Istat, in recupero la fiducia dei consumatori a febbraio. Pessimiste le imprese

Peggiora il sentiment in tutti i settori economici. Per i consumatori è il livello più alto della fiducia da giugno 2023

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 28 Febbraio 2024 14:21

A febbraio 2024 emergono segnali contrastanti dal clima di opinione degli operatori economici: cresce per i consumatori che beneficiano di una minore inflazione e si riduce per le imprese che scontano uno scenario ancora avverso per il mondo degli affari.

I numeri di febbraio

Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta da 96,4 a 97,0 mentre l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 97,9 a 95,8. Come evidenzia il rapporto dell’Istat, il calo di fiducia delle imprese rimane comunque sul livello medio degli ultimi sei mesi.

“La flessione – spiega l’Istat – è dovuta ad un diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici indagati”.

L’indice di fiducia dei consumatori continua invece a crescere, senza interruzioni, dallo scorso novembre e raggiunge il livello più elevato da giugno 2023. La salita dell’indice è dovuta al miglioramento dei giudizi sulla situazione finanziaria della famiglia, evoluzione coerente con l’andamento positivo delle opinioni sul risparmio e sulla convenienza all’acquisto di beni durevoli nella fase attuale.

La soddisfazione delle associazioni dei consumatori

“Bene, prosegue, del tutto inaspettato, l’andamento positivo della fiducia”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che aggiunge “nonostante i rincari delle bollette del gas, dovuti al ripristino dell’Iva deciso dal Governo, la fiducia nel suo complesso per il momento non scende, anche se i suoi effetti negativi si vedono, come avevamo previsto, nei dati del giudizio e delle attese sulla situazione economica della famiglia che, a differenza del giudizio sul bilancio familiare, calano, rispettivamente, da -31,9 a -32,2 e da -13,2 a -16,6. La fiducia, comunque, è distante, 0,5 punti percentuali in meno, dal picco dello scorso anno, quando a giugno si era arrivati a 97,5″, ha concluso Dona.

Le note negative per le famiglie

La frenata dell’inflazione registrata negli ultimi mesi, e la forte riduzione delle bollette di luce e gas rispetto ai valori record degli ultimi due anni, stanno avendo impatti positivi sulle aspettative delle famiglie italiane, in particolare sul fronte della situazione personale – spiega il Codacons – I dati Istat, tuttavia, attestano un andamento contrario per le imprese, che registrano una riduzione dell’indice della fiducia in tutti i comparti economici, con il commercio al dettaglio che segna il calo più consistente”.

“È importante notare, nell’analisi condotta dall’Istat, che le opinioni circa la situazione economica generale, non a caso, peggiorano (passando da 103,1 a 102). Si registra un calo, inoltre, la fiducia delle imprese. I dati, se letti con attenzione, non sono certo incoraggianti e testimoniano la situazione di difficoltà che ancora molte famiglie stanno vivendo”, ha fatto però notare Federconsumatori.

La preoccupazione delle imprese

“La frenata dei prezzi dà un’iniezione di fiducia ai consumatori, ma non al commercio. Le rilevazioni Istat confermano il progressivo miglioramento del clima delle famiglie, il cui indice cresce, senza interruzioni, dallo scorso novembre, in coincidenza con il rallentamento dell’inflazione. Per il commercio al dettaglio, però, febbraio resta un mese freddo, non solo dal punto vista climatico. L’indice di fiducia complessivo del comparto si ferma a 100,6: escludendo il periodo della pandemia, è il febbraio peggiore dal 2015“, ha fatto notare Confesercenti.

“L’energia potenziale accumulata con il prolungato miglioramento della fiducia dei consumatori, dunque, non si sta trasformando in energia cinetica per i consumi, anche a causa della ripresa del risparmio, che le famiglie tornano ad accumulare dopo averlo sacrificato per mantenere i livelli di spesa durante la fase di picco dell’ondata inflazionistica”, ha aggiunto.