Assicurazione casa obbligatoria, allarme maltempo: l’idea di Musumeci per aiutare il governo

Lo Stato italiano non può pagare tutto il necessario per gestire le emergenze maltempo: le famiglie dovranno "salvarsi" da sole

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Non è da escludere totalmente l’ipotesi che le famiglie italiane possano ritrovarsi a fronteggiare una nuova spesa obbligatoria e gravosa. Una suggestione lanciata dal ministro per la Protezione civile e le politiche del mare dell’Italia, Nello Musumeci. Una fonte affidabile, a dir poco, dunque. Il suo prospetto riguarda un possibile obbligo contro le catastrofi naturali. Di seguito tutti i dettagli.

Assicurazione obbligatoria maltempo

Nella legge di Bilancio 2024 il governo di Giorgia Meloni ha introdotto una novità non di poco conto. Si parla dell’obbligo di copertura assicurativa contro i rischi catastrofali, in riferimento alle aziende iscritte al Registro delle imprese. Una decisione che, tenendo conto della trasformazione del clima e della frequenza di fenomeni atmosferici avversi di grave entità, mira a tutelare l’esecutivo: “Lo Stato non ha più soldi per tutti e per sempre”.

Un passo d’avvicinamento ad altri Paesi, che prevedono il rimando del risarcimento danni principalmente alle assicurazioni private. Una necessità economica non più rinviabile, al netto delle prevedibili polemiche. Il ministro Musumeci ne ha parlato nel corso della presentazione del nuovo Capo dipartimento, Fabio Ciciliano. Duro, come spesso accade, nel suo giudizio sulla tendenza del Paese: “Non si è mai voluto prestare attenzione alla prevenzione”. Un concetto già espresso in relazione alla zona sismica in Campania connessa all’area flegrea.

Assicurazione per i privati: nuova spesa per le famiglie

Non sono però soltanto le aziende a subire i danni del maltempo. Il governo si ritrova infatti a dover gestire anche le prevedibili richieste d’aiuto da parte dei privati. Per tale ragione si sta ragionando su un potenziale obbligo assicurativo per tutte le famiglie. Ognuno si tuteli da sé, verrebbe da dire.

Si parla di responsabilità dei cittadini all’interno di un processo graduale. In merito c’erano già state delle previsioni, che avevano fatto scattare più di un allarme. Considerando il costo della vita attuale, le tante spese in aumento, il mercato libero di gas e luce, il carburante, l’inflazione e il problema stipendio al ribasso, aggiungere una spesa al conteggio mensile sembra davvero eccessivo.

La direzione sembra però proprio quella. Musumeci ha spiegato che al momento si sta valutando come coinvolgere le famiglie e i privati. La casa è un bene essenziale e va protetto. Solo che il governo non ritiene di poterlo fare come in passato.

L’argomento sarà trattato in vista della legge di Bilancio 2025. Si teme, intanto, che l’obbligo possa essere esteso ad alcune famiglie già dal prossimo anno. Un appuntamento importante sotto quest’aspetto è l’arrivo in Senato del decreto legge sulla Ricostruzione post calamità e grandi eventi. Al suo interno infatti si dispone il rimborso per i beni mobili che sono stati danneggiati dall’alluvione del 2023.

Un provvedimento che genera profonda delusione e rabbia. Le cifre indicate dal governo infatti non sembrano sufficienti. Si considera un forfettario di 6.000 euro (importo massimo) per abitazione: 3.200 per i beni in cucina e 700 euro per ogni ulteriore stanza danneggiata.

Il totale ammonta a 210 milioni di euro, che non riusciranno a coprire una platea di 35mila persone. Il giudizio di Musumeci in merito è però molto chiaro: “All’estero non provvedono a reintegrare al 100% i beni mobili delle popolazioni colpite da eventi calamitosi”. Ritorniamo dunque al concetto che ognuno si aiuti da sé.

Perché l’obbligo allora? Per esautorare il governo da ogni responsabilità d’intervento, o quasi. Sul fronte delle cifre, si parla di 100-120 euro annui, allo stato attuale. Si è però già registrato un aumento, che ha portato la somma a quota 180 euro in alcune zone. Facile pensare che una decisione del governo in tal senso possa ulteriormente aggravare la situazione costi.