Dopo sette anni di aumenti i costi dei conti correnti calano, media di 100,7 euro nel 2023

Il calo è di 3,3 euro in meno rispetto al 2022, scende anche la spesa di gestione dei conti online. Ma le associazioni di consumatori esultano a metà

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 10 Dicembre 2024 19:48

Nel 2023, dopo sette anni di aumenti consecutivi, Banca d’Italia ha registrato il primo calo del costo dei conti correnti bancari. La spesa media per i conti tradizionali è scesa a 100,7 euro, con una riduzione di 3,3 euro rispetto al 2022. Anche i costi di gestione dei conti online, non legati a sportelli bancari, sono diminuiti di 4,8 euro, attestandosi a 28,9 euro.

Quanto costano ora i conti correnti tradizionali e online

Per i conti tradizionali, la riduzione dei costi, secondo quanto evidenziato da via Nazionale, è dovuta per l’80% alle spese fisse e per la restante parte alle spese variabili. Il calo delle spese fisse è legato alla diminuzione dei canoni, mentre la riduzione delle spese variabili dipende dalla minore operatività, poiché le commissioni su pagamenti e prelievi di contante sono rimaste quasi invariate.

La diminuzione dei costi di gestione dei conti online è principalmente attribuibile alla ridotta percentuale di clienti che devono pagare il canone di base. Al contrario, il costo di gestione dei conti postali è aumentato per il secondo anno consecutivo, passando da 59,6 a 67,3 euro. Questo incremento è principalmente dovuto alle spese variabili, salite di 6,5 euro a causa dell’aumento complessivo dell’operatività. La spesa media ponderata per le tre tipologie di conto corrente si attesta a 87,8 euro.

La spesa di gestione presenta una notevole variabilità in base ai diversi gruppi di clientela: è più contenuta per i clienti con un profilo di operatività semplificato (come giovani, famiglie e pensionati con bassa operatività), mentre risulta più alta per i profili con consumi più sofisticati.

La commissione per la messa a disposizione dei fondi (Mdf) nei contratti di apertura di credito in conto corrente è rimasta invariata, fissata all’1,7% del credito concesso. Al contrario, la commissione unitaria di istruttoria veloce (Civ) applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente è scesa da 16,4 a 13,7 euro.

Soddisfatte a metà le associazioni di consumatori

Nonostante la diminuzione registrata nel 2023, il costo di gestione dei conti correnti bancari rimane ancora troppo elevato in Italia. Lo afferma l’associazione Assoutenti, commentando il report annuale di Bankitalia.

“Nel 2023 la spesa di gestione dei conti correnti è diminuita di 3,3 euro rispetto al 2022, attestandosi a 100,7 euro – spiega il presidente Gabriele Melluso – Tuttavia se si estende lo sguardo agli ultimi anni si scopre che i costi a carico dei correntisti sono saliti enormemente: nel 2013 la spesa media di gestione dei conti correnti, includendo spese fisse e variabili, era pari a 81,9 euro, secondo la stessa Banca d’Italia. Questo significa che per le medesime operazioni un correntista spende rispetto a 10 anni fa ben 18,8 euro in più, con un aumento dei costi del 23%”.

“La digitalizzazione dei servizi bancari e il crescente ricorso a conti online, app e home banking da parte degli utenti, hanno di fatto portato ad una generalizzata riduzione dei costi in capo alle banche, che avrebbe dovuto determinare un conseguente abbattimento dei costi praticati ai cittadini. Al contrario la spesa per la gestione dei conti correnti rimane ancora su livelli elevati, nonostante la micro-riduzione registrata nel 2023”, conclude Melluso.

Anche per l’Unc, il calo rilevato da Bankitalia è “del tutto insoddisfacente e inadeguato, attesi gli extraprofitti delle banche e i rialzi spropositati degli anni passati”.