Mercato immobiliare: settimana negativa con dazi, risultati e Fed

Riflettori su quello che è successo durante l'ultima settimana nel comparto immobiliare, partendo dalle aziende quotate a Piazza Affari e dai dati di settore

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Redazione

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Si chiude una settimana negativa per i titoli del comparto immobiliare, quotati a Piazza Affari e in Europa, con l’attenzione degli investitori che si è concentrata, oltre alla stagione delle trimestrali, entrata ormai nel vivo e, alla questione dazi, anche sulle banche centrali, in particolare, la Federal Reserve e la Bank of Japan che hanno lasciato invariati i rispettivi tassi di interesse.

Fed cautamente attendista

In linea con le previsioni, il FOMC ha mantenuto invariato il tasso di riferimento al 4,25-4,50%. La conferenza stampa ha confermato la linea di continuità già tracciata in precedenza, con Washington che ritiene di essere ben posizionata per rispondere all’evoluzione dell’economia nei prossimi mesi, valutando progressivamente i dati in arrivo, spiega Eric Winograd, US Economist di AllianceBernstein. “Continuiamo a prevedere un allentamento nella seconda parte dell’anno, con un taglio complessivo di 75 punti base. Tale previsione, tuttavia, resta subordinata a un indebolimento tangibile dei dati economici nelle prossime settimane. Se tale scenario non dovesse concretizzarsi, sarebbe plausibile che la Fed rinvii l’intervento più a lungo di quanto ipotizzato”.

Bank of Japan, tassi fermi allo 0,5%

La Bank of Japan ha mantenuto il tasso di interesse chiave allo 0,5%, con voto unanime, centrando le attese del mercato. Secondo la banca centrale, è probabile che la crescita economica del Giappone si moderi, per poi recuperare successivamente. Il tasso di incremento annuo dell’indice dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi tra il 2,5 e il 3,0% per l’anno fiscale 2025, tra l’1,5 e il 2,0% per l’anno fiscale 2026 e intorno al 2% per l’anno fiscale 2027.

“Vi sono diversi rischi per le prospettive – si legge nel report della Bank of Japan – In particolare, rimane altamente incerto come evolveranno le politiche commerciali e di altro tipo in ciascuna giurisdizione e come reagiranno l’attività economica estera e i prezzi. È pertanto necessario prestare la dovuta attenzione all’impatto di questi sviluppi sui mercati finanziari e valutari e sull’attività economica e sui prezzi del Giappone”.

L’andamento del settore immobiliare in Borsa

Il settore immobiliare sulla piazza milanese ha chiuso l’ottava in forte calo con l’indice FTSE Italia All Share Real Estate che porta a casa una discesa di oltre 2 punti percentuali. Stesso andamento del comparto, a livello europeo, con l’indice Stoxx 600 Real Estate in calo del 2,23%.

Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, Aedes è il peggior titolo e perde il 3,8% punti percentuali. Giù del 3,2% Abitare IN seguita da Risanamento (-2,5%), IGD (-2,3%) e Gabetti (-2%). Frazionale la discesa registrata da Next Re e Brioschi.

I dati macroeconomici

Prezzi in frenata nell’immobiliare statunitense nel mese di maggio. L’indice S&P Case-Shiller, che misura l’andamento dei prezzi nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti, ha evidenziato un incremento su base annua del 2,8%, in frenata rispetto al +3,4% del mese precedente e al +2,9% atteso dal consensus. Su base mensile si è registrato un calo dello 0,3% come ad aprile. L’indice destagionalizzato ha riportato una salita dello 0,4% su base mensile, rispetto al +0,8% del mese precedente. Quotazioni in frenata anche secondo quanto rilevato dall’indice FHFA, elaborato dalla Federal Housing Finance Agency, che misura i prezzi delle abitazioni statunitensi, ha registrato un decremento mensile dello 0,2%, dopo la variazione negativa dello 0,3% registrata nel mese precedente (rivisto da un preliminare -0,4%). Le stime degli analisti erano per un decremento dello 0,1%. Su base annua l’indice, calcolato sui prezzi dichiarati degli immobili all’accensione del mutuo presso Fannie Mae e Freddie Mac, è salito del 2,8% meno del +3,2% del mese precedente.

Nella settimana al 25 luglio, crollano le domande di mutuo negli Stati Uniti. L’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un decremento del 3,8%, dopo il +0,8% registrato la settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso dell’1,1%, mentre quello relativo alle nuove domande è calato del 5,75%. Secondo quanto rilevato dalla Mortgage Bankers Associations (MBA), i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 6,83% dal 6,84% precedente.

Studi di settore

Se lo scorso anno si era detto di un fenomeno, quello degli affitti transitori – ovvero di contratti di locazione non inferiori ai 30 giorni e non superiori ai 18 mesi – che stava spopolando in Italia, con una domanda in crescita ovunque, ecco che un anno dopo la tendenza si è invece ribaltata, soprattutto nelle grandi città. Anche a causa di prezzi in crescita esponenziale negli ultimi 12 mesi (il dato Italia registra un +28% rispetto al primo semestre del 2024), la richiesta è crollata quasi ovunque. È la fotografia scattata dall’ultima ricerca di Immobiliare.it Insights, la proptech company del gruppo Immobiliare.it, specializzata in analisi di mercato e data intelligence, che ha analizzato l’andamento di domanda, prezzi e offerta delle locazioni transitorie nella nostra Penisola e in 12 grandi centri del Paese. Rispetto a un anno fa (1° semestre 2025 vs. 1° semestre 2024), la contrazione più rilevante della domanda si rileva a Firenze (-41%), con Venezia al secondo posto (-37%). Decrescite importanti e molto simili anche a Napoli, Verona e Palermo, che presentano rispettivamente un -30%, un -29% e un -28%. Genova è invece la città ad aver conosciuto il più alto incremento dei prezzi nell’ultimo anno (+29%, da 9,3 a 12 euro/mq). Roma è al terzo posto e fa segnare un +23%, mentre Milano si ferma a un +6%.