Il fatturato dell’industria italiana crolla del 5,7%, mai così male dopo la pandemia

Continua la crisi dell'industria italiana, con un calo del fatturato che a livello annuo ha raggiunto il 5,7%

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 29 Novembre 2024 12:14

Il fatturato dell’industria italiana si è ridotto del 5,7% in un anno. I dati di settembre 2024 confermano un calo della ricchezza prodotta dal settore secondario per il quinto mese consecutivo. Soltanto una leggera ripresa delle esportazioni a settembre evita al nostro Paese un risultato ben peggiore, dato che il mercato interno è sceso di oltre lo 0,6%.

Le ragioni di questa situazione sono numerose. La crisi della Germania, che è il più importante partner commerciale del nostro Paese, è alla base di questi risultati deludenti. Contribuiscono però anche la crisi del lusso e quella dell’automotive, due dei settori più importanti per l’industria italiana.

Crolla il fatturato dell’industria italiana

Istat ha pubblicato i dati relativi al mese di settembre sul fatturato dell’industria italiana. A livello mensile, si registra un calo del valore dello 0,3% a fronte di una riduzione dei volumi, il numero di merci vendute, dello 0,1%. Risultati dovuti esclusivamente alla crisi del mercato interno, -0,9% in valore, mentre quello estero è in ripresa, +0,9% in valore. Le aziende italiane non riescono quindi più a vendere in Italia, sia a clienti che ad altre aziende.

Non si tratta di una situazione passeggera. Da 5 mesi consecutivi le industrie italiane producono sempre meno e guadagnano sempre meno. Il terzo trimestre, quello che comprende i mesi di luglio, agosto e appunto settembre, è il primo in cui si sono registrati solo cali del fatturato dell’industria. In totale il valore è sceso dell’1,3% in valore e dell’1,8% in volume.

Anche a livello annuale i dati risultano molto negativi. Da settembre 2024 il fatturato dell’industria è calato del 5,7%. L’ultima volta in cui è stato così basso era il gennaio del 2022, mentre per quanto riguarda i volumi, calati del 4,7%, siamo tornati ai livelli dei mesi appena successivi della pandemia, febbraio 2021.

Perché l’industria italiana è in crisi

La crisi dell’industria italiana è ormai consolidata. Il settore secondario del nostro Paese è tornato a vendere un numero di prodotti simile a quello del periodo pandemico, bruciando due anni di ripresa. Le ragioni dietro a questi dati sono molteplici e complesse. Da una parte il costo dell’energia, prima impennatosi e poi sceso quasi altrettanto rapidamente, influisce in parte ancora su questi risultati a livello di valore e di produzione. Ma non si tratta soltanto di anomalie statistiche.

Dietro alla crisi italiana c’è quella tedesca. La Germania è il primo partner commerciale italiano sia in export che in import. Significa che il nostro Paese compra e vende in Germania più che in qualsiasi altra nazione del mondo. Berlino è però in recessione da due anni, a causa di una serie di problemi mal gestiti dalla politica. Senza gli ordini tedeschi le aziende italiane hanno iniziato ad andare in difficoltà.

I dati di settembre dimostrano però una ripresa del mercato estero. La crisi è ora soprattutto interna, un circolo vizioso di depressione economica che ha portato ai risultati deludenti del Pil del terzo trimestre. Salari bassi e inflazione alta hanno ridotto il potere d’acquisto degli italiani, ingolfando l’economia nazionale.

Infine, due casi particolari hanno contribuito alla riduzione del fatturato dell’industria italiana sono le crisi industriali dell’automotive e del lusso, due dei settori più importanti per il nostro Paese a livelli di produzione industriale.