Taglio tassi, è ormai certo l’intervento della Fed: cosa dicono i numeri sul lavoro

I dati sulle posizioni lavorative aperte e sugli occupati confermano un rallentamento del mercato del lavoro e sostengono un taglio die tassi di 25 punti base a settembre

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Redazione

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Ormai è praticamente certo: la Federal Reserve taglierà i tassi di 25 punti base nella riunione del prossimo 16-17 settembre, dopo la spaccatura evidenziata dal FOMC all’ultima riunione. Una decisione supportata non solo dalle aspettative del mercato, rafforzatesi dopo le parole di Powell da Jackson Hole, ma anche dai numeri più recenti sul mercato del lavoro, che confermano di una fase di rallentamento. Scenario avallato anche anche dalle risultanze del Beige Book, la consueta indagine mensile sulla congiuntura economica dei 12 Distretti della Fed.

I deboli numeri dei posti vacanti 

Il Dipartimento del Lavoro statunitense ha pubblicato ieri il rapporto sulle aperture di posti di lavoro (JOLTS), da cui è emerso che i posti vacanti sono scesi di 176mila unità a luglio, attestandosi a 7,18 milioni, ben al di sotto delle attese che indicavano un aumento a 7,38 milioni. Si tratta del minimo degli ultimi dodici mesi (settembre 2024). Solo negli ultimi due mesi, le offerte di lavoro sono diminuite di oltre 300.000 unità, a conferma dell’indebolimento registrato nel corso dell’estate.

Il numero dei licenziamenti è rimasto relativamente contenuto, anche se per la prima volta dalla pandemia si sono registrati più disoccupati che posti disponibili. Anche le persone che hanno rassegnato le dimissioni e stanno cambiando lavoro risultano pressoché stabili.

Cosa è emerso dal Beige Book  

Anche il Beige Book della Fed, pubblicato ieri sera, ha confermato un rallentamento del mercato del lavoro, segnalando che ben sette distretti hanno rilevato che le aziende sono riluttanti ad assumere lavoratori a causa della domanda più debole o dell’incertezza (sui dazi). Nonostante ciò, undici distretti hanno segnalato una “variazione netta minima o nulla” dei livelli occupazionali complessivi, mentre un distretto ha parlato di “un modesto calo” del numero di occupati.

Due distretti hanno segnalato un aumento dei licenziamenti, mentre altri distretti hanno segnalato una riduzione dell’organico a causa dell’abbandono del personale, incoraggiato, a volte, dalle politiche di rientro in ufficio.

Più in generale, la maggior parte dei distretti ha menzionato un aumento del numero di persone in cerca di lavoro. Tuttavia, metà dei distretti ha osservato una riduzione della disponibilità di manodopera immigrata con impatti soprattutto sul settore edile.

Metà dei distretti ha descritto una modesta crescita dei salari, dato che dovrebbe favorire un contenimento dell’inflazione, e la maggior parte degli altri distretti ha segnalato una crescita moderata. Due distretti hanno notato una variazione minima o nulla nei salari.

Licenziamenti e occupazione: aspettando il Job Report

I dati sui licenziamenti e quelli e sulla disoccupazione, che precedono di un giorno la pubblicazione del Job Report, hanno offerto un quadro a tinte fosche.  Il dato di Challenger sui licenziamenti ha segnalato ad agosto il taglio di 85.979 posti di lavoro, in crescita del 39% rispetto al mese precedente (62.075) e  del 13% rispetto allo stesso periodo del 2024 (75.891).

Quanto alle richieste settimanali di sussidio alla disoccupazione, sono risultate pari a 237 mila unità, in aumento di 8.000   rispetto alle 229 mila della settimana precedente e rispetto alle 230 mila attese.

Il report di ADP sull’occupazione nel settore privato, che precede di un giorno i dati ufficiali del Dipartimento del Lavoro, evidenzia che gli occupati del settore privato hanno registrato un incremento di 54 mila posti di lavoro, dopo i 104 mila del mese precedente, risultando inferiori alle attese degli analisti che indicavano un aumento di 73 mila unità.

Il Job Report invece dovrebbe segnalare un aumento degli occupati del settore non agricolo di 74mila unità, poco variati rispetto alle 73mila del mese di luglio. L’aumento dell’occupazione è stato in media di 35.000 posti di lavoro al mese negli ultimi tre mesi, rispetto ai 123.000 registrati nello stesso periodo del 2024. Si prevede anche che il tasso di disoccupazione salirà al 4,3% dal 4,2% di luglio.

Taglio tassi Fed ormai scontato

Con questi numeri, un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve è pressoché scontato. Il presidente Jerome Powell,  ni occasione del simposio di Jackson Hole, aveva dato un segnale importante di inversione della politica monetaria, aprendo ad un taglio di 25 punti base a settembre e forse un altro entro la fine dell’anno.

A due settimane dal meeting del FOMC di metà settembre, i future sui Fedwatch segnalano senza ombra di dubbio un taglio di un quarto di punto, indicando con una probabilità del 97,6% una riduzione dei tassi al 4-4,25% dal 4,25-4,50% attuale.

Secondo gli esperti di Generali Investments, “il mercato ha ormai quasi completamente scontato un taglio dei tassi nella riunione di settembre”, essendo i tassi USA già scesi la scorsa settimana di 10 punti al 4,2%. “Un secondo taglio – si  afferma – è previsto per dicembre. Manteniamo una posizione neutrale sui tassi statunitensi, con una preferenza per una pendenza della curva in aumento; tuttavia, se i dati sul mercato del lavoro dovessero discostarsi significativamente dalle aspettative, i tassi negli Stati Uniti potrebbero muoversi al di fuori dell’intervallo osservato nelle ultime settimane”.