Le bollette finiscono sotto la lente dell’Antitrust e l’Arera, l’autorità di regolazione dell’energia elettrica e del gas, a causa di pratiche commerciali ritenute scorrette, soprattutto in una fase in cui il costo dell’energia è divenuto parte preponderante della spesa di famiglie ed imprese.
“L’aumento incontrollato dei prezzi dell’energia e lo stato di incertezza generale causato dalle tensioni internazionali stanno coinvolgendo sia i consumatori che gli operatori del settore energetico, traducendosi talvolta in iniziative che possono configurarsi come pratiche commerciali scorrette o violazioni della regolazione di settore”, spiegano in una nota congiunta l’Antitrust e o l’Arera, in seguito ad un incontro a Roma dei rispettivi presidenti Roberto Rustichelli e Stefano Besseghini.
Ma quali sono queste pratiche “censurate” dalle authority?
Dl Aiuti Bis e divieto di modifiche unilaterali
A testimoniare queste pratiche scorrette diverse segnalazioni pervenute alle due Autorità, da parte di consumatori, per violazioni dell’articolo 3 del DL Aiuti bis, che prevede la sospensione delle clausole contrattuali che consentano modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas naturale relativamente alla definizione del prezzo, fino al 30 aprile 2023. (Per approfondire vedi tutti i contenuti del Dl Aiuti Bis)
Inoltre, all’articolo 2 lo stesso decreto dispone che siano “inefficaci” i preavvisi comunicati, per queste stesse finalità, prima della data di entrata in vigore del decreto e fino al 30 aprile 2023, a meno che le modifiche contrattuali si siano già perfezionate.
Qualche chiarimento
Le due autorità, alla luce degli approfondimenti svolti congiuntamente e delle segnalazioni pervenute, hanno dato anche qualche chiarimento in merito alle regole e strumenti disponibili per consentire a consumatori ed imprese una corretta interpretazione dei reciproci comportamenti.
- Si parla di variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali (art. 13 Codice di condotta commerciale) in quei casi in cui, durante il periodo di esecuzione e di validità di un contratto di fornitura, il venditore decide di avvalersi, per giustificato motivo, di una clausola contrattuale legittima nella quale è prevista esplicitamente la possibilità di variare unilateralmente specifiche condizioni contrattuali, eccetto che in questa fase e fino alla scadenza del 30 aprile 2023 (ambito di applicazione articolo 3 Dl Aiuti Bis);
- le variazioni automatiche delle condizioni economiche (art. 13 Codice di condotta commerciale) sono quegli aggiornamenti già previsti dalle condizioni contrattuali all’atto della stipula (aumento prezzo unitario, scadere di sconti o promozioni, passaggio da prezzo fisso a variabile e così via), che non sono ritenuti modifica unilaterale delle condizioni economiche e quindi non rientrano nell’ambito di applicazione dell’articolo 3 del Dl Aiuti Bis.
- i rinnovi delle condizioni economiche, cioè la stipula di un nuovo contratto alle medesime condizioni, non costituiscono un’ipotesi di variazione unilaterale, anche se il rinnovo può essere variamente regolato nell’ambito di un contratto concluso tra le parti. Nel caso delle cd. offerte PLACET, dove le condizioni sono interamente stabilite dall’Autorità ad eccezione del prezzo di cui l’Autorità stabilisce solo la struttura, la regolazione prevede un specifica procedura di rinnovo ogni 12 mesi che non rientra nell’ambito di applicazione dell’articolo 3.
Quando allora le modifiche sono unilaterali e temporaneamente illegittime?
Vi sono due casi di illegittimità per modifica unilaterale del contratto. Il primo caso ricorre quando il fornitore avanza una proposta di rinegoziazione per sopravvenuto squilibrio delle prestazioni a causa dell’aumento dei prezzi (di solito gli operatori invocano la forza maggiore), una situazione che potrebbe determinare una “eccessiva onerosità” e portare alla risoluzione “giudiziale” del contratto ma dovrebbe essere in ogni caso disposta da un giudice. Il secondo caso di illegittimità è relativo all’esercizio del diritto di recesso dal contratto di fornitura con i propri clienti, anche con effetto immediato e con conseguente attivazione dei servizi di ultima istanza.
Il decreto Aiuti Bis ha ovviamente ampliato i casi di pratiche scorrette, ma numerose segnalazioni, anche di comportamenti aggressivi, sono giunte alle authority in tempi “normali”
Consumatori esultano: giustizia fatta
“Bene, ottima notizia! Accolte le tesi del nostro esposto”, commenta afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, che si è fatta promotrice di diverse segnalazioni.
“Proprio ieri abbiamo annunciato l’esposto, in realtà depositato nei giorni scorsi – prosegue – in cui denunciavamo la violazione da parte di alcune società di luce e gas del mercato libero del Dl Aiuti bis. In pratica stanno modificando unilateralmente i contratti a prezzo fisso, alzando i prezzi, nonostante la legge avesse vietato di farlo fino al 30 aprile 2023″.
“Molti consumatori hanno ricevuto avvisi di modifica abbondantemente dopo il 10 agosto, addirittura a settembre. Una pratica scorretta – afferma il Presidente di UNC – a cui se ne aggiunge una ancor più odiosa. Per aggirare il Dl Aiuti, invitano il consumatore a sottoscrivere un nuovo contratto, avvisandolo che, in mancanza, il vecchio contratto verrà cessato e, di conseguenza, passerà per la luce al Servizio di maggior tutela e per il gas al Fornitore di ultima istanza, notoriamente più caro. Un indebito condizionamento che speriamo sia ora bloccato dalle due Authority”.