Commerzbank, la Germania blocca la vendita a UniCredit ma non tutto è perduto

Se dopo lo sgambetto del governo tedesco UniCredit intenderà proseguire con l'acquisto di Commerzbank potrà tentare la via (più costosa) della Borsa

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La Germania si mette di traverso e blocca l’acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit. Il governo tedesco, che possiede una quota del 12% di Commerzbank, aveva deciso di vendere le proprie azioni. Tuttavia, quando UniCredit ha manifestato le proprie intenzioni, Berlino ha eretto un muro. Attualmente, con il suo 9%, la banca italiana è il secondo azionista di Commerzbank.

Perché Berlino ha bloccato UniCredit

UniCredit aveva acquistato azioni di Commerzbank messe in vendita dal governo tedesco, poi ha aperto a una possibile acquisizione completa della banca. Il caso è stato reso noto una decina di giorni fa con l’intervista di Bloomberg ad Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit.

“La strategia della banca è orientata all’indipendenza” e “il governo federale la sosterrà fino a nuovo avviso mantenendo la propria partecipazione azionaria”, scrive l’agenzia finanziaria tedesca che amministra il Fondo di stabilità. La Cancelleria si allinea quindi alle richieste del partito dei Verdi, che chiedeva di non vendere per preservare l’indipendenza dell’istituto, la quarta più grande banca della Germania.

“Temiamo che possano esserci licenziamenti per i due terzi dei dipendenti, come è accaduto con Hvb”. È questo l’allarme lanciato dal presidente del coordinamento sindacale aziendale, Uwe Tschaege, che è anche vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Commerzbank. Di avviso diametralmente opposto è Christian Lindner, ministro delle Finanze tedesco, che sosteneva la vendita di un pacchetto del 4,5%, affermando che fosse giunto il momento per lo Stato di iniziare a uscire da Commerzbank.

Aveva benedetto l’acquisizione la Bce: “Siamo sempre stati a favore delle fusioni transfrontaliere. Ogni volta che se ne verifica una, emergono tipicamente preoccupazioni nazionali”, aveva dichiarato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, durante una conferenza a Madrid in risposta a una domanda sull’acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit. “La cosa importante – aveva aggiunto – è quanto la fusione sia adeguata dal punto di vista del modello di business”.

La via della Borsa

Per UniCredit, tuttavia, non tutto è perduto: rimane sempre l’opzione alternativa, ovvero l’acquisto in Borsa. Il gruppo guidato dall’ad Andrea Orcel potrebbe chiedere alla Bce l’autorizzazione a salire fino al 30% di Commerzbank. L’attuale pacchetto, pari al 9%, è stato acquistato per metà dal governo tedesco e per metà in Borsa. Tuttavia, questa via potrebbe risultare più costosa per UniCredit.

L’inchiesta

Il governo tedesco starebbe valutando l’avvio di un’inchiesta per capire come mai il pacchetto di azioni non sia stato frazionato, invece di permettere una vendita cumulativa che avrebbe consegnato il controllo di Commerzbank a un unico soggetto.

La super-banca

L’eventuale acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit porterebbe alla nascita della più grande banca della Germania, un gigante del credito ancora più imponente di Deutsche Bank in termini di fatturato e capace di competere con i grandi istituti americani e cinesi. Sarebbe proprio questo l’obiettivo della Bce.