Export in Italia raddoppia in 10 anni: il prodotto più venduto all’estero è il vino

L'export agroalimentare italiano ha mostrato una crescita notevole negli ultimi dieci anni, con il vino che si conferma il prodotto più esportato. Le prospettive future sono positive

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 12 Gennaio 2025 12:00

Negli ultimi dieci anni, le esportazioni agroalimentari italiane hanno vissuto una crescita straordinaria, raggiungendo valori record che hanno consolidato la posizione del Made in Italy sui mercati globali. Il settore ha registrato un aumento significativo, passando da 34 miliardi di euro nel 2014 a quasi 70 miliardi di euro nel 2024.

Secondo un’analisi di Coldiretti, basata sui dati Istat del 2024, si prevede sarà un anno record per l’export agroalimentare italiano.

Il vino è il re dell’export italiano

In testa alla classifica dei prodotti più esportati dall’Italia, troviamo il vino. Questo settore, che rappresenta uno dei punti di forza della nostra tradizione gastronomica, ha visto crescere il suo valore complessivo in maniera esponenziale negli ultimi anni.

Il vino italiano ha confermato il suo primato nelle esportazioni grazie alla sua qualità e alla varietà di tipologie disponibili, che spaziano dai rossi corposi come il Barolo e l’Amarone, ai bianchi freschi come il Pinot Grigio, fino ai frizzanti come il Prosecco.

Non solo, il prodotto ha mantenuto una posizione di leadership tra i prodotti italiani venduti all’estero, rappresentando una parte significativa del valore totale delle esportazioni. Il successo di questo prodotto è anche legato a una crescente domanda da parte di mercati di consumatori sempre più esigenti. Negli Stati Uniti, ad esempio, il valore delle esportazioni di vino italiano è aumentato del 150% negli ultimi dieci anni, con l’America che si conferma il principale mercato di riferimento per il nostro vino. Anche in Europa i numeri sono impressionanti, con incrementi delle esportazioni verso Francia (+90%), Germania (+71%) e Regno Unito (+57%).

I prodotti vinicoli più esportati sono il Prosecco, che ha visto una crescita vertiginosa, diventando uno dei vini più consumati al mondo grazie alla sua freschezza, versatilità e al suo buon rapporto qualità-prezzo.

I prodotti italiani più venduti all’estero

Oltre al vino, anche altri prodotti agroalimentari italiani sono riusciti a conquistare mercati internazionali, con performance eccellenti in termini di vendite. Tra i prodotti che hanno visto un notevole incremento, troviamo:

  • ortofrutta trasformata, come succhi di frutta, marmellate, concentrati di pomodoro e conserve vegetali;
  • formaggi, con prodotti come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, la Mozzarella di Bufala Campana, il Pecorino Romano e il Gorgonzola tra i più richiesti;
  • la pasta italiana;
  • l’olio d’oliva;
  • salumi e carne;
  • frutta e verdura fresche, in particolare agrumi, mele, pere, fragole, meloni, pomodori e peperoni.

Le sfide da affrontare per sostenere la crescita del Made in Italy

Nonostante i successi ottenuti, il settore agroalimentare italiano deve affrontare delle sfide per mantenere e accelerare la crescita dell’export. Tra le principali problematiche da affrontare, vi sono i ritardi infrastrutturali che l’Italia deve superare. Secondo un’analisi del Centro Studi Divulga, i ritardi nelle infrastrutture costano circa 9 miliardi di euro in esportazioni perse. Questo gap infrastrutturale rende più difficoltoso il trasporto dei prodotti, rallentando l’ingresso sui mercati internazionali e aumentando i costi operativi per le aziende.

Un altro problema che minaccia il settore è la contraffazione. Il falso Made in Italy agroalimentare è arrivato a un valore di 120 miliardi di euro a livello globale, e per combatterlo è fondamentale adottare strategie più efficaci di protezione e promozione dei prodotti autentici. Secondo l’analisi della Coldiretti, uno degli aspetti cruciali per combattere la contraffazione è applicare il principio di reciprocità nelle politiche commerciali internazionali, soprattutto negli accordi stipulati dall’Unione Europea con i paesi terzi.

In ogni caso, per sostenere il trend di crescita delle esportazioni agroalimentari italiane, l’Italia ha fissato un obiettivo ambizioso: portare il valore dell’export agroalimentare a 100 miliardi di euro entro il 2030. Questo obiettivo è considerato raggiungibile grazie alla qualità del prodotto, alla solida reputazione del Made in Italy e al continuo impegno delle aziende agricole e alimentari.

Il settore agroalimentare italiano conta infatti su una filiera che coinvolge circa 4 milioni di lavoratori, distribuiti in 740.000 aziende agricole e 70.000 industrie alimentari. Questi numeri sono un segno del grande potenziale del settore, che può ancora crescere e affermarsi in nuovi mercati, continuando a valorizzare le tradizioni e i sapori tipici della nostra terra.