Emissioni obbligazionarie, S&P vede aumento nel 2024

E' quanto emerge dal nuovo report di S&P Global Ratings che evidenzia una notevole differenza tra la prima e la seconda metà del 2024

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Redazione

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Le emissioni obbligazionarie globali sono aumentate del 13% nella prima metà del 2024, con incrementi più significativi nella finanza strutturata e nella finanza pubblica statunitense. E’ quanto emerge dal nuovo report di S&P Global Ratings (“S&P”) sulle condizioni del credito globale e sull’andamento delle emissioni obbligazionarie a livello globale, che evidenzia una notevole differenza tra la prima e la seconda metà del 2024.

Emissioni obbligazionarie globali

Come nel primo trimestre, S&P ritiene che gran parte dell’aumento da marzo sia dovuto al fatto che i debitori hanno approfittato della forte domanda di mercato per rifinanziarsi e prepararsi alle crescenti incertezze all’orizzonte.

Quanto al rallentamento dell’inflazione “alimenta le attese del mercato per ulteriori riduzioni dei tassi d’interesse nella seconda metà di quest’anno, ma un ritmo più sostenuto di rifinanziamento del debito, un relativo rallentamento delle fusioni e delle acquisizioni e l’aumento della volatilità del mercato probabilmente compenseranno i benefici derivanti dalla riduzione dei tassi nel breve termine”

Il report S&P

L’insieme di questi fattori e i dati complessivi del primo semestre – si legge ancora nel report – “fanno prevedere un aumento delle emissioni obbligazionarie di circa il 9% quest’anno, con un potenziale di rialzo in considerazione del fatto che i rischi geopolitici sono spesso più temuti di quanto non siano effettivamente restrittivi” .

Riflettori sulla FED

Oggi, intanto, riflettori di nuovo puntati sulla Federal Reserve: per questo meeting (30-31 luglio) non sono attese novità in materia di tassi di interesse, che dovrebbero essere confermati al record storico del 5,25-5,50%, con la promessa di una prima riduzione di 25 punti nella riunione che segue la pausa estiva. E, forse, uno o due altri interventi prima della fine dell’anno.

La decisione dovrebbe essere comunque radicata sulle prospettive di crescita resiliente e sul graduale rientro dell’inflazione, in contrasto con la view di giugno che prevedeva un solo taglio dei tassi nel 2024. A questo riguardo qualche indicazione in più potrebbe arrivare da Powell.

Nel frattempo, l’economia statunitense nel 2° trimestre dell’anno è crescita del 2,8% su base trimestrale, contro una crescita del 2% attesa dagli analisti e rispetto al +1,4% del trimestre precedente. L’aumento del PIL reale riflette principalmente l’aumento della spesa dei consumatori, degli investimenti in scorte private e degli investimenti fissi non residenziali. Crescono anche le importazioni, che rappresentano una sottrazione nel calcolo del PIL.