Mercosur, cos’è e cosa prevede l’accordo per l’Italia: pro e contro

L’accordo Ue-Mercosur rischia di dividere il governo tra richieste di garanzie agricole e le opportunità per l'industria e l'export

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Dopo giorni di mezze parole, Giorgia Meloni ha sciolto ogni dubbio sul Mercosur. Sappiamo quindi la posizione dell’Italia in merito all’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e Paesi come Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. La firma era prevista per il 20 dicembre, ma con l’Italia che si tira indietro potrebbe saltare tutto ed essere rimandata. Infatti Giorgia Meloni si allinea ai Paesi contrari e si affianca alle critiche della Coldiretti. “Non significa che l’Italia intenda bloccare o opporsi, ma tende ad approvare l’accordo solo quando include adeguate garanzie di reciprocità per il nostro settore agricolo”, ci tiene a precisare.

Servono ulteriori garanzie, quindi più tempo per verificare le condizioni in cui queste possono essere applicate. Da qui il rimando al prossimo anno. Con l’Italia anche la Francia, la Polonia e l’Austria. A favore del mercato Mercosur troviamo non soltanto Paesi come Germania e Spagna, ma anche molte imprese italiane che potrebbero trarre benefici dall’accordo, come il settore meccanico, siderurgico e farmaceutico, ma anche alcune realtà del settore agroalimentare. C’è chi lo critica e chi invece vede un nuovo mercato che potrebbe opporsi ai dazi degli Stati Uniti.

Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa prevede l’accordo Mercosur, chi ne fa parte e perché l’Italia è in bilico tra Coldiretti e Confindustria.

Che cos’è il Mercato Mercosur?

L’accordo Mercosur è un patto commerciale con i Paesi membri, ovvero Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. L’organizzazione fu istituita nel 1991 e ha permesso nel 1995 l’abolizione dei dazi doganali tra i quattro Paesi, istituendo al loro posto la tariffa doganale comune verso i Paesi terzi. Nel tempo il mercato si è allargato, anche verso l’Ue, con l’obiettivo di creare un’area di scambio che coinvolgerebbe 700 milioni di persone. Serve però, ed è qui il blocco politico attuale, una maggioranza qualificata degli Stati membri dell’Unione Europea.

L’accordo presenta diversi aspetti positivi per le aziende italiane, in particolare secondo le stime dei centri studi come quello di Assolombarda: almeno 13.000 aziende che esportano e 1.400 imprese che operano nel Mercosur con loro filiali potranno crescere.

Questo perché l’accordo prevede che nell’arco di 10 anni venga liberalizzato il 90% delle importazioni di beni industriali europei e il 93% dei prodotti agricoli, di fatto riducendo le barriere tariffarie e non tariffarie.

Altri aspetti importanti dell’accordo sono:

  • clausole per la sostenibilità ambientale e sociale;
  • la tutela di 350 indicazioni geografiche europee;
  • maggiore tutela degli investimenti;
  • maggiore accesso ai minerali critici;
  • apertura dei mercati dei servizi e degli appalti pubblici.

Nello specifico, dal lato europeo saranno liberalizzate le importazioni manifatturiere e le importazioni agricole (per l’82%). Secondo i dati della Commissione europea, l’intesa dovrebbe generare per le imprese esportatrici un risparmio di 4 miliardi di euro all’anno in termini di minori dazi doganali.

Chi fa parte del Mercosur?

Il mercato comune del Sud (Mercosur) nasce come blocco commerciale sudamericano. I membri originali sono Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Nel tempo hanno poi aderito altri Paesi, come il Venezuela nel 2012, la cui adesione è stata poi sospesa nel 2017. Un protocollo di adesione è stato firmato anche dalla Bolivia ed è in attesa di ratifica.

Ne fanno parte in qualità di Stati membri:

  • Argentina
  • Brasile
  • Paraguay
  • Uruguay

Risultano come membri associati:

  • Bolivia
  • Cile
  • Perù
  • Colombia
  • Ecuador

Cosa prevede l’accordo Mercosur?

Intanto, nello specifico, l’Unione Europea è il secondo partner del Mercosur e il Mercosur, a sua volta, è il decimo partner dell’Unione Europea per lo scambio di beni. Nel 2024 il valore di tali scambi superava i 111 miliardi di euro: 55,2 miliardi di esportazioni e 56 miliardi di importazioni. La maggior parte dello scambio avviene tra Unione Europea e Brasile, con un flusso commerciale dell’80%.

I principali beni esportati sono:

  • macchinari e apparecchi;
  • prodotti chimici e farmaceutici;
  • mezzi di trasporto.

I principali beni importati sono:

  • prodotti agricoli;
  • prodotti minerali;
  • carta.

Ma oltre allo scambio di beni, esiste anche lo scambio di servizi. Tra i due mercati il valore dello scambio di servizi ammonta a oltre 42 miliardi di euro. Infine c’è la questione degli investimenti esteri diretti, con l’Unione Europea che è il più grande investitore nei Paesi del Mercosur, con circa 390 miliardi di euro nel 2023.

Non a caso, uno degli obiettivi dell’accordo è quello di creare norme più stabili e prevedibili per il commercio e gli investimenti attraverso regole in materia di sicurezza alimentare, concorrenza e buone pratiche normative.

Vantaggi per l’Italia

Per quanto riguarda l’Italia, sono diverse le imprese italiane che potrebbero beneficiarne, soprattutto nei settori meccanico, siderurgico e farmaceutico. Attualmente l’export italiano verso i Paesi Mercosur è trainato da:

  • macchinari (31,8%);
  • mezzi di trasporto (11,7%);
  • prodotti chimici (9,9%);
  • farmaceutici (8,9%).

È chiaro che con la progressiva riduzione delle barriere le imprese italiane non potranno che consolidare la loro posizione in America Latina. Se lo scambio di beni tra Italia e Mercosur nel 2024 ha raggiunto quota 13 miliardi, si può immaginare un aumento consistente con la riduzione dei dazi doganali.

Secondo il Centro studi di Confindustria, gli accordi commerciali sarebbero particolarmente vantaggiosi per l’Italia. Basti guardare all’entrata in vigore degli accordi con Corea del Sud, Canada e Giappone e a come l’export dei beni italiani sia cresciuto più che nel resto della media europea.

  • in Corea +147,2% vs +127% della media europea (dal 2011 al 2024);
  • in Canada +61% vs +49,3% (dal 2017 al 2024);
  • in Giappone +27,4% vs +15,7% (dal 2018 al 2024).

La posizione dell’Italia

Oggi la posizione dell’Italia sembra propendere verso un rallentamento dell’accordo, nonostante i vantaggi che potrebbe garantirle. Il motivo è la vicinanza tra il governo Meloni e la Coldiretti, che si fa portavoce degli agricoltori.

La posizione dell’Italia, però, scontenta l’industria, che invece avrebbe preferito l’adesione all’accordo. Il Mercosur ha un valore di 14 miliardi solo per il nostro Paese e in un momento di dubbi sui mercati internazionali, dovuti ai dazi imposti da Donald Trump, i miglioramenti dell’accordo con il mercato Mercosur non potevano che fare bene al Paese.

Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha commentato che spera si trovino le giuste compensazioni per gli agricoltori, ma che si aggiunga anche l’accordo per il bene delle 13.000 imprese che ne gioverebbero.