Dongfeng trova l’accordo con Paolo Berlusconi, auto cinesi in vendita in Italia

Paolo Berlusconi e la sua Pbf srl entrano in DF Italia, filiale italiana della Casa cinese che è pronta a vendere le sue auto in Italia come chiesto da Urso

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Dongfeng è vicina diventare un nuovo costruttore di auto in Italia grazie all’accordo trovato con Paolo Berlusconi. Il fratello del Cavaliere, infatti, avrebbe trovato l’intesa per entrare con la sua holding Pbf in DF Italia srl, la filiale italiana della Casa cinese.

Un accordo che, secondo quanto trapela, aprirebbe le porte italiane al costruttore cinese prendendo al balzo la richiesta del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che da mesi è alla ricerca di un nuovo produttore di auto nel Bel Paese.

Dongfeng punta all’Italia

La notizia dell’accordo tra Paolo Berlusconi e Dongfeng arriva dall’Ansa che ha riferito che il 21 febbraio scorso è’ nata DF Italia, una srl che nel suo statuto ha il commercio e la riparazione di automezzi e che, secondo indiscrezioni, importerebbe i brand del colosso automobilistico cinese Dongfeng Motors.

Paolo Berlusconi, con la figlia Alessia, sarebbe entrato nella srl con una quota del 10% tramite la Pbf srl. Il restante 90% appartiene a Car Mobility, un’altra srl che, attraverso la finanziaria Tailor Finance, fa capo a Bruno Giovanni Mafrici e a Giorgio Ratto.

Mafrici, nello specifico, è esperto in mercati internazionali e innovazione, fondatore del gruppo di imprese italiane e svizzere denominate M Management e BM Advisory leader nella consulenza finanziaria aziendale per il settore automobilistico. E Mafrici, tra l’altro, è colui che ha presentato i modelli del marchio Voyah, divisione di lusso della casa automobilistica cinese, con cui il gruppo Dongfeng ha debuttato in Italia al Salone del Mobile di Milano.

Il partner finanziario del progetto DF Italia, secondo quanto trapela, sarà CA Auto Bank, la banca controllata da Crédit Agricole Consumer Finance che si è detta orgogliosa di essere stata scelta a ulteriore riprova del ruolo di riferimento nel mercato dei veicoli elettrici.

Le trattative di Dongfeng col governo

Una notizia che ricalca e conferma le intenzioni del governo che, ormai da mesi, chiedeva un nuovo costruttore nel Paese oltre Stellantis. E fino a poche settimane fa pare che il costruttore cinese fosse in fase iniziale di trattativa per creare un polo produttivo da oltre 100mila veicoli in Italia, ricevendo parere positivo dal governo.

Interesse che era stato dichiarato dal responsabile delle operazioni in Europa, Qian Xie, che sfruttando l’intenzione dell’Italia di attrarre investimenti di un’altra casa automobilistica nel Paese dopo le recenti tensioni con Stellantis, ha colto la palla al balzo.

“Siamo interessati a produrre in Italia e siamo pronti a incontrare il governo. Le discussioni col governo italiano sono allo stadio iniziale: vogliono stabilire un rapporto di fiducia e poi approfondire” aveva detto Qian Xie, con il ministro del Mimit Adolfo Urso che ha avuto modo di sorridere.

Sorride meno, invece, Stellantis, gruppo partecipato da Exor, che con l’amministratore delegato Carlos Tavares si è detto preoccupato per la situazione venutasi a creare. Il ceo del Gruppo, infatti, ha sottolineato che l’arrivo di un produttore cinese “rappresenta più una minaccia che un’opportunità per incrementare la produzione rispetto all’obiettivo di 1 milione di auto da produrre”.

Insomma, un nuovo terreno di discussione tra il governo e Stellantis, il cui scontro va ormai avanti da mesi con toni sempre più aspri. E tra i due litiganti, è Dongfeng ad approfittarne. E lo fa con un biglietto da visita niente male, presentato da Paolo Berlusconi.