Il 12 dicembre 2024, la Banca Centrale Europea (Bce) ha ufficialmente annunciato una riduzione dei tassi di interesse di 25 punti base. L’obiettivo di questa decisione è supportare l’economia dell’Eurozona, che sta affrontando una fase di crescita debole, specialmente nelle principali economie della zona come la Germania e la Francia.
L’annuncio arriva dopo mesi di speculazioni sul possibile intervento della Bce e si inserisce in un contesto di politiche monetarie volte a stimolare la domanda e incentivare gli investimenti.
Taglio dei tassi, influenza sull’Eurozona
Sebbene il mercato avesse scontato una probabilità del 10-15% di una riduzione più ampia di 50 punti base, la scelta della Bce si è orientata verso il compromesso della riduzione di 25 punti base per rispondere alla debolezza economica senza provocare rischi inflazionistici eccessivi.
Infatti, con questo intervento:
- il tasso sui depositi della Bce (il tasso di interesse che la Bce paga alle banche commerciali che depositano il loro denaro presso la Bce) scende dal 3,25% al 3%;
- il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale (tasso si applica ai prestiti che la Bce concede alle banche commerciali) scende dal 3,4% al 3,15%;
- il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale (tasso applicato alle operazioni di prestito a breve termine che la Bce concede alle banche quando queste non hanno liquidità sufficiente) scende dal 3,65% al 3,4%.
Di fatto, con questi tagli ai tassi di interesse è più economico per le banche ottenere liquidità dalla Bce, stimolando così il credito nell’economia e cercando di contrastare la debole crescita economica.
Si legge nel comunicato: “I nostri esperti si attendono una ripresa più lenta di quanto indicato nelle proiezioni di settembre. Nonostante l’aumento della crescita nel terzo trimestre di quest’anno, gli indicatori segnalano una contrazione nell’attuale trimestre. Le proiezioni degli esperti indicano una crescita dello 0,7% nel 2024, dell’1,1% nel 2025, dell’1,4% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027”.
L’effetto sui mutui
Uno degli effetti più diretti della riduzione dei tassi di interesse annunciata dalla Bce riguarderà il costo del denaro, in particolare per i mutui. Con il tasso sui depositi che scende al 3%, molti consumatori e imprese si troveranno ad affrontare condizioni più favorevoli per l’accesso al credito.
Per i mutui a tasso variabile, questa riduzione si tradurrà in un abbassamento delle rate mensili. I tassi di interesse sui mutui, infatti, segue l’andamento del tasso di rifinanziamento principale della Bce, che scende dal 3,4% al 3,15%. Di conseguenza, chi ha un mutuo a tasso variabile potrebbe beneficiare di un alleggerimento della propria rata mensile. Questo potrebbe essere un sollievo importante per milioni di famiglie e imprese in Eurozona, che stanno affrontando l’incertezza economica e l’inflazione.
Anche i mutui a tasso fisso potrebbero risentire positivamente di questo intervento, sebbene in misura minore. Anche se i tassi fissi sono generalmente determinati anche dalle condizioni di mercato e dalle aspettative future sui tassi di interesse, un’ulteriore riduzione dei tassi Bce potrebbe portare a un abbassamento delle offerte di mutui a tasso fisso da parte delle banche, rendendo questi strumenti di finanziamento più accessibili.
Quando scenderanno i tassi dei mutui variabili?
Alla riduzione dei tassi da parte della Bce non seguirà un immediato taglio dei tassi di interesse da parte delle banche che, solitamente, tendono ad applicare queste modifiche in un secondo momento, spesso con un certo ritardo, adattandosi progressivamente alle nuove condizioni di mercato.
Ogni banca può avere politiche diverse sulla trasmissione dei cambiamenti dei tassi. Alcune potrebbero ridurre i tassi dei mutui variabili poco dopo un abbassamento da parte della Bce, mentre altre potrebbero impiegare più tempo. Oltre alle decisioni della Banca Centrale Europea, infatti, le banche considerano anche altri indicatori di mercato, come l’andamento dell’inflazione, la stabilità economica e i tassi interbancari. Questi fattori possono influenzare la velocità e l’entità con cui le banche riducono i tassi sui mutui.
Cosa succede quando si tagliano i tassi di interesse
Il taglio dei tassi avrà anche un impatto significativo sui mercati finanziari. Un abbassamento dei tassi d’interesse tende a stimolare gli investimenti, poiché il costo del capitale diventa più conveniente per le imprese. Le aziende potrebbero essere incentivate a prendere in prestito per finanziare nuovi progetti, mentre gli investitori potrebbero essere più inclini a cercare rendimenti più elevati in strumenti più rischiosi, come azioni e obbligazioni corporate.
Sul lato del consumatore, il taglio dei tassi di interesse potrebbe tradursi invece in una maggiore propensione al consumo, grazie alla diminuzione dei costi di finanziamento. Questo, a sua volta, potrebbe stimolare la domanda e, di conseguenza, contribuire a un miglioramento della crescita economica. Tuttavia, le incognite rimangono, poiché la debolezza del sentiment economico e la bassa crescita in alcune aree potrebbero limitare l’efficacia di questa manovra.