Settimana positiva per le principali borse europee, con gli investitori che continuano ad accarezzare l’ipotesi che la Banca centrale europea scenderà in campo in modo deciso, per supportare l’economia. Uno scenario tuttavia “freddato” dal membro del Comitato esecutivo dell’istituto centrale, Isabel Schnabel, che ha invitato alla cautela sulla politica monetaria da portare avanti. Anche Philip Lane, capo economista della BCE, ha detto che la stretta sui tassi non deve durare troppo, altrimenti ci sarà un impatto eccessivo su PIL e Inflazione. Per il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ci sono tutte le ragioni per un taglio dei tassi BCE, a dicembre.
L’inflazione in Europa sotto attese non scalda le Borse
Ed è proprio l’inflazione che questa settimana è tornata in focus, cresciuta ancora in novembre. La stima flash sull’Eurozona ha rilevato un ulteriore aumento dei prezzi a +2,3%, contro un consensus +2,4%, mentre a ottobre era al +2% e a settembre al +1,7%. Il dato non sembra cambiare le prospettive di un ulteriore taglio da parte della BCE. Intanto, in Italia il fatturato dell’industria è calato, mentre quello dei servizi è aumentato. La Germania ha annunciato una flessione delle vendite al dettaglio, mentre, sul fronte del lavoro, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6,1%. Quanto all’inflazione tedesca, si conferma inferiore alle attese a novembre. In Francia il PIL è cresciuto, nel terzo trimestre, spinto dalla spinta delle spese per servizi su cui ha influito la vendita dei biglietti per le Olimpiadi. Inoltre, a novembre, l’inflazione ha allungato il passo all’1,3% ma restando sotto le attese degli analisti.
Bitcoin ancora in corsa e dollaro in focus
Il Bitcoin prosegue la marcia, inarrestabile, dopo che la scorsa settimana ha continuato a segnare nuovi massimi storici, appena al di sotto della soglia dei 100.000 dollari, mai toccata in precedenza. Secondo gli addetti ai lavori, il picco della criptovaluta, destinata a salire, dovrebbe verificarsi alla fine del 2025 o all’inizio del 2026.
Intanto il rally del dollaro è rallentato significativamente la scorsa settimana, nonostante la temporanea flessione dell’euro al di sotto del livello di 1,04, a causa dei pessimi numeri PMI di novembre. L’attenzione resta sulla valuta statunitense sulla scia della nomina di Scott Bessent, a segretario al Tesoro da parte di Trump, noto “falco fiscale” che ha criticato la politica della Fed come, troppo indulgente e mette in discussione il percorso dell’inflazione USA. In Asia, lo yen ha ripreso a correre sulla scommessa di un intervento della Bank of Japan.
Tra le commodities, prezzi in ripresa per il petrolio, dopo che l’Opec+ ha deciso di rinviare il meeting, previsto per domenica 1° dicembre, a giovedì 5 dicembre, per decidere la nuova politica di produzione e trovare un accordo sul possibile rinvio degli aumenti delle quote produttive. L’Opec+ ha fatto sapere di aver rinviato la riunione per evitare conflitti con un altro evento, il 45esimo vertice degli Stati del Golfo, che si terrà il 1° dicembre in Kuwait. Fonti dell’Opec+, intanto, hanno confermato che la prossima settimana si discuterà nuovamente di un ulteriore rinvio degli aumenti produttivi per il mese di gennaio.
Prosegue la lenta crescita dei prezzi dell‘oro. La domanda dei beni rifugio resta sostenuta dati i timori relativi alle politiche commerciali che potrebbe mettere in campo la nuova amministrazione Trump. Il presidente eletto è tornato a minacciare nuove tariffe sui beni importati anche dalla Cina oltre che da Messico e Canada. I guadagni restano comunque frenati dalla resilienza del dollaro americano – rinforzato dalle dichiarazioni di Trump – e dal rallentamento della domanda dopo i segnali di distensione che arrivano dal Medio Oriente.
La performance settimanale delle borse
La palma dei rialzi, in questa settimana, viene conquistata dalla piazza di Francoforte che chiude con un +2,51%. Segue Londra che porta a casa un guadagno dell’1,69%. Frazionale la salita, invece, di Madrid +0,25%, Milano +0,36% e Parigi +0,30%. Quest’ultima ha risentito dell’incertezza sul Governo, messo alla prova dall’approvazione del bilancio 2025: anche lo spread tra le obbligazioni di stato francesi (OAT) e i Bund tedeschi è salito ai massimi dall’agosto del 2012, a 90 punti. Il finale si prepara in rialzo, anche per Wall Street: il listino americano, nella seduta di giovedì è rimasta chiusa per il Giorno del Ringraziamento e, venerdì, è stata aperta solamente per mezza giornata. C’è grande attesa per i dati sugli acquisti effettuati per il Black Friday, anticipatori dei consumi dell’ultimo scorcio dell’anno.
I migliori e peggiori a Piazza Affari
Fra i migliori e i peggiori della settimana, le banche sono ancora in focus, con UniCredit e BPM protagoniste, ma a due velocità. Il titolo di Piazza Gae Aulenti, che lascia sul terreno oltre 6 punti percentuali, ha lanciato una OPA sulle azioni di Piazza Meda che balzano del 7,04%. Fuori del comparto bancario, fa bene Brunello Cucinelli che avanza del 6,47%, mentre dal lato dei ribassi, scivola Buzzi (-3,7%).