Paesi con un debito “ancora molto alto” come l’Italia devono essere “più ambiziosi“. È l’invito rivolto dal Fondo monetario internazionale al Governo di Giorgia Meloni tramite le parole del vice capo del dipartimento europeo, Helge Berger, secondo cui le politiche economiche di Roma vanno nella direzione giusta della riduzione del debito, ma non sarebbero sufficienti.
Le stime dell’Fmi
Il punto sul quadro economico italiano è stato fatto in occasione della presentazione dell’outlook sull’Europa, il rapporto semestrale diffuso durante gli incontri annuali della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale in corso a Washington.
Per l’Eurozona, l’Fmi ha rivisto al ribasso la stima di crescita di quest’anno allo 0,8% e ha tagliato di 0,3 punti percentuali quella sul 2025 all’1,2%, mentre a livello mondiale il capo economista, Pierre Olivier Gourinchas ha affermato nell’editoriale del rapporto che “la battaglia globale contro l’inflazione è quasi vinta”, ma che ora sarebbe necessario un cambio di passo per le politiche economiche e monetarie sotto diversi ambiti, nonostante i rischi portati da un’escalation nei conflitti regionali, di una politica monetaria restrittiva per troppo tempo e una possibile riemersione della volatilità nei mercati finanziari e sui mercati dei debiti pubblici.
L’Fmi ha confermato le stime per il 2024 sul nostro Paese, prevedendo per l’Italia una crescita del Pil dello 0,7% per quest’anno e dello 0,8% per il 2025, in calo dello 0,1% rispetto a quanto calcolato a luglio in vista dell’anno prossimo.
Previsioni migliori rispetto alla Germania, per la quale è stimata una crescita zero per il 2024 e dello 0,8% per il 2025, con una revisione al ribasso dello -0,5 punti percentuali rispetto alle cifre di tre mesi fa.
“Una persistente debolezza della manifattura pesa sulla crescita di Paesi come la Germania e l’Italia” scrive l’Fmi, secondo cui Roma dovrebbe comunque beneficiare della domanda interna per il Pnrr.
Il debito italiano
Per quanto riguarda il debito pubblico italiano, il Fondo monetario internazionale prevede il rapporto con il Pil in salita dal 134,6% del 2023 al 136,9% nel 2024, per arrivare al 138,7% nel 2025, mentre nel 2029 è atteso al 142,3%.
In riduzione invece il deficit, al 4% secondo le stime del 2024 e al 3,8% nel 2025, per poi raggiungere il 3,1% nel 2029.
“Il rapporto debito-Pil dell’Italia è calato molto rispetto al picco del 2020 – ha commentato Helge Berger – , ma è vero che resta ancora molto alto e, se guardate alle nostre stime, andando avanti salirà leggermente ancora nei prossimi cinque anni”.
“Diamo il benvenuto all’aggiustamento di bilancio su cui il governo” italiano “e l’Ue si sono accordati” ha aggiunto ancora il vice capo del Dipartimento europeo dell’Fmi, sottolineando però “che per i Paesi come l’Italia che hanno un elevato debito è cruciale essere un po’ più ambiziosi rispetto al solo ridurre gradualmente i deficit”.
“Incoraggiamo il governo a cercare strade per centrare questo obiettivo con politiche” che rispettano la crescita, ha aggiunto Berger, sottolineando come “allo stesso tempo questo aiuterà la credibilità e il Paese. Ci sono riforme strutturali che il Paese potrebbe effettuare che potrebbero aiutare ad aumentare la crescita e questo aiuterebbe” la situazione di bilancio.