PMI e aziende familiari motore dell’economia italiana: qualche numero

Le piccole aziende e le startup impiegano il 74% del totale dei dipendenti e mirano a crescere del 6% entro la fine dell'anno

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Redazione

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Le aziende familiari non rappresentano solo la tradizione, sono anche motore di  crescita del Paese e agenti di innovazione. In Italia, le aziende a guida familiare impiegano il 74,2% dei dipendenti, una cifra che mira ad aumentare del 4% entro la fine dell’anno (qui per approfondire quali sono le migliori aziende dove lavorare).

Inoltre, le piccole-medie imprese, che nel periodo 2013-2021 hanno aumentato i ricavi del 38%, stimano un ulteriore crescita del +6% nel 2023. È quanto emerge dal report del Centro di Ricerca della Rome Business School “Ecosistema start-up, PMI e aziende familiari in Italia: panorama attuale e opportunità legate a innovazione, finanziamenti e sostenibilità”, a cura di Francesco Baldi, docente di Corporate Finance e Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca di Rome Business School, elaborato insieme alla società di consulenza Global Management Group (GMG).

C’è una differenza fra startup e PMI innovative?  Qui per sapere quando crescerà quest’anno il PIL dell’Italia.

Le aziende familiari fondamenta dell’economia italiana

Alla fine del 2021, in Italia vi erano ben 17.897 aziende con ricavi superiori a 20 milioni di euro, di cui ben 12.500 erano di tipo familiare, rappresentando il 69,8% delle imprese in questa fascia di ricavi. Presso queste aziende viene impiegato il 74,2% dei dipendenti totali in Italia, con le aziende non familiari che rappresentano il restante 25,8%. Secondo le analisi degli autori della ricerca, fatte sui dati AIDA (Bureau Van Dijk), un importante database di aziende italiane, nel periodo 2013-2021, le aziende familiari di piccole-medie dimensioni hanno infatti registrato una crescita dei ricavi superiore a quella delle altre imprese con assetti proprietari diversi (+38% vs 35%).

A Milano e Roma il maggior numero di aziende familiari 

Le province di Milano e Roma concentrano il maggior numero di aziende familiari, con 2.696 e 896 imprese rispettivamente (2021). Il 57,3% delle aziende familiari risulta essere di piccole-medie dimensioni (con ricavi tra i 20 e i 50 milioni di euro) e il 42,7% è di grandi dimensioni (con ricavi superiori a 50 milioni di euro), e sono realtà che dimostrano continuamente la loro capacità di adattarsi in presenza di avversità anche grazie alla diversificazione delle fonti di finanziamento alle quali fanno ricorso.

Adattabilità e resilienza: le virtù delle aziende familiari italiane

Il significativo grado di resilienza che il sistema economico italiano mostra deriva delle buone performance che le aziende del nostro Paese stanno registrando. Secondo le stime previsionali sui ricavi di vendita delle aziende italiane ad assetto familiare e non, per il 2023, si prevede che le aziende familiari italiane di piccole-medie dimensioni possano registrare tassi di crescita dei ricavi (+6,3%) superiori a quelli delle aziende familiari di grandi dimensioni (+4,1%).

Tasso di crescita dei dipendenti

Per quanto riguarda i posti di lavoro, le stime previsionali riferite alle aziende italiane distinte per dimensione e assetto proprietario, indicano un generalizzato aumento dei dipendenti. Per il periodo 2021-2022, il tasso di crescita dei dipendenti delle aziende familiari risulta inferiore rispetto a quello delle “altre aziende” con diverso assetto proprietario indipendentemente dalla dimensione. In particolare, è atteso che le aziende familiari italiane di piccole-medie dimensioni siano destinate a registrare un aumento occupazionale del +2,8%, mentre quelle di grandi dimensioni del +4,4%. Nel complesso, si stima, tra il 2021 e il 2023, una crescita del 4% su base annua nel numero di dipendenti attivi presso le aziende familiari italiane.

La performance delle aziende familiari in base al settore di vendita

Dopo lo shock pandemico avvenuto nel 2020, sono emerse dinamiche settoriali interessanti. Le aziende familiari di grandi dimensioni hanno registrato una crescita generalizzata dei loro ricavi in tutti i comparti settoriali, mostrando un maggior grado di resilienza rispetto a quelle di dimensioni medio-piccole. In particolar modo, tra il 2020 e il 2021, le aziende familiari di grandi dimensioni operanti nel settore dei servizi di informazione e comunicazione (ICT) hanno visto i loro ricavi di vendita crescere del 120,8%, in misura di gran lunga superiore rispetto al resto delle aziende aventi medesima dimensione attive negli altri comparti. D’altro canto, per le aziende familiari di piccole-medie dimensioni, si verifica un maggior grado di variabilità dei tassi di variazione dei ricavi di vendita. Ad esempio, variazioni negative nei ricavi di vendita sono state osservate per le piccole e medie aziende familiari operanti nel settore dell’agricoltura (-16,6%) e degli alimenti e bevande (-1,5%). Anche le piccole aziende familiari che forniscono servizi di ristoro e alloggio hanno registrato una significativa riduzione dei ricavi di vendita (-14,1%); così come quelle fornitrici di acqua e dei servizi di gestione dei rifiuti (-10,1%), quelle che operano nel settore delle attività finanziarie e assicurative (-9,9%), e nel settore dell’istruzione (-9,4%). Invece, hanno mostrato variazioni positive quelle operanti nel settore dell’amministrazione pubblica (+51,3%) e la sanità e assistenza sociale (+14,3%).