Strage di alberi dopo il maltempo: sono 50mila quelli a rischio

Dopo il passaggio di Poppea sarebbero almeno 50mila gli alberi a rischio crollo o dai rami pericolanti. Intanto il patrimonio boschivo è minacciato anche da fuoco e cambiamento climatico

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Uragani, temporali, grandinate, tempeste di fulmini, downburst e alluvioni. Il susseguirsi di violentissimi eventi metereologici nel 2023 ha letteralmente flagellato il patrimonio boschivo nazionale.

Almeno 50mila alberi a rischio in Italia

Contando solo gli eventi di fine agosto portati dal ciclone Poppea sono almeno 100 gli episodi estremi che si sono abbattuti sull’Italia, secondo l’European Severe Weather Database. Secondo un’indagine Coldiretti sarebbero circa 50mila le piante pericolanti in seguito alla recente allerta meteo in 7 regioni. La stima è stata fatta sulla base del rapporto 2023 sugli interventi dei vigili del fuoco per rimuovere tronchi, tagliare rami o mettere in sicurezza gli alberi.

Ma oltre agli eventi climatici estremi, Coldiretti tira in ballo la mano dell’uomo: “Le piante sferzate dal vento – evidenzia l’associazione – cadono per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità”.

E la stima dei danni, purtroppo, è certamente per difetto: ai danni al patrimonio boschivo causati dal maltempo vanno aggiunti anche quelli causati dagli incendi. Quando un bosco va a fuoco non sempre tutti gli alberi interessati dal rogo vengono consumati dalle fiamme. Spesso, invece, il fuoco fa terra bruciata delle sterpaglie e delle foglie al suolo e spoglia gli alberi delle fronte. La pianta resta in piedi, ma morta. Col tempo le radici, incapaci di far presa sul terreno come in precedenza, possono cedere. Stesso discorso per il legno del tronco e dei rami che possono spezzarsi perché non più elastici come quando la pianta era in vita.

L’effetto del cambiamento climatico sugli alberi

C’è poi anche un altro fattore di cui tenere conto: quella tropicalizzazione del clima che, dice l’associazione, “ha favorito la proliferazione di parassiti spesso arrivati dall’estero che ha conseguenze catastrofiche sul verde, ma anche sulla sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi”.

Per affrontare tali problematiche il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ritiene “necessario coinvolgere a tutti i livelli le 27mila aziende florovivaistiche italiane che con 100mila addetti già operano da Nord a Sud della Penisola”.

Nella sola città di Milano per i nubifragi verificatisi entro il mese di luglio, e dunque prima che si manifestasse il ciclone Poppea, erano caduti 5mila alberi: il 40% circa alberature stradali e il restante 60% nei parchi e nelle aree verdi. Ora è in corso la stima per aggiornare la conta dei danni.

Una legge del 2013 obbliga i comuni a redigere un catasto del patrimonio boschivo, ma a 10 anni di distanza non tutte le amministrazioni cittadine si sono messe in regola. Come riporta True Numbers, una stima parziale fatta dall’Istat nel 2022 parlava di circa 3,6 milioni di alberi in Italia nei capoluoghi di provincia e all’interno delle città metropolitane.

Le città con più alberi in Italia

Questo il podio delle città con più alberi in Italia secondo la stima 2022 (con numeri da rivedere al ribasso dopo gli ultimi rovinosi eventi):

  1. Milano – 465.521 alberi;
  2. Roma –  312.614 alberi;
  3. Venezia – 307.042 alberi.

Il progetto di forestazione del Pnrr prevede di piantare 6,6 milioni di alberi in Italia, ma attualmente è rimasto al palo. Bazzecole rispetto ai 230 milioni di alberi da piantare nei prossimi 8 anni secondo il dossier ASvis.