Faro dell’Antitrust cinese su Nvidia: titolo giù a Wall Street

L'Autorità cinese per la regolamentazione del mercato ha avviato un'indagine in relazione all'acquisizione di Mellanox

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Redazione

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Pubblicato: 10 Dicembre 2024 09:27

Soffre a Wall Street il titolo Nvidia, colosso statunitense dei processori grafici che rappresenta il titolo principe della crescita dell’intelligenza artificiale, dopo l’apertura di un’indagine da parte delle autorità cinesi per possibili violazioni della legge antimonopolio del paese. L’azienda californiana ha chiuso in ribasso del 2,55% la seduta, a quota 138,81 dollari per azione, ma rimane comunque in rialzo del 180% da inizio anno, risultando uno dei migliori titoli del Nasdaq nel 2024 grazie al continuo interesse degli investitori per l’intelligenza artificiale.

L’apertura dell’indagine

La State Administration for Market Regulation della Cina ha aperto un fascicolo sull’azienda, affermando che il produttore di chip statunitense è sospettato di aver violato gli impegni presi durante l’acquisizione da 7 miliardi di dollari del progettista di chip israeliano Mellanox Technologies del 2020.

Sebbene le autorità di regolamentazione cinesi abbiano approvato la transazione all’epoca, hanno imposto diverse condizioni antitrust per prevenire rischi monopolistici post-fusione, a cui Nvidia era tenuta a conformarsi. Non è chiaro quale di questi impegni possa essere stato disatteso.

La risposta di Nvidia

Nvidia ha fatto sapere nella notte di essere “felice di rispondere a qualsiasi domanda gli enti regolatori possano avere”. La società “vince in base al merito, come riflesso nei nostri risultati di riferimento e nel valore per i clienti, e i clienti possono scegliere la soluzione migliore per loro”, si legge in una nota.

“Lavoriamo duramente per fornire i migliori prodotti possibili in ogni regione e onoriamo i nostri impegni ovunque facciamo affari“, ha sottolineato.

Pesano le tensioni Usa-Cina

Le accusa a Nvidia sono l’ultimo capitolo delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, in particolare sulle capacità di produzione di chip, con l’amministrazione Biden che il 2 dicembre ha annunciato un’ultima serie di restrizioni mirate ai produttori di utensili per semiconduttori.

Inoltre, la scorsa settimana, quattro delle principali associazioni industriali cinesi hanno rilasciato una risposta coordinata, affermando che le aziende cinesi dovrebbero essere caute nell’acquistare chip statunitensi poiché “non erano più sicuri” e dovrebbero invece acquistare localmente.