La settimana borsistica ha offerto vari spunti per il settore immobiliare italiano, dove hanno spiccato le performance di IGD – Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ e Abitare In, mentre sul fronte macroeconomico sono state poche le indicazioni rilevanti, complice un calendario privo di grandi appuntamenti. Infine, le ricerche di mercato pubblicate negli ultimi giorni hanno offerto indicazioni ottimistiche per diversi segmenti di mercato.
I titoli immobiliari su Borsa Italiana
Sia IGD – Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ che AbitareIn hanno chiuso la settimana borsistica con aumenti superiori all’8%, anche se per ragioni diverse.
La prima società – IGD – una delle più importanti in Italia per la gestione di centri commerciali, ha beneficiato della pubblicazione delle linee guida strategiche del Piano Industriale 2025-2027; queste saranno: incrementare la redditività del portafoglio facendo leva sull’innovazione; generare ulteriore valore con la Business Unit Servizi per Terzi, proponendosi come operatore di riferimento sul mercato retail; investire per mantenere gli asset moderni e attrattivi, migliorandone la sostenibilità ambientale e il profilo tecnologico e digitale; migliorare la gestione delle scadenze finanziarie e renderle più coerenti con i flussi di cassa, consolidando la struttura patrimoniale anche attraverso un piano mirato di dismissioni e asset rotation; tornare a distribuire il dividendo.
AbitareIn, società milanese leader nello sviluppo residenziale, è stata invece spinta in Borsa nella seduta di venerdì dalle indiscrezioni di stampa su eventuali operazioni straordinarie da parte di Aermont Capital, in accordo con i soci fondatori Luigi Gozzini e Marco Grillo (i quali detengono una partecipazione al capitale di Abitare In rispettivamente del 22,62% e 17,81%). La società ha però comunicato di non aver ricevuto da parte del suddetto operatore offerte né manifestazioni di interesse di alcun tipo e che non sono attualmente in corso trattative di alcun genere, né sono stati conferiti, da parte della società e/o dei soci fondatori, mandati per potenziali operazioni straordinarie.
Pochi spunti sugli altri titoli, con Risanamento che ha guadagnato il 4,3% nell’ultima settimana, Gabetti il 2%, Next Re lo 0,7%, mentre Aedes ha perso il 3,9% e Brioschi il 4,2%.
I dati macroeconomici usciti
Sul fronte macroeconomico, la settimana è partita con una indicazione dal Regno Unito, dove il Nationwide Housing Price Index (che misura la variazione del prezzo di vendita delle case con mutui garantiti da Nationwide) ha mostrato che i prezzi delle case sono aumentati dell’1,5% a giugno rispetto a un anno fa (lasciando i prezzi di circa il 3% al di sotto del massimo storico registrato nell’estate del 2022). “L’attività del mercato immobiliare è stata sostanzialmente stabile nell’ultimo anno, con il numero totale di transazioni in calo di circa il 15% rispetto ai livelli del 2019 – ha detto Robert Gardner, capo economista di Nationwide – Le operazioni che coinvolgono un mutuo sono diminuite ancora di più (quasi il 25%), riflettendo l’impatto dei maggiori oneri finanziari. Al contrario, il volume delle transazioni in contanti è in realtà di circa il 5% superiore ai livelli pre-pandemia”.
Mercoledì è invece emerso un altro calo settimanale per le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 28 giugno, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario ha registrato un decremento del 2,6%, dopo il +0,8% della settimana precedente; l’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso dell’1,5%, mentre quello relativo alle nuove domande registra un decremento del 3,3%, ha detto la Mortgage Bankers Associations (MBA), indicando che i tassi sui mutui trentennali sono saliti al 7,03% dal 6,93% della settimana precedente.
Le ricerche di mercato
I primi mesi del 2024 descrivono uno scenario positivo per gli immobili d’impresa. Le compravendite analizzate dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa sono in aumento in tutti i comparti ad eccezione dei depositi che registrano un leggero calo. Sono stati gli immobili ad uso produttivo ad aver mostrato l’aumento più sostenuto con +15,7%: le aziende se possibile acquistano il capannone. I prezzi, che si lasciano dietro anni di ribasso, sono ancora convenienti e questo spinge all’acquisto. A farlo sono realtà solide che, nella maggioranza dei casi, utilizzano liquidità propria. A seguire ci sono gli uffici i cui scambi sono aumentati dell’11%. La novità di questi primi mesi del 2024 è rappresentata proprio da questa tipologia immobiliare che, dopo un periodo di sofferenza determinato dal forte riscorso allo smart working, stanno ora recuperando terreno e risultano nuovamente appetibili. Anche i negozi chiudono il trimestre con un aumento del 6,5%.
Il primo semestre del 2024 si chiude con un volume d’investimento nel commercial real estate italiano pari a 3,1 miliardi di euro, in netto recupero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+33% rispetto primo semestre del 2023), un dato che riflette una ripresa delle attività d’investimento già in corso, secondo CBRE, leader globale nei servizi e negli investimenti in commercial real estate. La crescita si è infatti rafforzata nel secondo trimestre del 2024, che con 1,8 miliardi di euro ha visto un incremento dei volumi d’investimento ancora più sostenuto, +42% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel secondo trimestre del 2024 l’asset class che ha registrato i volumi d’investimento più elevati è stata Hotels, con oltre 690 milioni di euro investiti (+240% rispetto allo stesso periodo del 2023), per un totale di quasi 1 miliardo di euro da inizio anno (+92% rispetto allo scorso anno).
Scenari Immobiliari ha invece pubblicato i dati sul mercato immobiliare alberghiero nel 2023. Guardando all’Italia, si è registrata una contrazione del fatturato immobiliare del comparto alberghiero, passato dai 3,5 miliardi di euro del 2022 ai tre miliardi di euro del 2023, con un calo del 14% circa. Tuttavia, osservano gli esperti, le performance mostrate da investimenti e fatturato immobiliare nel 2023, possono essere considerate positive se analizzate nel contesto geopolitico, economico e sociale all’interno del quale sono maturate, nonostante allontanino il comparto alberghiero italiano dai livelli raggiunti nel 2019 (3,4 miliardi di euro di capitali allocati e 3,5 miliardi di euro di fatturato).