Bitcoin in caduta libera: è la fine delle criptomonete?

La pricipale criptovaluta ieri è arretrata sensibilmente arrivando a scendere sotto quota 31mila dollari.

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Redazione

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Pubblicato: 10 Maggio 2022 14:42

Crolla il mercato delle criptovalute, che segue a stretto giro la performance dell’azionario – il Nasdaq ha perdo quasi il 4% in un giorno – e delle materie prime, che continuano a scontare uno scenario macroeconomico più fosco per i mesi a venire. Una performance che non risparmia neanche l’obbligazionario ed i particolar modo il segmento dei sovereign, che vedono i rendimenti salire alle stelle.

Il crollo Bitcoin

Bitcoin, la più conosciuta fra le criptovalute, ha lasciato sul terreno l’11,5%, portandosi a 30.696 dollari ai minimi da agosto 2021. Stessa performance per Ethereum che crolla dell’11,6% a 2.266 dollar e per il Lite-coin che arretra di oltre il 16% a 79,72 dollari. Da considerare che il Bitcoin ha perso il 50% rispetto al massimo raggiunto sette mesi fae più in generale il mercato delle criptovalute ha bruciato 1.600 miliardi di dollari da novembre 2021.

I motivi

Ma cosa sta colpendo i mercati così duramente? Cosa colpisce il sentiment degli investitori? In questi casi si parla spesso di avversione al rischio e di fuga verso i safe-heaven (beni rifugio). Le prospettive economiche per il resto dell’anno parlano di un rallentamento della crescita delle maggiori economie, anche per effetto della guerra in Ucraina e delle sanzioni imposte alla Russia dall’Occidente. Sanzioni cui si aggiunge ora un embargo sul petrolio. Ad aggravare la situazione il riemergere dei contagi di Covid-19 in Cina ed i nuovi lockdown che rischiano di frenare la grande economia asiatica.

“Alla luce dei timori per l’inflazione in aumento, la maggior parte degli investitori ha scelto di vendere azioni e cripto per ridurre i rischi” ha commentato in proposito Darshan Bathija, chief executive della piattaforma cripto Vauld, parlando con Bloomberg.

Il fattore inflazione

Per contro, l’inflazione continua a galoppare, di riflesso all’impennata dei costi energetici ed ai colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento. E questo sta costringendo le banche centrali a chiudere i cordoni, ritirando le misure di stimolo lanciate durante la pandemia, per prima la Fed che ha già alzato due volte i tassi di interesse.