Anche nel 2025 e per il terzo anno consecutivo, il litio sembra destinato a non brillare. L’eccesso di offerta sul mercato appare ancora lontano dall’essere risolto e il prezzo del metallo, essenziale per la produzione di qualsiasi tipo di batteria, è crollato del 90% rispetto ai massimi storici di fine 2022, quando aveva raggiunto i 85 dollari al chilo (nel caso dell’idrossido), dopo un rally che ne aveva moltiplicato il valore per sette volte.
Chiudono gli stabilimenti di litio
Mentre una dozzina di impianti sono stati chiusi o hanno posticipato l’avvio delle attività, molti altri continuano a operare senza sosta, accettando perfino di accumulare perdite pur di non fermarsi. Nel frattempo, la domanda, sebbene non così debole come potrebbe apparire dal contesto europeo, non riesce a tenere il passo necessario per riequilibrare il mercato. La crisi dell’auto elettrica, e più in generale del settore automotive, sta diventando sempre più preoccupante in Europa e lo sforzo per sviluppare un’industria locale delle batterie ha incontrato numerose difficoltà, come dimostra il caso della svedese Northvolt, recentemente messa in amministrazione controllata.
Tuttavia, le vendite globali di veicoli elettrici continuano a crescere, con novembre che ha registrato un altro mese da record, con 1,8 milioni di nuove immatricolazioni, secondo i dati di Rho Motion. Per i primi 11 mesi del 2025, si prevede un aumento del 25%, portando il totale a 15,2 milioni di unità.
Il problema principale risiede nel fatto che sia la domanda che l’offerta di litio, come per molte altre materie prime, sono sempre più influenzate dalla Cina. Questa dinamica altera l’equilibrio del mercato, posticipando il riequilibrio dei fondamentali e generando effetti che si fanno sentire a livello globale.
Ma il crollo del litio fa scendere il prezzo delle batterie elettriche
Non tutti gli effetti sono negativi: secondo Bloomberg, il costo dei pacchi batterie per veicoli elettrici è crollato del 20% nel 2025, segnando un record dal 2017, e si è stabilizzato al minimo storico di 115 dollari per kilowattora. Entro il 2026, si prevede che scenderà finalmente sotto i 100 $/kWh, la soglia che rende le auto elettriche competitive con quelle a motore a combustione. Tuttavia, è importante notare che il 92% del mercato delle batterie è attualmente dominato dalla Cina, sempre secondo Bloomberg.
Le vendite globali di veicoli elettrici, peraltro, si sono concentrate per due terzi nella Repubblica popolare (9,7 milioni di unità, con un incremento del 40%). Inoltre, Pechino controlla quote significative della filiera di tutti i metalli utilizzati nelle batterie. I produttori cinesi, inoltre, sono tra i meno inclini a ridurre la produzione: un fattore particolarmente rilevante nel caso del litio.
Le miniere e le raffinerie cinesi fanno spesso parte di grandi gruppi integrati, che operano anche nel settore della produzione di catodi, batterie o addirittura veicoli completi, il che consente loro di compensare meglio le perdite rispetto ad altri attori del mercato.
L’offerta tornerà a crescere
Nel breve periodo, sembra difficile che i prezzi del litio possano risalire rapidamente; al massimo, la loro discesa potrebbe rallentare. Un segnale di questo viene dai negoziati in corso tra produttori e consumatori per i contratti di fornitura del 2025: secondo fonti Bloomberg, si stanno trattando sconti tra lo 0% e il 2% rispetto agli indici dei prezzi spot, in netto contrasto con gli sconti del 5-10% previsti per i contratti del 2024.
Le previsioni concordano sul fatto che l’eccesso di offerta stia lentamente riducendosi, ma che non si riequilibrerà nel breve termine. Secondo il Cru, la chiusura di miniere comporterà un taglio di produzione di 100mila tonnellate nel 2024, cifra che salirà a 228mila nel 2025. L’offerta globale di litio crescerà comunque del 25% nel 2025 e del 15% nel 2026, secondo Ubs, che prevede un surplus di offerta almeno fino al 2027.