Riflettori sulla Fed: cosa aspettarsi dalla riunione di domani

La banca centrale statunitense ha annunciato a dicembre una inversione di rotta della politica ma sul timing di un possibile taglio dei tassi c'è ancora incertezza

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Redazione

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Dopo il nulla di fatto della BCE sui tassi, i riflettori tornano sulla Federal Reserve, che domani si appresta ad annunciare le decisioni di politica monetaria. Non sono attese decisioni sui tassi, che per ora resteranno invariati e, similarmente alla BCE, ci si attende un ancoraggio delle decisioni del Board ai dati in uscita nei prossimi mesi.

Il voltafaccia della Fed

Frattanto, gli analisti di Pictet Asset management, ricordano che “c’è un evento chiave che determina la view attuale: il voltafaccia della banca centrale americana, avvenuto nella riunione del Fomc dello scorso 13 dicembre, quando la Fed ha segnalato con il suo dot plot tre tagli dei tassi di 25 punti base ciascuno nel corso del 2024 (rispetto ad un taglio indicato nel FOMC di settembre). Il mercato ne prezza oggi sei, avendo già cominciato il recupero a fronte di dati macroeconomici incoraggianti relativi all’inflazione”.

Mercati ancora troppo “euforici”

“Siamo nella condizione di poterci occupare dei rischi (downside) per la crescita e non solo di quelli (upside) per l’inflazione“, ha detto Powell nella conferenza stampa al termine della riunione di metà dicembre, anticipando un ritorno della politica monetaria al doppio target di inflazione e crescita.

“La banca centrale Usa è tornata al dual mandate (stabilità monetaria e piena occupazione) con un colpo di teatro a fine 2023, che ha scatenato un rally della parte a breve della curva”, sottolinea Pictet AM, aggiungendo “su queste scadenze il pricing è ancora euforico (con 6 tagli incorporati) le scadenze medio-lunghe dei Treasuries offrono più valore. Sul fronte del balance sheet il QT è compensato dallo spostamento delle masse monetarie sui prodotti di liquidità: un’altra buona notizia”.

Peraltro, Pictet AM ritiene “il mercato più correttamente prezzato rispetto all’andamento dell’inflazione visti i livelli ai quali oggi è rientrata. In aggiunta, applicando la regola di Taylor alle proiezioni di consenso sull’inflazione (Core PCE) e a quelle sulla disoccupazione, la situazione attuale giustificherebbe tassi anche più bassi di quelli correnti. Ad esempio, i Fed Funds stimati con la regola di Taylor sarebbero al 4,63% oggi per scendere al 3% a fine 2024“.

Cosa aspettarsi per il 2024

“Il 2024 sarà l’anno in cui cercare valore sulla parte lunga della curva dei tassi, soprattutto negli Usa. – spiegano gli analisti – L’Europa è mediamente cara ma, dovendo scegliere, meglio le scadenze brevi”.

“Sul fronte obbligazionario possiamo osservare un andamento piuttosto omogeneo della curva dei tassi di rendimento, per quanto le scadenze brevi dipendano principalmente dalle politiche monetarie, mentre quelle a medio e lungo termine sono influenzate da meccanismi di mercato meno reattivi ai movimenti dei tassi. Complessivamente, nell’ultimo trimestre si è registrato su tutta la curva un movimento uniforme e della medesima entità, con un calo di 75 punti base, pari all’1% dal picco; un movimento, quindi, particolarmente rilevante”.

“Alla luce dell’inversione di rotta della FED, e considerando che il mercato ha già prezzato sei tagli invece dei tre promessi”, gli analisti di Pictet ritengono che “la parte a breve della curva americana non offra molto valore (a meno di una recessione imminente) e possa essere suscettibile a correzioni”. “Dall’altra parte, vediamo invece valore sulla parte lunga – aggiungono – il cui fair-value stimiamo pari a circa il 3,5%, raggiungibile da qui a fine 2024; valore composto dallo 0,5-1% di tasso neutrale, 2-2,5% di inflazione e 0,5% di Term Premium”.

Cosa sarà del QT?

Per Pictet AM “è ora possibile che, come si legge dalle minute del FOMC di dicembre, si annunci una riduzione del QT“, come confermato anche dalla Presidente della Fed di Dallas Lorie Logan a inizio gennaio, tenendo in considerazione “le possibili implicazioni negative sulla circolazione della liquidità una volta esaurito il cuscinetto dei MMF investiti in RRP. Questo cuscinetto oggi ammonta a 700 miliardi di dollari di reverse repo e il suggerimento della Logan è di rallentarne l’erosione onde dare tempo al sistema finanziario di adattarsi meglio ad un regime di liquidità non più abbondante”.