Quello delle criptovalute resta un tema estremamente delicato, che vede spaccata l’opinione pubblica in tre grandi tronconi. Da una parte chi ritiene rappresenti il futuro e che non investire oggi sia un gravissimo errore. Dall’altra, invece, troviamo chi è altamente scettico e incerto sul da farsi e poi chi si tiene ben al di fuori di questo mondo, ignorandone il funzionamento.
I governi di tutto il mondo non possono però ignorare la questione, da fronteggiare sotto differenti aspetti. In Italia si è discusso molto della tassazione ad applicare, per poi optare per un passo indietro. Nel frattempo in Europa l’Esma mette in allarme. Si tratta di un investimento altamente rischioso e di un sistema che ha dimostrato nuovamente la sua elevata volatilità.
Allarme criptovalute
È innegabile che il record da 100mila dollari raggiunto da Bitcoin abbia risvegliato la voglia di investire anche nei più scettici. A dire il vero anche molte persone del tutto prive di nozioni hanno ben pensato di investire una piccola somma.
Il timore del crollo, non troppo distante nel tempo, sembra essere già svanito. Ciò non vale però per l’Authority sulle criptovalute, anzi. È giunto infatti un nuovo alert, figlio del boom registrato dal settore nel mese di novembre. Le elezioni negli Stati Uniti hanno avuto un chiaro e netto peso e questo clima entusiasta che si respira potrebbe provocare seri danni ai piccoli e medi risparmiatori e investitori.
A pochi giorni dall’entrata in vigore del regolamento Mica (Markets in Crypto-Assets Regulation), che ha introdotto norme chiare e uniche nell’Unione europea per gli emittenti, l’Esma alza la voce.
L’Autorità europea per la vigilanza sui mercati finanziari teme la combinazione di vari elementi. Da una parte le nuove regole e dall’altra, soprattutto, l’impennata dei prezzi. Tra fine 2024 e inizio 2025 i risparmiatori potrebbero “farsi prendere dall’entusiasmo”. In effetti bastano pochissimi click e la spinta dei tanti “fuffaguru” di certo non aiuta a frenare i depositi, gli acquisti e i movimenti sui vari wallet digitali.
Che si tratti di finanza tradizionale o di mercato delle crypto, infatti, nessun movimento sugli asset andrebbe fatto a cuor leggero. Le valutazioni devono essere oculate e con al fianco dei professionisti, qualora si fosse ignoranti in materia o appena degli amatori.
Cripto e Stati Uniti, la spinta di Trump
Il mondo delle criptovalute attende con ansia l’avvio del nuovo mandato di Donald Trump. Il prossimo Presidente degli Stati Uniti, infatti, sta già facendo molto per il settore, pur non avendo ancora “scacciato” Biden dalla Casa Bianca.
Basti pensare alla recente nomina di David Sacks, ex manger Paypal, a consulente per IA e criptovalute. Si mira a far prosperare il mercato, trascinando gli USA nel futuro, o almeno verso uno dei possibili.
È stato registrato un guadagno del 90% per quanto riguarda il CoinDesk Index 20, che misura proprio le performance degli asset digitali principali. Come detto, Bitcoin ha superato i 100mila dollari, dai 70mila precedenti. Ethereum invece ha ottenuto un salto in avanti da 2.400 a 4mila dollari.
C’è chi guarda a tutto ciò e vede una ghiotta opportunità. Esma invece individua un avvertimento che ritiene evidente. La natura del sistema è “altamente volatile”. L’impennata non dà garanzie e potrebbe essere di breve durata. Come accaduto nel recente passato, infatti, sarebbero i piccoli investitori a pagare le spese, nella quasi totalità, in caso di crollo. I grandi resistono e acquistano mentre tutti scappano. Gli scaltri escono dal gioco appena in tempo. I piccoli “giocatori”, invece, sperano e restano aggrappati a un sogno, spesso fino all’ultimo centesimo rimasto.
Parlare in questi termini, però, denota per alcuni il gran timore di un sistema datato che ha paura di sparire. Non ci sarebbe dunque da fidarsi di chi predica cautela. Quest’ultima viene sbandierata però un po’ da tutti i fronti. Pochi giorni fa, infatti, Blackrock (colosso della gestione americana) ha raccomandato un massimo del 2% del proprio portafoglio d’investimento da allocare in Bitcoin.
L’Autorità europea sottolinea nel suo comunicato che, per quanto dal 30 dicembre 2024 il nuovo regolamento Ue Mica apra a una nuova fase della supervisione sulle criptoattività, non tutti i rischi potranno dirsi eliminati. Di certo migliorerà lo stato di protezione per gli investitori ma occorrerà come sempre prestare estrema cautela. Ecco i tre aspetti da considerare:
- le tutele del Mica sono ridotte rispetto ai prodotti tradizionali (nessun indennizzo in caso di fallimento societario, ad esempio);
- le tutele non saranno tutte in vigore immediatamente (alcuni Paesi hanno optato per una moratoria di 18 mesi per i fornitori di servizi senza licenza Mica);
- optare per società di servizi non-Ue aumenta i rischi, con chance maggiori di truffe e minori margini per ricorsi.