Da qualche anno milioni di consumatori si sono convertiti a un nuovo modo di fare acquisti: parliamo della formula “buy now pay later”, letteralmente “compra ora e paga dopo”. Si tratta di un pagamento a rate senza interessi, che sulla carta avvantaggia tutte le parti coinvolte: venditori, clienti e piattaforme finanziarie.
Il fenomeno, da qualche anno sulla cresta dell’onda negli Usa, si è rapidamente diffuso anche in Europa. Istituzioni e autorità di vigilanza mettono però in guardia soprattutto i giovani dall’alto rischio di indebitamento.
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Indice
Cos’è il BNPL, il “Buy Now Pay Later”
La formula BNPL è già presente da tempo sui principali siti di e-commerce, tra cui anche Amazon, ma non tutti se ne sono accorti: è la possibilità di dividere il pagamento in poche rate invece di versare la somma tutta in una volta, senza interessi o sovrapprezzi. Sempre più rivenditori adottano questo metodo che sembra accontentare tutti: chi vende riceve il pagamento intero, chi compra non sborsa tutti i soldi subito e la piattaforma intasca le commissioni.
Il tutto è reso possibile dal servizio offerto da società terze – tra cui anche PayPal, Klarna e Scalapay – che consentono di dilazionare i pagamenti elettronici tramite carte o portafogli digitali. In pratica l’acquirente finanzia il suo acquisto tramite queste piattaforme esterne. Le rate vanno dai 3 ai 6 mesi, senza interessi, e vengono utilizzate per il pagamento ogni 30 giorni. L’addebito avviene automaticamente e al cliente viene inviata una mail automatica che ricorda il pagamento della rata qualche giorno prima della scadenza fissata.
I costi di questa impalcatura telematica sono a carico delle piattaforme dei venditori, che in questo modo allargano la platea dei clienti a persone che non potrebbero permettersi di acquistare il bene o servizio pagando tutto subito. Il successo del “buy now pay later” è dato anche dal fatto che chi vende scarica il rischio di credito.
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Un giro d’affari di oltre 300 miliardi di dollari
Secondo la BRI di Basilea, la Banca dei Regolamenti Internazionali che è la “regina” degli istituti centrali, dal 2019 la pratica del BNPL ha generato un giro d’affari di oltre 300 miliardi di dollari. L’analisi di Market Analysis Report – Grand View Search parla di 7,63 miliardi di dollari nel 2023 e prevede un totale di 38,5 miliardi nel 2030. I mercati con maggiore diffusione del “compra ora e paga dopo” sono Svezia e Australia, oltre a Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina. Stando ai dati di Floa (Gruppo BNP Paribas), il 43% dei cittadini europei ha già effettuato un acquisto utilizzando questa soluzione. In Italia, fra il 2021 e il 2022, il numero di utenti BNPL è cresciuto del 22% e si stima che attualmente quasi un italiano su tre abbia utilizzato la formula di pagamento a rate in maniera saltuaria.
Sembra l’uovo di Colombo, ma da qualche parte c’è una crepa. Il “compra ora e paga dopo” potrebbe infatti destabilizzare ulteriormente il mercato del credito, già vessato dai tassi elevati e costi in aumento, e aumentando in maniera esponenziale il rischio di indebitamento per chi compra.
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Le differenze con il pagamento con carte di credito
Il sistema del “buy now pay later” potrebbe sembrare uguale a quello dell’acquisto con carta di credito. Sicuramente entrambi consentono di acquistare un bene e di dilazionare il pagamento, sottoscrivendo di fatto una forza di finanziamento a breve termine. Ci sono però alcune differenze.
Come ha spiegato Forbes, il BNPL programma il pagamento totale degli acquisti in un intervallo di tempo che va dai 3 ai 6 mesi, col versamento della prima rata che avviene in fase di acquisto e l’esborso delle altre in importi regolari. Tale sistema non prevede interessi o commissioni se i pagamenti vengono effettuati in tempo, mentre le carte di credito revolving sì. Un’altra differenza riguarda l’accessibilità: ottenere una carta di credito è più complesso, mentre le procedure e i requisiti per pagare con BNPL sono sicuramente più agevoli.
Il rischio di indebitamento e l’allarme delle Banche Centrali
Da qui l’allarme lanciato dalle Autorità di vigilanza e dalle Banche Centrali su quello che a conti fatti è un prestito, anche se di importo contenuto. Una pratica che, se abusata e a lungo andare, potrebbe generare debiti pesanti soprattutto per giovani, persone a basso reddito e con un basso livello di istruzione. Nonostante al cliente sembri di pagare meno e a intervalli “comodi”, alla fine la spesa totale delle rate può raggiungere somme difficili da sborsare, generando così commissioni e spese maggiori o insolvenze.
Come sottolineato ancora da Forbes, uno dei rischi maggiori per gli acquirenti riguarda la possibile variazione dei termini e delle condizioni di servizio. Ecco perché è sempre buona cosa informarsi a fondo, perché l’interesse potrebbe non restare allo 0% per tutta la durata del prestito e saltare una rata potrebbe prevedere penali anche molto salate. O anche commissioni per il mancato pagamento o per il pagamento in ritardo, oltre ad azioni legali per il recupero del credito e il rischio nefasto di non poter accedere in futuro a finanziamenti per “inaffidabilità creditizia”. Il meccanismo potrebbe inoltre indurre chi compra a “fare il passo più lungo della gamba”, lanciandosi in un acquisto eccessivo che sembra però poter essere affrontato tranquillamente dividendo la spesa in più tranche.
Diversi analisti e istituzioni hanno evidenziato il rischio che tale meccanismo renda vano le misure predisposte nel corso degli anni per contrastare e regolare l’indebitamento. Si sarebbe generato così quello che è stato definito un “debito fantasma”, finito nel mirino delle autorità: negli Usa, ad esempio, sono scattate indagini su casi di tassi di insolvenza di gran lunga più alti di quelli del credito al consumo e altre forme di finanziamento.
Le Banche Centrali si sono mosse per mettere riparo a questa “falla” del sistema. Nel 2023 era stata proprio la Banca d’Italia a sottolineare la necessità di aggiornare le regole degli acquisti online. A ottobre dell’anno appena trascorso è stata pubblicata una direttiva Ue, che verrà gradualmente attuata nei prossimi anni, che punta a estendere le tutele per i clienti. Soprattutto per quanto riguarda la trasparenza dei termini di acquisto e il controllo dell’attività delle piattaforme finanziarie.