Il primo vero scontro sull’asse Roma-Bruxelles è pronto a consumarsi sulla direttiva sulle case green rispetto alla quale il governo italiano non ha mai nascosto che è pronto a dare battaglia. E sembra essere in buona compagnia di altri Paesi che – proprio come l’Italia – chiedono una maggior flessibilità, dalla Romania alla Grecia alla Polonia. Nella giornata di ieri il provvedimento ha ottenuto l’ok del Parlamento europeo ma la strada che porta all’entrata in vigore è tutta in salita e piena di ostacoli.
Case green, ok a direttiva
Il testo è stato approvato con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti. Obiettivo della proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è una sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ristrutturare un più ampio numero di edifici inefficienti sotto il profilo energetico e migliorare la condivisione delle informazioni sul rendimento energetico sono altri obiettivi della proposta.
“L’impennata dei prezzi dell’energia – ha dichiarato il relatore Ciarán Cuffe – ha riportato l’attenzione sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio energetico. Migliorare le prestazioni degli edifici europei abbasserà le bollette e la nostra dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che la direttiva riduca la povertà energetica e le emissioni, e garantisca migliori ambienti interni per la salute delle persone. Si tratta di una strategia di crescita per l’Europa, che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nell’edilizia, nelle ristrutturazioni e nelle energie rinnovabili, migliorando il benessere di milioni di persone che vivono in Europa”.
Italia contro
Adesso si apre il dibattito tra il trilogo, Parlamento, Consiglio e la Commissione, chiamato a trovare la sintesi su un testo condiviso, che poi dovrà passare sotto la lente dell’ assemblea plenaria.
Intanto, l’Italia alza già la voce con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin che boccia la direttiva, giudicata “insoddisfacente. Anche nel trilogo, come fatto fino a oggi, continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale”.
Che succede ora?
Senza considerare che c’è da fare i conti con le spaccature all’interno dei singoli Paesi. In casa nostra ad esempio gli eurodeputati Pd e M5S si sono espressi a favore della direttiva mentre quelli di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega sono sul fronte del no.