La primavera è stagione d’attacchi. Lo sappiamo bene e tragicamente noi europei, che nella Prima e Seconda Guerra Mondiale abbiamo fatto esperienza dei massacri di milioni di soldati dopo la stagione invernale, e lo sanno bene e tragicamente i russi e gli ucraini, che per il secondo anno consecutivo aspettano che il fango, la neve e l’acqua allentino la loro morsa sui campi di battaglia del Paese invaso.
Dal 24 febbraio 2022 la Russia ha cambiato piani, tattiche e perfino strategia di guerra. Fallita la guerra lampo, esattamente come un secolo fa con l’avanzata tedesca in Francia, il conflitto si è cristallizzato in determinate zone. In alcune è diventato addirittura una guerra di trincea, come nel ’15-’18. E proprio sulla trincea la Russia sembra puntare nel settore sudorientale dell’Ucraina, al fine di fortificare i territori occupati.
La nuova strategia russa in Ucraina
Parlare di strategia è sempre pericoloso, perché con questo termine si indica la sfera esistenziale di una nazione, mentre ciò che afferisce alla sfera militare è pura tattica. Prendiamo però momentaneamente in prestito la parola strategia per sottolineare il cambiamento tattico deciso dallo Stato Maggiore russo nella regione di Zaporizhzhia. Qui, dopo gli attacchi alla centrale nucleare più grande d’Europa, parte della guerra ibrida russa (di cui abbiamo parlato qui), e l’impiego di forze aree e terrestri, il Cremlino ha deciso per la guerra di trincea.
Già nelle fase precedenti e immediatamente successive all’invasione, report di intelligence riferivano che la Russia aveva effettuato diverse esercitazioni sul litorale che prevedevano lo scavamento di trincee. Il manuale della guerra vera, terribile, di terra prevede da oltre un secolo la fortificazione campale costruita dalla fanteria allo scopo di proteggersi nella guerra di posizione. Non c’è tecnologia o drone che tenga: Mosca aspetta la controffensiva ucraina di primavera disponendo i soldati in un fossato lungo 120 chilometri che attraversa la regione di Zaporizhzhia fino alla “porta” della Crimea.
Non solo: i generali russi hanno ordinato la predisposizione di postazioni di difesa con sacchi di sabbia sui tetti della centrale nucleare. I media ucraini e statunitensi hanno pubblicato immagini satellitari che mostrano la nuova tattica del Cremlino. Ai militari sarebbe stato dato l’ordine di scavare fossati abbastanza profondi e larghi da impedire l’avanzata di carri armati e mezzi corazzati. Inoltre sarebbero stati posizionati quelli che vegono definiti “denti di drago” in cemento, a mo’ di barricate (perché la Russia guida l’Onu nonostante la guerra in Ucraina).
Come cambia la guerra
Fossati, barricate, trincee a zig-zag, campi minati, filo spinato e postazioni di veicoli mimetizzate. Secondo l’intelligence britannica, Mosca è pronta allo scontro anche nell’impianto nucleare di Zaporizhzhia, dove sono spuntate postazioni da battaglia sui tetti di sei edifici che ospitano i reattori della centrale. In oltre un anno di occupazione, è la prima volta che questi edifici entrano nella pianificazione della difesa tattica.
Con questo cambio di rotta, la Russia dimostra la volontà di porre un muro di fortificazioni e uomini per mantenere l’occupazione sui territori rivieraschi sul Mar Nero, Crimea in primis. Se ci dovesse riuscire fino alla conclusione della guerra, si accomoderebbe al tavolo dei negoziati da una posizione di vantaggio. In vista della controffensiva, le forze russe hanno anche svuotato una base chiave nel nord della Crimea. A segnalare che gli invasori si preparano a difendere i territori occupati è stato anche il sindaco lealista di Melitopol, Ivan Fedorov, denunciando che nuove unità dell’esercito russo, inclusi uomini del leader ceceno Ramzan Kadyrov, sono arrivati a dar manforte nella città occupata.
Cosa succederà ora?
“Faremo tutto il possibile per prevenire lo scenario peggiore” di un’escalation nucleare, ma “non consiglio di mettere alla prova la nostra determinazione”, ha avvertito la portavoce del Ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova. Ma non è tutto, perché il Cremlino è più che mai intenzionato a utilizzare nuove armi nella sua offensiva parallela alla strategia di trincea nel sud dell’Ucraina (qui abbiamo parlato invece del “nuovo patto” tra Russia e Cina).
Che gli invasori stiano ora sulla difensiva Kiev lo sostiene da giorni, mentre tutta l’Ucraina attende con ansia il primo passo della controffensiva. “Ma stiamo correndo una maratona, non uno sprint”, ha ribadito il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, sottolineando che quando l’operazione partirà, “si capirà chiaramente”. Secondo le previsioni di Yevgeny Prigozhin, il capo dei mercenari Wagner, l’ora X scatterà dopo il 2 maggio, quando passerà l’ondata di maltempo.
I nuovi armamenti russi e ucraini
Durante l’attacco missilistico sferrato negli ultimi giorni sull’Ucraina, da Uman a Dnipro a Mykolaiv, le truppe russe hanno utilizzato anche i missili Iskander-K, difficili da individuare e abbattere e che possono essere lanciati da brevi distanze. La nuova tattica russa per indebolire in maniera decisiva l’avversario passa anche da questi vettori da crociera, che sulla carta presentano le stesse caratteristiche tattiche e tecniche del Kalibr. L’Iskander-K è però un missile terrestre, non balistico. Si tratta di un razzo che vola a bassa quota e questo crea problemi nel rilevamento e nell’abbattimento.
La stampa statunitense riferisce poi che i russi hanno testato con successo l’efficacia bellica del nuovo impianto REB, capace di bloccare completamente il segnale del servizio satellitare Starlink. Una sorta di contrappasso per gli ucraini che, supportati dall’intelligence occidentale, nei primi mesi di guerra avevano registrato successi contro i russi proprio grazie all’Osint (Open source intelligence) e alla tecnologia satellitare. Ora tocca a Mosca mandare in crisi tutto il coordinamento dell’esercito avversario.
Dall’altra parte della barricata, Kiev non sta certo a guardare. “Le armi ci sono”, ha sottolineato il segretario della Nato Jens Stoltenberg. Gli alleati e i partner del gruppo di contatto hanno infatti fornito alle forze ucraine 1.550 veicoli blindati e 230 carri armati, che rappresentano “più del 98%” dei veicoli da combattimento promessi al Paese invaso. In totale sono state addestrate ed equipaggiato più di nove nuove brigate corazzate ucraine. “Questo metterà Kiev in una posizione forte per continuare a riconquistare il territorio occupato”, secondo Stoltenberg. Ma i tank non bastano, secondo Zelensky, che continua a chiedere caccia occidentali.
Putin impone l’ergastolo per alto tradimento
Parte della nuova strategia bellica russa è anche la stretta varata da Vladimir Putin in ambito legislativo e disciplinare. Il presidente russo ha infatti firmato una legge sugli emendamenti al codice penale della Federazione Russa, inasprendo la pena fino all’ergastolo per alto tradimento. Il documento è stato pubblicato sul sito della Gazzetta Ufficiale russa.
Per tradimento in Russia s’intende il passaggio di informazioni che costituiscono segreti di Stato ad attori stranieri, il passaggio nello schieramento nemico o la fornitura di assistenza finanziaria, logistica, consulenza o altro a un altro Stato.