Mercati, settimana debole tra ottimismo su dazi e trimestrali

Record per Wall Street: Nasdaq e S&P 500 ai massimi storici

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Redazione

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Si chiude una settimana contrastata per le principali borse europee, scandita dall’avvio della stagione delle trimestrali in USA, con i conti delle big bancarie che hanno aperto le danze della earning season. Nel frattempo, la questione dazi è tornata in primo piano, dopo la nuova minaccia di tariffe avanzata dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in Ue e Messico, a partire dal primo agosto.

Trump minaccia il licenziamento di Powell, poi smentisce

Quella sui dazi non è stato l’unico affondo del Tycoon. Durante l’ottava, infatti, l’inquilino della Casa Bianca ha ventilato l’ipotesi di un licenziamento del numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, “reo” secondo Trump di non aver abbassato i tassi di interesse, di fronte ad una inflazione che accelera, negli USA. Le voci del licenziamento sono subito rientrate con una smentita pubblica da parte del Presidente USA, ma tanto è bastato per far sbandare seppur in maniera controllata i listini americani e di conseguenza europei.

Inflazione USA: dati estivi confermano impatto dazi, si apre lo spazio per tagli graduali

I prezzi al consumo sono saliti del 2,7% su base annua, sopra il 2,4% di maggio e oltre le attese degli analisti (+2,6%). L’indice core, al netto di energia e alimentari, più osservato dalla Fed, è salito del 2,9%, sotto il 3% del consensus e dopo il +2,8% rilevato a maggio. Si osservano segnali di pressioni sui prezzi riconducibili all’introduzione dei dazi, con i beni di base, in particolare il comparto dell’arredamento domestico, che hanno contribuito per circa 0,05 punti percentuali all’aumento mensile del PCE core. Tuttavia, l’impatto complessivo sembra, al momento, più contenuto rispetto alle stime più pessimistiche, spiega Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel.

Eurostat conferma inflazione al 2%. BCE verso tassi invariati

Inflazione al 2 per cento nell’Eurozona a giugno. Eurostat conferma le stime preliminari diffuse a inizio mese. Dati che arrivano a una settimana della riunione del consiglio direttivo (24 luglio), chiamato a prendere decisioni sui tassi di interesse, il cui orientamento sembra essere quello di lasciare gli attuali livelli invariati, D’altronde l’inflazione generale dell’Eurozona è ancorata al livello che piace a Francoforte.

Dollaro stabile nonostante le decisioni di Trump sui dazi

Le lettere che il Presidente Trump continua a inviare ai partner commerciali, annunciando dazi molto elevati a partire da agosto, vengono interpretate come l’ennesimo rinvio della sua scadenza del 9 luglio e sono considerate per lo più un semplice strumento negoziale, sottolinea Ebury nel suo report settimanale. Le valute del G10 si mantengono in intervalli ristretti tra loro, ed è notevole che la reazione del mercato sia quella di ignorare la notizia dei dazi, o addirittura di sostenere il dollaro – un netto cambiamento rispetto alla risposta iniziale al “Giorno della Liberazione” di aprile. Solo il mercato dei titoli del Tesoro statunitense continua a inviare segnali inquietanti, con le obbligazioni a lungo termine che subiscono vendite dopo l’approvazione della legge di bilancio di bilancio statunitense e alla prospettiva di un aumento del deficit, ma anche lì l’andamento è finora ordinato. Questa resilienza, si legge nel rapporto, sarà certamente messa alla prova questa settimana. I mercati seguiranno attentamente i negoziati commerciali per qualsiasi segnale di progresso. Un’ulteriore fonte di preoccupazione per il dollaro sono i continui attacchi di Trump alla Fed e la pressione sulla banca centrale affinché abbassi i tassi più velocemente di quanto sia incline a fare.

Bitcoin supera ogni record: i fattori chiave dietro la crescita degli ultimi giorni

Negli ultimi giorni Bitcoin ha toccato nuovi massimi storici superando i 120.000 dollari, spinto da forti afflussi negli ETF spot e da un marcato squilibrio tra domanda e offerta. Ma a sostenere il rally, spiega André Dragosch, Head of Research per l’Europa di Bitwise, hanno contribuito anche altre dinamiche, come le prospettive di una politica fiscale e monetaria più espansiva negli Stati Uniti e i rumors sulle dimissioni del presidente della Fed.

La performance settimanale delle borse

Le peggiori performance della settimana vengono registrate dalle piazze di Madrid e Parigi in calo, entrambe, di oltre l’1%. Frazionale la discesa di Francoforte (-0,6%) e Milano (-0,5%). Tiene la piazza di Londra con un +0,2%. Il finale si prefigura a due velocità anche per la borsa di Wall Street, con il Nasdaq in pole position dopo che Taiwan Semiconductor Manufacturing ha dato verve al settore tecnologico, comunicando un profitto record del secondo trimestre in volata del 61% rispetto all’anno precedente.

I migliori e peggiori a Piazza Affari

A Piazza Affari, best performer è Prysmian con un +5,3% che ha beneficiato della revisione al rialzo delle previsioni per fine anno diffuse da parte della concorrente francese Legrand. Tra gli altri migliori titoli, anche Technoprobe (+4,7%) con Mediobanca ha confermato il giudizio “Outperform”. Bene, inoltre, Leonardo +5,3% e Italgas +4,5%, quest’ultima ha rinnovato fino al 2028 l’accordo con la britannica Cadent. Dal lato dei ribassi, chiude in forte calo Stellantis che scivola del 12,1% dopo l’annuncio dell’addio alla produzione di motori a idrogeno. Giù anche Buzzi -10% sulla scia del profit warning di Renault.