Commerzbank, UniCredit tira dritto e sale al 21%: chiesto il permesso alla Bce per il 30%

Berlino era andata in allarme quando UniCredit aveva dichiarato di possedere il 9% di Commerzbank. Oggi UniCredit ne ha il 21% e chiede alla Bce il permesso di salire al 30%

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Lo sgambetto del governo tedesco non è servito dal momento che UniCredit non intende togliere Commerzbank dal proprio mirino: dopo il recente blocco alla vendita di nuove azioni da parte di Berlino, la banca italiana ha reso noto di aver presentato alla Bce “istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank”. Intanto, nella giornata di lunedì 23 settembre, “ha sottoscritto strumenti finanziari aventi a oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale” di Commerzbank.

Così ha scritto UniCredit in una nota, precisando che “il relativo regolamento in azioni può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni”. Attualmente, viene reso noto, UniCredit “ha raggiunto circa il 21%” di Commerzbank.

Olaf Scholz attacca UniCredit

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz biasima le mire di UniCredit, liquidandole come “attacchi non amichevoli, acquisizioni ostili” che “non sono una buona cosa per le banche”. Così si è espresso Scholz, rispondendo a una domanda sul caso Commerzbank/UniCredit, mentre si trovava in visita a New York. “Il governo – ha aggiunto – si è posizionato in modo netto e dice chiaramente: noi riteniamo che non sia adeguato in Europa e in Germania procedere con metodi non amichevoli, senza alcuno spirito di cooperazione e senza concordare nulla, per partecipare ad un’impresa”.

Inizialmente era stato lo stesso governo tedesco a voler mettere sul mercato quel 12% di azioni di Commerzbank detenute dallo Stato. Dopo la mossa di UniCredit, Berlino si è chiusa a riccio e ha bloccato la vendita.

UniCredit male in Borsa

Le ultime notizie sul caso Commerzbank/UniCredit hanno fatto male al gruppo bancario italiano, che in Borsa è scivolato del 3,28%. I precedenti capitoli della trattativa avevano visto sostanzialmente invariati gli andamenti di entrambi gli attori.

Ogni scenario è aperto

Per UniCredit ogni strada è aperta: la banca guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel potrebbe continuare ad acquistare azioni di Commerzbank , ma potrebbe scegliere anche la via della vendita. Nella nota viene specificato che “la maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania”.

UniCredit “ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in UniCredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholder”. “Ciononostante, – viene specificato – come avvenuto per UniCredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l’adozione di azioni concrete”.

Con tali passaggi, Orcel punta a rassicurare il governo tedesco. Il nodo della questione riguarda eventuali tagli all’organico post acquisizione paventati dai sindacati. Ma dietro al muro eretto da Berlino c’è anche una questione di prestigio, dal momento che le elezioni federali arriveranno fra un anno esatto e i partiti sono in fibrillazione. Nelle scorse settimane UniCredit ha rastrellato il 9% circa di Commerzbank, metà sul mercato e l’altra metà nel corso di un’asta indetta dal governo tedesco. Governo che si è detto del tutto inconsapevole delle intenzioni degli italiani.

A un passo dall’Opa

Qualora dovesse arrivare l’ok da parte della Bce, UniCredit potrebbe sfiorare il 30% di Commerzbank (raggiungendo il 29,9%, per la precisione). Con appena un ulteriore 0,1% potrebbe puntare all’Opa.

Il ruolo della Bce

Orcel sa di poter contare su una sponda nella Bce, la quale si è già espressa favorevolmente sulle fusioni transnazionali. “Siamo sempre stati a favore delle fusioni transfrontaliere. Ogni volta che se ne verifica una, emergono tipicamente preoccupazioni nazionali… La cosa importante è quanto la fusione sia adeguata dal punto di vista del modello di business”. Così ha dichiarato settimane fa il vicepresidente della Bce Luis de Guindos a proposito del caso Commerzbank/UniCredit.

La Bce caldeggia la formazione di un super-gruppo bancario europeo in grado di tenere testa ai colossi cinesi e americani. Una eventuale acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit darebbe vita a un titano del credito, per volumi d’affari perfino superiore a Deutsche Bank.