Eni ha firmato un accordo con Egitto e Cipro per portare più gas in Europa, mossa che aiuterà a far fronte alle criticità sorte dopo il raffreddarsi dei rapporti con la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina. Solo pochi anni fa, il gas russo copriva attorno al 40% del fabbisogno europeo, mentre dal 2023 il dato è sceso all’8%.
Le firme sugli accordi sono state poste dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, dal ministro del Petrolio dell’Egitto Karim Badawi e dal ministro dell’Energia di Cipro Georgios Papanastasiou.
Indice
Accordo per aumentare le scorte europee
Il gas estratto arriva da Cronos, un importante giacimento offshore scoperto nel 2022 al largo di Cipro. Cronos si trova a circa 160 chilometri di distanza dalle coste meridionali di Cipro, a 2.287 metri di profondità e, secondo le stime, pare che possa fornire fino a 85 miliardi di metri cubi di gas. Per dare un’idea, l’Italia consuma annualmente attorno ai 60 miliardi di metri cubi di gas.
Cipro, Stato membro dell’Unione Europea, rientra nell’accordo perché il giacimento si trova in quello che gli addetti ai lavori definiscono “Blocco 6“, cioè una delle tredici porzioni di mare cipriota date in licenza a società petrolifere al fine di fare perforazioni.
L’Egitto rientra nell’accordo perché, una volta estratto e trattato su una piattaforma petrolifera, il gas verrà liquefatto nell’impianto egiziano di Damietta. Infine avverrà il trasporto in nave verso l’Europa.
La guerra in Ucraina, e la successiva crisi diplomatica fra gli Stati Ue e la Russia, ha spinto il Vecchio Continente a importare molto più gas liquefatto rispetto al passato, diversificando le fonti di approvvigionamento.
La Norvegia ha preso il posto della Russia come primo Paese fornitore e maggiori approvvigionamenti sono arrivati anche dagli Stati Uniti, che hanno fornito gas naturale liquefatto, molto più costoso rispetto a quello trasportato via gasdotto.
L’accordo a tre fra Eni, Cipro ed Egitto è stato favorito dagli investimenti di Eni nei due Paesi. Eni è presente in Egitto dal 1954 ed è il principale produttore di gas, con una produzione di circa 280.000 barili di olio equivalente al giorno nel 2024. Eni opera in Egitto attraverso la sua controllata al 100% Ieoc e detiene una quota del 50% nell’impianto Gnl di Damietta. A Cipro Eni è presente dal 2013.
L’accordo a tre è importante anche perché la Commissione europea sta valutando la possibilità di prorogare l’obbligo per gli Stati membri di riempire le scorte di gas fino al 90% della capacità entro il 1° novembre di ogni anno.
Nel frattempo l’Ue sta valutando di imporre temporaneamente un tetto al prezzo del gas per evitare di mettere in crisi famiglie e imprese. L’ipotesi ha sollevato le critiche degli operatori.
Italia ed Egitto ancora partner
Per ragioni strategiche, il governo Meloni ha sempre rifiutato di ridurre le partnership commerciali con l’Egitto, chieste a gran voce da associazioni umanitarie, in seguito all’omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni e all’arresto di Patrick Zaki.
Accordo fra Eni e Kkr
Per restare in tema, Eni e Kkr (operatore internazionale di private equity) hanno firmato un accordo per incrementare la partecipazione di Kkr in Enilive attraverso un ulteriore acquisto di azioni Enilive da Eni. L’acquisto sarà pari al 5% del capitale sociale di Enilive, attraverso un investimento addizionale di 587,5 milioni di euro.
L’investimento porterà Kkr a detenere una partecipazione complessiva pari al 30% del capitale sociale di Enilive ottimizzando la struttura del capitale di Eni che continuerà a mantenerne il consolidamento e il controllo.