dell’energia Ue.

Price cap

Sul price cap proposto per Birol “richiede grande attenzione alla dinamica dei prezzi. Da un lato li si vuole tenere bassi per proteggere consumatori e aziende. Dall’altro però non possono essere troppo bassi, altrimenti l’Europa rischia di non essere più competitiva come acquirente di gas naturale liquefatto sui mercati internazionali. Trovare un equilibrio tra queste due necessità è molto delicato e spiega lo stallo europeo” osserva.

L’incubo 2023/2024

Concetto simile è quelo che esprime all’Adnkronos è Simone Demarchi, l’amministratore delegato di Axpo Italia, la società controllata dal maggiore produttore svizzero di energie rinnovabili, nonché leader internazionale nel trading di energia e nella commercializzazione di energia solare ed eolica, commentando l’attuale situazione energetica e i rischi per l’inverno. “Dovremmo, in assenza di un inverno particolarmente rigido e in assenza di ulteriori problemi sugli approvvigionamenti da Algeria o Libia, arrivare con gas a fine inverno ma purtroppo i veri problemi saranno nel prossimo inverno 2023-24”.

E non c’è tanto tempo per pensarci. “Se non venisse ripristinato il flusso di gas dalla Russia, tutta l’Europa si ritroverebbe sicuramente ‘short’ gas in maniera molto più importante rispetto a quello che affronteremo questo inverno”, spiega Demarchi. Infatti, osserva, rischiamo di “non avere il tempo di sostituire i volumi che arrivano dalla Russia in così breve tempo”. Quindi “se questo inverno sarà complicato, il prossimo lo sarà di più”.

L’importanza dei rigassificatori

Il ministro uscente Cingolani, annunciando l’addio a ogni impegno futuro sul tema, ha ricordato la fondamentale importanza in questo senso dei rigassificatori galleggianti. “Fondamentale che i rigassificatori vengano messi in funzione il prima possibile perché ne va della sicurezza nazionale. E’ urgentissimo che dall’inizio dell’anno prossimo ci sia almeno il primo rigassificatore, quello di Piombino, ed entro inizio 2024 il secondo”, ha detto ancora spiegando: “Oggi abbiamo dimezzato la nostra dipendenza dal gas russo. L’indipendeza totale è prevista nella seconda metà 2024, sostanzialmente quando saranno piazzati i due nuovi rigassificatori”.

Quanto all’entrata in funzione del primo, a Piombino, nei tempi previsti, “sicurezze non ne ho, è un’eredità che lascio e spero che tutti si rendano conto che la sicurezza energetica nazionale dipende da quello. Se abbiamo il Gnl e abbiamo la nave, e non saremo in grado di utilizzarlo sarà un vero e proprio suicido; qualcuno dovrà prendersi la responsabilità”.