Boom di fallimenti in Europa: quali sono i settori più a rischio?

L'Eurostat certifica un aumento dei fallimenti dell'8,4% nell'intera Unione Europea e del 9% nella sola Zona Euro

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

E’ boom di fallimenti in Europa nel secondo trimestre dell’anno, a conferma di una situazione economica che va peggiorando un po’ ovunque e dei venti di recessione che soffiano nel Vecchio Continente. La Germania è praticamente in recessione (-0,3%), ma anche la Francia cresce poco (+0,8%) ed il Regno Unito non se la passa meglio (+0,2%).

Trend in costante crescita: una classifica

Il numero di dichiarazioni di fallimento delle imprese dell’Unione europea, secondo i dati diffusi da Eurostat, l’ufficio statistico della Ue, è aumentato per il sesto trimestre consecutivo e fa segnare, rispetto al trimestre precedente, una crescita dell’8,4%. Si tratta anche del livello più alto dall’inizio della raccolta dei dati nel 2015.

Restringendo il campo alle sole imprese della Zona Euro – il blocco che ha adottato la moneta unica – il numero delle procedure fallimentari ha registrato un aumento del 9% e risulta in crescita ormai da ben sette trimestri.

L’Italia fa meglio della media europea, poiché nel nostro Paese i fallimenti sono cresciuti del 2,9% per il secondo trimestre consecutivo dopo ben otto trimestri di contrazione. (Qui la situazione dell’Italia fotografata dall’Istat un anno fa)

Tra i Paesi europei, la più a rischio è l’Ungheria che registra un aumento dei fallimenti  del 40,8%, seguita da altri Paesi dell’Est come l’Estonia (+24,6%). Crisi più contenuta in Francia (+4,6%). Fallimenti in calo in Croazia (-23,6%), Danimarca (-15,9%), Bulgaria (-14,3%) e Polonia (-9,1%).

Quali settori sono più in difficoltà?

Osservando la crescita dei fallimenti per settore d’attività, un aumento di registra in tutti i settori dell’economia, ma in quello dei servizi di alloggio e ristorazione la crescita è più elevata (+23,9%), seguito dai trasporti e magazzinaggio (+15,2%) e istruzione, sanità e attività sociali (+10,1%).

Anche rispetto al periodo pre-pandemia (quarto trimestre 2019), il numero di dichiarazioni di fallimento nel secondo trimestre del 2023 è stato più elevato nei servizi di alloggio e ristorazione (+82,5%) e nei trasporti e magazzinaggio (+56,7%). Al contrario, vi sono due settori dell’economia in cui il numero di dichiarazioni di fallimento è stato inferiore: l’industria (-11,5%) e l’edilizia (-2,7% ).

Solo fallimenti? O nascono anche nuove imprese?

Nel secondo trimestre 2023 non si registra neanche una crescita delle iscrizioni di nuove imprese, che fanno segnare un calo dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, dopo l’aumento del 2% registrato nel primo trimestre dell’anno.

C’è anche un altro dato molto positivo, che evidenzia una certa dinamicità dell’anagrafe imprenditoriale: dal 2023 il numero di le registrazioni delle imprese è stata superiore rispetto al periodo 2015-2022.