Uno degli eventi dell’anno sono, senza ombra di dubbio, le elezioni Usa di novembre, un appuntamento di grande rilevanza non solo politica, ma anche geopolitica e finanziaria visto che Biden e Trump hanno approcci praticamente diametralmente opposti. A spiegare i possibili scenari Andrew Lake, Head of Fixed Income di Mirabaud Asset Management.
Biden bis?
“Mi aspetto una continuità nelle politiche dell’amministrazione Biden”, sottolinea Lake. Le infrastrutture dovrebbero beneficiare chiaramente dei piani di spesa del presidente in questo settore, il che influenzerà anche settori correlati come l’edilizia, l’acciaio, ecc. Le infrastrutture negli Stati Uniti, come autostrade, aeroporti e strade, necessitano di miglioramenti; le iniziative “Invest in America” e lo “US CHIPS Act” sono state ideate sia per stimolare la crescita interna sia per riportare alcuni settori manifatturieri chiave negli Stati Uniti. Questo porterà vantaggi ai settori tecnologici e dei semiconduttori americani. Anche l’energia pulita e i veicoli elettrici sono al centro delle politiche, quindi è probabile che gli Stati Uniti continuino a focalizzarsi sull’ambiente, forse esercitando una certa pressione sull’industria petrolifera e del gas
“Make America Great Again”
Trump “dovrebbe concentrarsi sul tema “Make America Great Again” (MAGA), promuovendo la crescita interna e riducendo le tasse, tra le altre priorità. È probabile che il settore immobiliare riceva attenzione, dato il suo coinvolgimento in quest’area, ma è improbabile che riesca a mantenere le politiche fiscali ridotte del suo precedente mandato, data la precaria situazione fiscale degli Stati Uniti. È meno incline a promuovere l’energia pulita e i veicoli elettrici; quindi, il suo impatto sarebbe diverso rispetto a quello di una presidenza Biden. Ci si potrebbe aspettare un buon rendimento dal settore della difesa e da alcune industrie nazionali come l’acciaio, poiché è probabile che aumenti i dazi, un’area già sotto esame anche da parte di Biden”.
Gli effetti sull’inflazione
È possibile – conclude l’esperto – “che una presidenza Trump comporti un maggiore rischio di inflazione, poiché ha promesso tariffe del 10% su tutte le importazioni, il che potrebbe aumentare i costi dei beni. Tuttavia, non è probabile che questo influisca immediatamente sulle decisioni della Federal Reserve per il 2024 o l’inizio del 2025. A quel punto, la Fed potrebbe aver già iniziato un ciclo di riduzione dei tassi di interesse”.