Caro benzina, associazioni in pressing sul Governo: “Non bastano cartelli anti aumenti” 

Il Ministro Urso, intanto, allontana il taglio delle accise : "riteniamo che le risorse pubbliche devono essere destinate laddove c'è davvero emergenza"

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Redazione

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Niente taglio delle accise.“Era stato un intervento del governo precedente quando gli aumenti e i prezzi dell’energia erano schizzati alle stelle. Oggi i dati sono ben diversi, molto diversi e quindi noi riteniamo che le risorse pubbliche devono essere destinate laddove c’è davvero emergenza come taglio cuneo fiscale e famiglie disagiate”: il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in una conferenza stampa sul caro carburanti, ha chiuso le porte al taglio delle accise spiegando che nell’ultima settimana c’è stato un aumento del prezzo medio di 4 centesimi in conseguenza degli aumenti dei prezzi internazionali del greggio ma siamo ben lontani da quanto accadeva prima del tetto al prezzo del gas .

Caro benzina, cosa cambia

Da oggi però si cambia: come previsto nel decreto legge Trasparenza di gennaio, scatta il tabellone sul prezzo medio dei carburanti. Ciascun cittadino può verificare quando va a fare benzina se viene sottoposto a un costo superiore a quello medio. Il consumatore potrà accertarsi e scegliere”. “Riteniamo sia possibile così contenere i prezzi e contenere l’aumemto qualora ci fosse delle quotazioni internazionali”, ha aggiunto Urso. Si tratta dell’obbligo di esporre il prezzo medio regionale su rete stradale, per la rete autostradale il prezzo medio nazionale. Il dato verrà comunicato al ministero alle otto del mattino. Sia la rilevazione in aumento sia in dominuzione. Sono previste delle sanzioni sulla base di controlli della Guardia di Finanza.

Intanto, il garante per la sorveglianza dei prezzi Benedetto Mineo, in conferenza stampa sottolinea che sui prezzi dei carburanti nelle ultime due settimane c’è stata un’accelerazione fino a valori medi per la benzina di 1,91 centesimi e per il gasolio di 1,76, con un aumento di circa 4 centesimi. “Quello che sta avvenendo, sta avvenendo nella stessa direzione del mercato internazionale. Da questo punto di vista registriamo che non ci sono speculazioni”, ha aggiunto.

Il pressing delle associazioni

Non si ferma però il pressing da parte delle associazioni. L’UNC in una nota sottolinea come da sempre si possono denunciare i rincari anomali dei carburanti e tutte le associazioni di consumatori, a cominciare dall’Unc, da decenni lo fanno. “Peccato che nessuno li abbia mai puniti, visto che il Parlamento si rifiuta di dare una definizione di prezzo anomalo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori chiedendo al ministro, “che fine ha fatto l’app carburanti prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, ossia oltre 6 mesi fa, che, questa si, sarebbe molto utile per fare il pieno nel distributore meno caro della zona, a differenza del prezzo medio che dà invece un’informazione distorta e sbagliata: quella di accontentarsi di andare a fare il pieno da chiunque abbia un prezzo più basso della media invece che da chi fa i prezzi più bassi ed è meno caro degli altri”.

Anche Assoutenti chiede al Governo uno sforzo ulteriore in favore dei consumatori. “Se da un lato è utile dare informazioni agli automobilisti sui prezzi medi dei carburanti, dall’altro occorre studiare nuove misure per innescare la concorrenza tra gestori e incentivare una riduzione dei listini – spiega il presidente Furio Truzzi – In tal senso la soluzione migliore è rappresentata da cartelloni da installare nelle varie zone delle grandi città e in tutti i comuni riportanti, al pari di quanto già avviene lungo le autostrade, i prezzi di benzina e gasolio praticati dai gestori ubicati nelle vicinanze, con un bollino luminoso verde che indichi in modo immediato agli automobilisti il distributore più conveniente in zona. Serve inoltre una app nazionale gestita dal Mimit con i listini dei carburanti aggiornati in tempo reale, che consenta agli automobilisti di individuare con immediatezza i migliori prezzi sul territorio”.

Non bastano cartelli anti-aumenti

Federconsumatori mostra preoccupazione per la corsa dei prezzi carburanti: oggi Quotidiano Energia rileva al self un prezzo medio di 1,912 euro al litro per la benzina e 1,766 euro al litro per il gasolio.

Prezzi che, “come non ci stanchiamo di sottolineare da tempo, si attestano su livelli eccessivamente elevati rispetto alla quota a cui si dovrebbero attestare. Secondo i dati dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che tengono conto sia dell’andamento delle quotazioni dei prodotti petroliferi, sia dell’andamento del cambio Euro/Dollaro, la benzina oggi dovrebbe costare almeno 7 centesimi di meno al litro.

Questo comporta un aggravio annuo, in termini diretti, per ciascun automobilista che effettua un rifornimento di 2 pieni al mese, di 84 euro nel caso della benzina. A ciò si aggiungono le gravi ricadute indirette che gli aumenti dei carburanti determinano sull’andamento dei prezzi dei beni (trasportati per oltre l’86% su gomma) e dei servizi, che secondo le nostre stime ammontano a circa 69 euro annui di spesa in più per famiglia. Il totale delle ricadute, in questo modo, ammonta a 153 euro annui ad automobilista”.