Le vendite delle auto in Europa calano del -16,5% in un anno. Il dato emerge dal confronto fra agosto 2024 e lo stesso mese dell’anno precedente. Ma i volumi crollano del -29,6% se il confronto viene fatto con l’anno 2019, quello precedente al lockdown pandemici. Per il mercato delle elettriche la situazione è ancora peggiore: -36%. Le immatricolazioni restano comunque positive, seppure con uno scarto minimo.
Le immatricolazioni
Le immatricolazioni delle auto segnano il +1,7% nell’area Europa più Efta. A preoccupare i costruttori c’è però un dato significativo: nei primi otto mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, il mercato francese ha registrato una flessione pari al -0,5% e quello tedesco ha segnato il -0,3%. E rispetto ai livelli pre-crisi pandemica i volumi del settore registrano una discesa del -20%.
Se si considera la sola base mensile, il risultato è ancora peggiore: la Germania ad agosto 2024 vede calare le immatricolazioni del -27,8% rispetto ad agosto 2023; in Francia il dato è del -24,3% e in Italia del -13,4%; in Spagna il dato è del -6,5% e nel Regno Unito del –1,3%.
Il mercato Bev
Il vero tonfo arriva dal mercato delle Bev, battery electric vehicle ossia le auto elettriche: il calo è del -36% nel mese di agosto. Picchi negativi oltre la media sono stati registrati in Germania (-68,8%) e in Italia (-40,9%). La Francia si assesta su un -33,1% e la Spagna su un -24,8%. Il Regno Unito va in controtendenza segnando un +10,8%. Secondo il Centro Studi Promotor, il mercato britannico sarebbe stato stimolato dai “forti sconti praticati dai concessionari per smaltire le giacenze di auto elettriche”.
I motivi del calo
Sono essenzialmente quattro i motivi del tracollo dell’elettrico in Europa. Il primo è il significativo gap nei prezzi che rende un tradizionale modello a combustione più appetibile per le tasche dei consumatori rispetto a un modello ibrido o elettrico puro.
Il secondo motivo, correlato al primo, è la fine degli incentivi statali in molti Paesi dell’area euro. Attualmente è innegabile che siano gli incentivi a trainare il mercato in molti Paesi. Prova ne è che al loro lancio, gli incentivi si esauriscono immediatamente.
Il terzo motivo è correlato alla difficoltà, in molti territori, nel reperire le colonnine di ricarica.
Il quarto e ultimo motivo è legato alle prestazioni delle auto elettriche sulle lunghe percorrenze, ancora inferiori rispetto alle vetture a combustione: pesano la minore autonomia e i maggiori tempi di rifornimento.
I produttori invocano incentivi
Tra i gruppi automobilistici in maggiore sofferenza nel periodo considerato ci sono Volkswagen (-13,3%) e Stellantis (-28,7%).
L’Acea, l’associazione dei produttori auto, ha chiesto alle istituzioni europee “di presentare misure di soccorso urgenti prima che i nuovi obiettivi di CO2 per auto e furgoni entrino in vigore nel 2025”. I produttori chiedono inoltre che la Commissione possa “anticipare le revisioni della regolamentazione sulla CO2 per veicoli leggeri e pesanti, attualmente previsti rispettivamente per il 2026 e il 2027, al 2025”.
Già a febbraio 2024 l’ad di Stellantis Carlos Tavares, polemizzando col governo Meloni, aveva preannunciato rischi per il settore elettrico in mancanza di sussidi.