In Italia deficit pubblico al -7,4%: il peggiore d’Europa, per l’Istat colpa del Superbonus

L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche vede l'Italia maglia nera in Europa. E il debito pubblico viaggia sui 137,3 miliardi. L'Istat certifica il peso del Superbonus sui conti pubblici

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 22 Aprile 2024 16:27

Sono 23 gli Stati dell’Unione europea, sul 27 del totale, che hanno chiuso il 2023 in deficit. L’Italia registra un primato negativo: per l’indebitamento netto delle amministrazioni è la prima della lista con un valore che si assesta sul -7,4%. Rimane invece invariato, ma sempre su livelli altissimi, il debito pubblico italiano: l’ultimo trimestre del 2023 ha segnato un debito al 137,3% del Pil. Il trimestre precedente segnava 137,9%.

Deficit in Italia: 2023 in lieve miglioramento

L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche indica la differenza tra l’ammontare totale del debito pubblico accumulato dall’Italia e il denaro che lo Stato ha riscosso. In sintesi, è una misura dell’incremento netto del debito pubblico nel corso dell’anno.

Per quanto riguarda il rapporto debito-Pil dell’eurozona, l’ultimo trimestre del 2023 si è chiuso all’88,6%. Il dato precedente si assestava al 89,6%. Nell’Ue sono solo 4 i Paesi che non hanno registrato in deficit:

  • Cipro +3,1%;
  • Danimarca +3,1%;
  • Irlanda +1,7%;
  • Portogallo +1,2%.

Se l’Italia conquista la medaglia d’oro per quanto riguarda la classifica del peggior indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, nella partita del peggior debito pubblico il Bel Paese deve “accontentarsi” della medaglia d’argento. Peggio di noi solo la Grecia con un debito a quota 161,9%. Questa la top 5 dei Paesi dell’eurozona con il maggior debito pubblico:

  • Grecia 161,9%;
  • Italia 137,3%;
  • Francia 110,6%;
  • Spagna 107,7%;
  • Belgio 105,2%.

La situazione dei conti pubblici può suscitare ottimismo o pessimismo, a seconda del punto di vista assunto: si consideri che nel 2022 l’indebitamento segnava un -8,6%. Nel 2023 il -7,4% corrisponde a una diminuzione di 13,8 miliardi di euro.

L’effetto del Superbonus conti pubblici

Anche l’Istat certifica il -7,4% dell’Italia. Secondo le stime dello scorso 5 aprile, la situazione vede un peggioramento dell’indebitamento netto in rapporto al Pil di 0,2 punti percentuali, dal momento che prima era al -7,2%.

L’Istat esamina la situazione nella Notifica sull’indebitamento netto e sul debito delle Amministrazioni pubbliche secondo il Trattato di Maastricht. Ed è lo stesso Istituto nazionale di statistica a certificare il peso del Superbonus nel peggioramento dei conti pubblici: “Questa nuova versione dei conti recepisce le più recenti evidenze quantitative sulla spesa per i crediti d’imposta connessi al cosiddetto Superbonus, dal momento che il 4 aprile 2024 è scaduto il termine per comunicare all’Agenzia delle Entrate la scelta di avvalersi della cessione del credito o dello sconto in fattura”. L’Istat precisa inoltre che “tali nuove informazioni non sono ancora definitive per una possibile fisiologica stabilizzazione del dato di base nei prossimi mesi”. Occorrerà dunque attendere per avere un quadro più chiaro della situazione, che comunque non si prevede rosea.

Superbonus nel mirino della Banca d’Italia

Del Superbonus aveva precedentemente parlato anche Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, nel corso dell’audizione sul Def in Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato: “Nell’introdurre nuovi schemi di incentivazione occorrerà evitare di ripetere gli errori che hanno caratterizzato alcune misure recenti, in particolare l’esperienza del Superbonus“. Nicoletti Altimari ha evidenziato come l’ammontare dei crediti d’imposta per Superbonus contabilizzati per competenza nei conti del 2023 pubblicati da Istat a inizio aprile sia pari a quasi 3,7 punti percentuali del Pil, un valore che equivale a 77 miliardi e “oltre cinque volte superiore a quanto il Def 2023 prevedeva sarebbe maturato nell’anno”.

Speranza Pnrr

Per Nicoletti Altimari affinché il governo riesca a raggiungere gli obiettivi espressi nella Manovra sarà determinante “il contributo fornito da una attuazione piena ed efficace degli investimenti del Pnrr, che a partire da questo anno dovrebbero accelerare”.