Europa verso la stagnazione: indicatori economici più bassi da inizio anno, quali rischi

La stagnazione in Europa deriva dalla riduzione degli ordini industriali, alla quale è seguita una riduzione della forza lavoro

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 23 Settembre 2024 18:18

L’Europa si avvia verso la stagnazione, ovvero una situazione in cui produzione e reddito nazionale né crescono né diminuiscono. I prezzi al consumo, però, nel frattempo continuano a crescere. A settembre, l’attività economica del settore privato nell’Eurozona ha subito un calo, secondo i dati previsionali dell’indagine Pmi, che per la prima volta in sette mesi registrano una flessione nella produzione. I nuovi ordini sono diminuiti drasticamente, segnando il peggior calo da gennaio. Il rallentamento degli ordini industriali si è tradotto in una riduzione della forza lavoro e in una flessione dell’inflazione dei costi e dei prezzi di vendita.

L’indice Pmi

L’indice Pmi composito della produzione è sceso a 48,9, dal 51 di agosto. Per Pmi si intende il Purchasing managers index, un indicatore che rileva gli orientamenti dei responsabili degli ordini di materiale per la produzione delle aziende. La soglia di 50 punti fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’economia.

L’ultimo dato è il più basso degli ultimi otto mesi, mentre è ai minimi da sette mesi l’indice Pmi dei servizi che è calato da 52,9 a 50,5; quello manifatturiero è sceso sul valore più basso da nove mesi passando da 45,8 a 44,5.

La situazione in Europa

“L’Eurozona si sta dirigendo verso la stagnazione. Dopo l’effetto dei Giochi olimpici che ha temporaneamente stimolato la Francia, economia di rilievo dell’Eurozona, il Pmi Composito di settembre ha registrato il calo più elevato degli ultimi 15 mesi”, è il commento della situazione da parte del capo economista di Hamburg Commercial Bank, Cyrus de la Rubia.

Secondo i dati di Hcob, in Germania è “in corso una recessione tecnica”. L’economia tedesca si è fermata sull’orlo della stagnazione: l’indice Pmi sui servizi di settembre è sceso da 51,2 punti a 50,6 punti mentre quello sulla manifattura da 42,4 a 40,3 punti.

In Francia l’indice Pmi composito è crollato a settembre a 47,4, il livello più basso da gennaio. La flessione arriva dopo che il valore era aumentato di quattro punti ad agosto, raggiungendo il massimo da 27 mesi di 53,1. Il Pmi servizi, messo a punto da Hcob, scende a 48,3 da 55 di agosto, ai minimi da 6 mesi (e contro stime per 53). L’indice manifatturiero invece sale leggermente a 44 da 43,9 di agosto, ai massimi da due mesi. Le stime erano per un aumento a quota 44,3.

In Italia, ben prima che venissero rivelati i dati previsionali dell’indagine Pmi, l’Istat aveva fotografato una situazione difficile con la produzione industriale in calo del -0,9% a luglio e con alcuni settori al tracollo: auto (-35%) e tessile-abbigliamento (-18%).

Quali previsioni per il futuro

Il rischio, sempre più concreto, è quello di un prossimo futuro dall’economia ulteriormente indebolita. Il calo dei nuovi ordini spinge le aziende a rivedere al ribasso i business plan e, di conseguenza, a tagliare assunzioni e ordini con un effetto domino in pieno corso.

La Bce, specificano gli analisti di Hcob, osserva con attenzione il persistere dell’elevata inflazione nel settore dei servizi. Lascia uno spiraglio di speranza il rallentamento dell’inflazione dei prezzi di acquisto e dei prezzi di vendita. Si teme però un inasprimento della recessione nel manifatturiero, di una quasi stagnazione nei servizi e di possibili ulteriori tagli dei tassi in ottobre.