Svolta storica per la Gran Bretagna che vira a sinistra, o per meglio dire verso il centro-sinistra, confermando le aspettative della vigilia, che davano una vittoria netta del partito laburista guidato da Sir Keir Starmer.
Una partita vinta con un risultato schiacciante 410 seggi sui 650 complessivi alla Camera dei Comuni, contro i 131 seggi conquistati dai conservatori si Rishi Sunak. Un risultato quest’ultimo che aggiorna i minimi storici dei Tory che scontano oltre un decennio di scossoni, scandali, leadership non sempre convincenti, e caratterizzato da una pandemia e da una lunga crisi economica, che ha portato anche al tracollo della sterlina ai minimi storici durante il governo Truss, proprio in vista di una recessione prolungata.
La Gran Bretagna, dunque, sceglie una via più moderata, una navigazione tranquilla come quella promessa dall’ala stameriana, anche in reazione a tutte le difficoltà generate dalla Brexit e dalla crisi economica che ne è seguita. Una scelta all’insegna del cambiamento, sotto lo slogan “change” che sa anche di riscatto. Ma come hanno preso la vittoria i mercati?
La reazione “tranquilla” dei mercati
La partenza della Borsa di Londra è stata all’insegna del consolidamento del vantaggio acquisito sin qui, da momento che il principale indice borsistico della City, il Footsie, ha aggiornato i suoi massimi storici in primavera. L’indice FTSE 100 al momento registra un progresso dello 0,37%, performando meglio delle altre borse europee, che appaiono più tentennanti.
Bene anche la sterlina, che continua a rafforzarsi sul dollaro, attestandosi a 1,2779 USD (+0,13%), anche in risposta ad un dollaro che si è indebolito per ragioni legate ai dati macroeconomici deludenti usciti nei giorni scorsi, mentre resta stabile sull’euro a 1,1803 EUR, ai massimi dell’ultimo periodo.
Il rendimento del decennale britannico – Gilt a 10 anni – è salito al 4,2170% (+0,015 punti), a fronte di una politica monetaria che si mantiene tendenzialmente restrittiva in vista di un rientro stabile dell’inflazione entro il target del 2%. A questi livelli di rendimento, lo Spread con il Bund tedesco si attesta a 164,1 punti.
Soddisfatte le aspettative degli analisti: cosa accadrà ora?
La vittoria dei labour era pressochè stata scontata dagli analisti finanziari, che quindi attendevano una reazione dei mercati finanziari “relativamente contenuta”.
Secondo Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, “la prospettiva di una larga maggioranza per un governo ‘centrista’ dovrebbe essere accolta con sollievo dagli investitori, aumentando l’appeal degli asset britannici“, anche se c’è da tener conto che “il Partito Laburista sarà chiamato a confrontarsi con uno scenario complesso: la combinazione di pressione fiscale elevata, crisi dei servizi pubblici e mancanza di investimenti in capitale pone notevoli sfide”. “Il governo entrante – sottolinea l’analista – spera che il calo di inflazione e tassi di interesse possa dare una spinta alla crescita, aumentando la fiducia degli elettori e dando all’esecutivo un po’ di respiro per l’attuazione del suo programma politico”, anche se si ritiene che “Starmer ed il Cancelliere Reeves cercheranno di aumentare il carico fiscale, verosimilmente incrementando l’imposta sulle plusvalenze e la tassa di successione: iniziative che certo non saranno ben accolte dagli investitori, ma che sarebbero destinate ad aumentare le entrate e il consenso dell’ala sinistra del Partito Laburista, incline a una maggiore redistribuzione della ricchezza”.
Per Laura Foll, Gestore di portafoglio del team Global Equity Income di Janus Henderson, “il risultato delle elezioni britanniche offre agli investitori l’opportunità di concentrarsi nuovamente sulle caratteristiche positive delle società quotate nel Regno Unito”. La vittoria dei labour – si sottolonea – “porta con sé un senso di stabilità politica, un’attenzione al rilancio dell’economia e all’allentamento delle barriere commerciali con l’Unione Europea (UE), tutti fattori che favoriscono il sentiment degli investitori sulle azioni del Regno Unito”. “Una maggiore crescita economica del Regno Unito sarebbe ‘chiaramente positiva’ per i titoli azionari orientati al mercato interno – suggerisce l’analista – in quanto creerebbe il potenziale per una maggiore crescita delle vendite e degli utili. Sebbene le riforme sul lato dell’offerta proposte dai laburisti richiedano probabilmente del tempo per avere un impatto sull’economia, potrebbe accadere che il governo entrante erediti già un contesto interno migliore, con l’economia britannica che è già uscita dalla recessione superficiale sperimentata nella seconda metà del 2023. Un’area di interesse iniziale per il governo entrante sembra essere l’edilizia abitativa, in particolare la volontà di aumentare il numero di case costruite all’anno. Molte aziende quotate in borsa nel Regno Unito potrebbero avere un impatto positivo se i laburisti riuscissero a raggiungere questi obiettivi”.