Corte dei Conti, le entrate regionali crescono ma l’inflazione riduce le risorse per la sanità

Nel 2023, entrate regionali in crescita grazie al Pnrr, ma l'inflazione erode le risorse sanitarie, con disparità tra Nord e Sud Italia

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 1 Agosto 2024 20:30

Nel 2023, le entrate tributarie delle regioni italiane hanno registrato una crescita significativa, trainata dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Questo aumento segue un calo del 2022, causato dalla fine dei trasferimenti statali straordinari. Tuttavia, il settore sanitario rimane sotto pressione, poiché l’inflazione erode le risorse disponibili, riducendo la spesa in rapporto al Pil.

Con la riattivazione del Patto di Stabilità e Crescita all’orizzonte, le regioni devono riuscire a bilanciare sviluppo economico e sostenibilità finanziaria. Dal 2020 al 2022, la spesa corrente è salita di ben 7,9 miliardi di euro, con un aumento dei pagamenti pari a 2,6 miliardi.

Le risorse sanitarie non tengono il passo con l’inflazione

Nonostante l’aumento delle risorse finanziarie, le assegnazioni al settore sanitario non riescono a compensare l’aumento dei costi. Il risultato è una diminuzione della spesa sanitaria rispetto al Pil, con una discrepanza tra le necessità del sistema e le risorse disponibili.

La “Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni/Province Autonome per gli esercizi 2020-2023”, approvata dalla Corte dei conti, sottolinea come l’inflazione abbia eroso il potere d’acquisto delle risorse sanitarie regionali.

La Corte dei conti avverte che la riattivazione del Patto di Stabilità e Crescita (Psc) potrebbe influenzare pesantemente il settore sanitario. La possibilità di un ritorno a rigidi vincoli di bilancio è una preoccupazione crescente, soprattutto perché potrebbe limitare ulteriormente la capacità delle regioni di investire nel miglioramento delle strutture e nei servizi al cittadino.

La sanità sotto i riflettori: disparità regionali

Nel 2022, l’indebitamento complessivo delle regioni ha mostrato un trend in discesa, con un indebitamento pro capite di 668 euro, in calo rispetto agli anni precedenti. Le regioni a statuto speciale continuano a registrare un indebitamento medio pro capite più elevato, con variazioni tra le diverse aree.

La spesa sanitaria complessiva in Italia ha visto un aumento considerevole, passando da 136,7 miliardi di euro nel 2020 a 149,5 miliardi nel 2022. Questa crescita è stata particolarmente evidente nel Nord Italia. Anche qui si assiste, come un po’ per tutti i campi, al solito divario regionale che esiste nel paese, come nel caso della spesa sulla sanità nelle città italiane. Mentre le aree settentrionali si rafforzano, le regioni del Sud lottano ancora per colmare il gap, affrontando sfide più complesse nella fornitura di servizi sanitari di alta qualità.

Le rilevazioni del nuovo Sistema di Garanzia

Il nuovo Sistema di Garanzia ha rilevato nel 2022 alcune criticità in diverse regioni italiane. Solo 13 regioni e province autonome sono riuscite a ottenere una valutazione sufficiente in tutte le macroaree osservate. Tra queste, la prevenzione è risultata essere l’area più problematica, perché negli anni considerati la pandemia ha influito negativamente sui punteggi delle valutazioni.

Bilanci regionali: tra equilibri e sbilanciamenti

Nel documento della Corte dei Conti si legge che i bilanci delle regioni mostrano un equilibrio positivo in termini di competenza. Ma un’analisi più approfondita rivela che, considerando gli accantonamenti ai fondi, le regioni a statuto ordinario hanno registrato un disavanzo per il triennio 2020-2022.

Al contrario, le regioni a statuto speciale, fatta eccezione per la Sicilia, hanno mostrato un avanzo.

Nel 2022, l’indebitamento delle regioni è sceso, portando il debito pro capite a 668 euro, un calo rispetto agli anni precedenti. Nonostante ciò, le regioni a statuto speciale continuano a presentare un debito medio più elevato, con variazioni significative tra le diverse aree.