Congedo parentale: cosa può cambiare per i padri, le novità

L'esecutivo è pronto a rimettere mano alla misura, come ha anticipato anche Maurizio Lupi

Tra la pioggia di emendamenti (più di tremila) che sono letteralmente piombati sulla Manovra, si fanno largo anche le modifiche alla misura sul congedo parentale retribuito per un mese all’80% che ad oggi riservato, secondo le direttive del testo, alle sole madri.

Congedo parentale, novità in arrivo

Conferme che si va in questa direzione sono arrivate anche da Maurizio Lupi a margine dell’ incontro tra il governo e i capigruppo di maggioranza. La misura sul congedo parentale “sarà corretta: noi presenteremo un emendamento ma è condiviso dal governo perché il mese in più pagato all’80% possa essere usufruito dalla madre o dal padre”, ha detto il leader di Noi Moderati.

Cosa può cambiare per i padri

Allo stato attuale, l’articolo 66 della Legge di Bilancio stabilisce che la madre lavoratrice dipendente possa – entro il sesto anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia di minore per adozione o affidamento – sfruttare un periodo di un mese di congedo parentale con indennità elevata dal 30 all’ottanta per cento. Il congedo al 30% è, allo stato, così attribuito: per un periodo di tre mesi per genitore (non cedibili); per altri tre mesi fruibile in alternativa o frazionabile tra i genitori; per nove mesi in caso di un solo genitore.

Nodo costi

Nel frattempo, si fa anche chiarezza sui costi:  per il mese in più di congedo all’80% per le madri si stima un costo di oltre mezzo miliardo in tre anni.

“Considerando lo sviluppo retributivo, lo stratificarsi degli accessi/generazioni e il profilo registrato nelle nascite nel recente periodo gli oneri possono essere così rideterminati, nell’ipotesi prudenziale dell’utilizzo dell’indennità elevata all’80% all’inizio del periodo di congedo parentale”, fanno sapere i tecnici del Servizio Bilancio di Camera e Senato: una maggior spesa totale di 117 milioni nel 2023, 204 milioni nel 2024 e 210 milioni nel 2025.