Il Consiglio dei Ministri di oggi 13 marzo 2025 darà il via libera alla riforma delle accise su benzina e diesel, che porterà aumenti per chi guida un’auto a gasolio e riduzioni per chi usa la verde. La misura, che finanzierà il trasporto pubblico locale, è prevista anche all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed è motivata dal Governo e dalla necessità di ridurre i sussidi ambientali dannosi, allineando la tassazione ai consumi effettivi dei carburanti.
L’obiettivo è quello di annullare progressivamente, entro 5 anni, la differenza tra le attuali accise, che oggi sono pari a:
- 0,617 euro al litro per il diesel;
- 0,728 euro per la benzina.
Indice
Come cambiano le accise su benzina e diesel
Secondo lo schema del decreto legislativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, approvato in fase preliminare dal Parlamento e ora all’esame del Cdm, le accise verranno modificate ogni anno con un decreto interministeriale a firma del Mef stesso e dei dicasteri dei Trasporti, dell’Ambiente e dell’Agricoltura.
Il testo del dl prevede:
- un aumento sul diesel tra 1 e 1,5 centesimi al litro ogni anno per 5 anni;
- la riduzione sulle accise della benzina per lo stesso importo;
- l’esonero per gli autotrasportatori – dato che il gasolio commerciale non subirà modifiche.
Quanto spenderà di più chi usa il diesel
A fare i conti in tasca alle famiglie italiane ci ha pensato il Codacons, che lancia l’allarme sugli aumenti per chi possiede un’auto a gasolio. Attualmente su 40,5 milioni di veicoli privati, il 40,9% è diesel. Si tratta di 16,6 milioni di vetture per cui il pieno costerà sensibilmente di più:
- 0,61 euro per un pieno di 50 litri se l’aumento sarà di 1 centesimo al litro (bisogna infatti includere l’Iva);
- 0,915 euro se l’aumento sarà di 1,5 centesimi al litro.
Con due pieni al mese, dunque, le famiglie pagheranno quasi 15 euro per ogni auto diesel nel primo scenario e quasi 22 euro nel secondo.
Gli italiani sborseranno in tutto 243 milioni di euro in un anno e 1,21 miliardi di euro in 5 anni con un aumento di 1 centesimo al litro, che si trasformeranno rispettivamente in 364,5 milioni di euro e 1,82 miliardi con un aumento di 1,5 centesimi.
I risparmi per chi usa la benzina
Se da un lato i proprietari di auto a gasolio vedranno aumentare i costi di rifornimento, chi possiede un’auto a benzina beneficerà di una riduzione della spesa.
Si stima che con 1 centesimo in meno le famiglie italiane pagheranno 249,7 milioni di euro all’anno, pari a 1,25 miliardi in 5 anni. La riduzione di 1,5 centesimi al litro si tradurrà invece in 374,5 milioni di euro all’anno, per un totale di 1,87 miliardi in cinque anni.
Perché cambiano le accise sui carburanti
L’attuale differenza di tassazione tra benzina e diesel non è più giustificata, né dal punto di vista dei consumi interni né da quello ambientale. Il diesel, infatti, è più inquinante in termini di emissioni di Co2 e il suo consumo è nettamente superiore a quello della benzina.
Il riallineamento delle accise rientra tra gli obblighi previsti dal Pnrr. Il RepowerEu prevede la progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi entro il 2024.
Oltre all’aspetto ambientale, bisogna però considerare l’impatto sulle tasche di pendolari e di chi usa l’auto per lavoro: l’esclusione degli camionisti (in sciopero a oltranza) non basta.
Tra le voci polemiche c’è quella del Codacons, che sottolinea il rischio che i rincari possano ripercuotersi a cascata sui prezzi di beni e servizi, facendo aumentare l’inflazione.